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« Torna agli articoli di Roberto Marchesini
Si moltiplicano le storielle che vedono protagonisti i giornalisti italiani e il denaro contante, o meglio: il provinciale rifiuto da parte degli italiani di abbandonare il denaro contante (fisico, quello che si tiene in mano) per quello elettronico e virtuale. Che arretratezza, questi peninsulari, i soliti provincialotti ignoranti, timorosi del nuovo. Eppure, è così comodo il denaro elettronico, così sicuro, così veloce... «di cosa avete paura, italiani», è la solita chiosa: perché, dietro ogni atteggiamento critico e diffidente deve per forza nascondersi una fobia, una patologia irrazionale e, chissà, patologica.
E questo nonostante l'esperienza quotidiana insegni che capita che il POS (come tutti gli strumenti tecnologici) a volte non funzioni e soffra le interruzioni di corrente; che capita, ai boomer come me, di avere un vuoto di memoria e dimenticarsi il pin; che le carte di credito possono essere clonate in un attimo e che questo non è nulla rispetto all'inferno che segue (annullare transazioni, denunciare, aspettare la carta nuova...); che si formino code infinite alla cassa del supermercato perché il lettore ottico non legge, la carta va strisciata anzi-no-inserita, «signora riprovi», transazione rifiutata «e io adesso come faccio...?».
Gli illuminati, i moderni, pagano con la carta anche il caffè e non importa se tutto l'importo se lo prende la banca come compenso per il servizio: si provi, il barista, a suggerire l'uso della monetina fisica. Per quanto possa sembrare assurdo, le Aziende Sanitarie Locali - cioè la sanità pubblica - non accettano il pagamento del ticket con denaro di stato in corso legale (cioè il denaro contante) ma vogliono essere pagate con una moneta privata, inesistente (cioè con il bancomat). Il tutto condito con la costante beatificazione della moneta elettronica provata e alla demonizzazione del denaro contante di Stato. Follia? Oppure...
Torniamo con la memoria al febbraio dell'anno scorso, quando i camionisti canadesi sono confluiti a Ottawa per protestare contro le vessatorie misure «per il contrasto alla pandemia». Il Canada è un paese occidentale, democratico, libero, dove il popolo può esprimere liberamente il suo pensiero anche tramite manifestazioni pubbliche. Che strano, dunque, che si siano visti maltrattamenti e arresti; e persino la misteriosa morte, durante la detenzione, di una leader delle proteste. Sarà stata una drogata, figurati. Però abbiamo anche assistito a qualcosa di nuovo che mi ha causato un leggero brivido: il governo ha bloccato i conti dei camionisti che protestavano contro il governo.
Avanziamo fino a un mesetto fa: ricordate l'istrionico Nigel Farage, leader dell'UKIP e protagonista della Brexit? Bene: a quanto pare ha dichiarato che la sua banca gli ha chiuso il conto corrente e, poiché nessun altro istituto ha mostrato l'intenzione di aprirne un altro, è costretto a espatriare. Se questa cosa vi ricorda vagamente il confino fascista o l'esilio dantesco o l'ostracismo dell'antica Grecia... beh, stiamo pensando le stesse cose. Ma non è possibile, l'Occidente è il faro della democrazia, noi siamo tolleranti, tutti hanno il diritto di opinione e di parola.
Infine, nei giorni scorsi: un blogger tedesco ha scritto che la leader dei Verdi, Ricarda Lang, è una «cicciona». Indovinate? Conto corrente bloccato. I suoi follower (maledizione a questa lingua barbarica) hanno tentato di fare una colletta elettronica: bloccata anche quella. Cosa farà, adesso, il giovane blogger? Morirà di fame? Espatrierà? Di sicuro, non esprimerà mai più pubblicamente la sua opinione nei confronti di un leader di una maggioranza politica in un paese occidentale libero e democratico.
Sarò paranoico, ma a me sta venendo il leggerissimo sospetto che il denaro privato (cioè delle banche), virtuale (cioè inesistente), abbia come scopo quello di punire il dissenso. E adesso il pensiero corre a Il mondo nuovo di Huxley, nel quale il selvaggio (cioè chi non si adegua al mondo nuovo), non riuscendo a viverci nonostante, anzi, proprio perché disgustato da soma e dall'orgy-porgy , non ha altra scelta che il suicidio.
A pensar male si fa peccato? Certo, rispondeva Andreotti, però...
Nota di BastaBugie: per ricordare cosa è successo quando il governo canadese del premier Trudeau ha bloccato i conti correnti dei camionisti che protestavano contro il governo per le misure anticovid, clicca qui!
Mario Iannaccone nell'articolo seguente dal titolo "Farage insegna: le banche controlleranno le nostre idee" parla della chiusura del conto bancario di Nigel Farage per essere stato il responsabile della Brexit, ma è solo l'inizio...
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 26 luglio 2023:
Non va presa sottogamba la decisione della direzione della banca Coutts di Londra di sospendere il conto del deputato Nigel Farage. Egli ha rivelato di aver avuto il conto chiuso "poco gentilmente" dopo molti anni di rapporto continuativo. L'antica Banca Coutts è parte di un gruppo controllato dalla NatWest, la National Westminster, guidata dalla banchiera Alison Rose, che ieri però si è dimessa ed è stata sostituita. La ragione della chiusura? I comunicati usciti in veloce successione hanno prima affermato che la decisione era stata presa perché Farage non aveva abbastanza soldi sul conto, essendo andato sotto il milione di sterline investite, "limite di ricchezza" richiesto dalla banca di Private Equity, cioè di gestione di patrimoni consistenti.
Quando Farage è rientrato in quei limiti, la decisione di chiudere il conto non è cambiata ed è stata confermata. Nei mesi scorsi, la banca ha stilato un rapporto interno su Farage con «commenti profondamente inappropriati» per punirlo come cliente e cittadino a causa delle sue visioni definite «xenofobe, scioviniste e razziste», giudizi che paiono falsi. Il rapporto del Comitato per la Reputazione della Banca Coutts dichiarava che Farage rappresentava un rischio per l'istituto, accusandolo per i suoi commenti «sgradevoli che sembrano sempre più fuori contatto con la società in generale». La chiusura dunque è dovuta a ragioni ideologiche.
La reputazione della Gran Bretagna come terra di libertà di espressione è stata danneggiata dalla notizia. La presidente del gruppo bancario NatWest, la citata Alison Rose, ha cercato di correre ai ripari dopo aver udito le dichiarazioni del primo ministro inglese Rishi Sunak e altri membri del gabinetto, che hanno criticato il fatto che un conto venisse chiuso per «opinioni espresse». Sunak ha avvertito che «non sarebbe giusto se i servizi finanziari fossero negati a chi esercita il proprio diritto alla libertà di parola all'interno della legge». Il ministro dell'Interno, invece, Suella Braverman, ha definito la decisione «sinistra». Per questi interventi, evidentemente volti a limitare i danni sul sistema bancario inglese che conta innumerevoli conti aperti da cittadini stranieri, arabi ad esempio, che probabilmente nutrono a loro volta sentimenti poco "inclusivi", secondo il metro del politicamente corretto, proprio come Farage, Alison Rose si è scusata e ieri si è dimessa.
Giovedì 13 luglio, Farage ha ringraziato per le scuse, aggiungendo di aver ben compreso che queste erano arrivate soltanto per pressioni del governo, imbarazzato che una banca importante come la NatWest scrivesse dossier con osservazioni di tipo politico e ideologico. La Rose, scusandosi in modo poco convincente, ha affermato che i commenti, preparati dagli esperti per il rischio di «reputazione patrimoniale» di Coutts, «non riflettono il punto di vista della banca», cioè non della Coutts ma della controllante NatWest. E ha aggiunto: «Nessun individuo dovrebbe leggere tali commenti e mi scuso con il signor Farage per questo».
Vere scuse? No, un tattico «controllo del danno». Soltanto chiacchiere, a cui non è seguito alcun fatto, perché la decisione è stata confermata, il conto non è stato riaperto e la presidente ha invitato Farage ad aprire un conto piuttosto presso NatWest accettando di abbandonare Coutts. Farage ha commentato: «Nella vita è sempre bello ricevere delle scuse, quindi grazie dame Alison per essersi scusata. Quello che però mi è stato effettivamente detto, in privato, è che lei è stata costretta ad agire così perché pressata dal Ministero del Tesoro».
Farage ha inoltre affermato di aver saputo che si stanno valutando le posizioni di migliaia di altre persone. E questo ha gettato allarme ulteriore. A maggior controllo del danno Andrew Griffith, segretario economico al Tesoro, ha detto che le banche devono consentire a «tutti di esprimersi liberamente» senza timore di perdere l'accesso alle attività bancarie e che il governo valuterà di chiedere alle banche di «spiegare e ritardare» qualsiasi decisione di chiudere i conti e di avviare una revisione delle norme che disciplinano il modo in cui le banche trattano le «persone politicamente esposte» (PEP: Politically Exposed Person) come Farage.
Queste sono soltanto promesse, ma il fatto grave resta e il precedente è creato. Il governo inglese avvierà una revisione lunga per esaminare se allentare «le rigide regole ereditate dall'UE sui Pep nazionali» mantenendole sugli stranieri. Da questa frase apprendiamo che le persone politicamente esposte sono valutate allo stesso modo in tutta l'area UE.
Al di là di scuse e promesse, Farage è stato espulso dalla banca con cui aveva un rapporto da anni, pur disponendo di un deposito consistente. In questo modo questa banca - e non è l'unica - fa sapere di tenere sotto controllo le idee e le opinioni dei propri clienti. Si può sospettare che, in un prossimo futuro, rifiutare la realtà del "cambiamento di sesso" o l'indottrinamento gender nelle scuole da parte di drag queen o mettere in dubbio il cambiamento climatico antropico possa bastare per essere considerati "non inclusivi" o "non sufficientemente green" e vedersi chiudere conti o mutui.
Un'esagerazione? Mica tanto. Le banche stanno gradatamente includendo le norme e i cosiddetti principi ESG (Environmental, Social and Governance), effetto dell'Agenda 2030 e degli altri documenti dei Politburo del politicamente corretto. Questo fa temere i principi imposti su ambiente, sessualità, società, possano mettere a rischio finanziario, in un prossimo futuro, i cittadini che non si adegueranno. È chiaro che colpire un personaggio politicamente esposto come Farage è un segnale, così come è stato un segnale in Canada nel febbraio scorso il blocco dei conti dei camionisti che protestavano per l'imposizione di una misura simile al Green Pass italiano.
In quel caso, la Royal Canadian Mounted Police ha congelato in automatico 206 fra conti bancari e aziendali di singoli o società. La misura, resa possibile da una legge canadese, la Emergencies Act, ha avuto - per quanto se ne sa - un tempo limitato. Ma sono segnali che si moltiplicano e il caso di Farage non è l'unico. Tutto ciò ci fa capire quanto sia pericoloso dipendere totalmente da circuiti digitali unificati e, nel futuro prossimo, dalla sola moneta digitale. La pressione esercitata in questo caso su singoli e famiglie può risultare intollerabile soprattutto se prodotta da una non conformità ideologica a temi come gender, sessualità e religione, che dovrebbero attenere, in un mondo normale, alla più intima e libera sfera privata. Anche il congelamento di decine di migliaia di conti di incolpevoli cittadini russi e bielorussi, - persino studenti, studentesse, pianisti, professori - in tutta l'area UE, è un precedente gravissimo. Le ritorsioni possono abbattersi su chiunque in ogni momento a causa delle tensioni internazionali.
Le banche hanno sempre avuto il diritto di chiudere un conto corrente nel caso emergano possibili reati finanziari ed elevati livelli di rischio, secondo le disposizioni delle Banche centrali. Anche le indagini condotte dalla magistratura possono essere la base per questa decisione. Così era anche in Inghilterra, così è in Italia e nei paesi UE, ma l'adesione di norme ESG che vincolano a comportamenti ed espressione di idee i dipendenti delle banche, ma che evidentemente possono essere estese ai clienti, come dimostra il caso Farage, rende le acque che stiamo navigando estremamente rischiose.
Del resto, il mondo bancario fa chiaramente sapere in tutti i modi che è ormai poco interessato al risparmio privato. Vive di derivati, di speculazioni, di bond future, un mondo completamente staccato dall'industria, dal lavoro e dalla realtà. Per recenti decisioni, in Francia, ad esempio, un correntista straniero con conto aperto per pagare utenze di una sua proprietà in quel paese si vede chiudere il conto stesso a meno che non domicili pensioni o stipendi. Dove sta andando a finire la tanto sbandierata utilità dell'Unione Europea a protezione dei cittadini? E le banche, ormai istituti speculativi-finanziari, si scoprono del tutto disinteressati ai rapporti con singoli clienti e al benessere delle società in cui operano.
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