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"La France Orange Mécanique", di Laurent Obertone, è un saggio rimasto per mesi in testa alle classifiche in Francia, ma stranamente non è stato tradotto in italiano e hanno anche evitato di fare l'ebook. Nel libro ci raccontano le vere statistiche. Quando noi leggiamo quanti delitti sono commessi da immigrati e quanti da cittadini di origine francese (o belga, o norvegese) dimentichiamo che un cittadino nato in Francia da genitori nati in Francia si dichiara di origine francese anche se si chiama Mohamed. Giustamente. Non posso essere considerato a vita un immigrato. Alla terza generazione dovrei far parte della nazione, anche spiritualmente. Almeno in teoria.
LA REALTA' DEI NUMERI VERI
Se facciamo la differenza per religione, scopriamo che il 70 % dei detenuti francesi sono islamici. Statistiche simili per le altre nazioni. Tra tutto svetta la Norvegia: più del 90% dei delitti a sfondo sessuale sono commessi da cittadini islamici. Per evitare la diffusione del crimine assoluto, l'islamofobia, la Norvegia ha adottato un provvedimento geniale, la censura: è vietato ai giornali riportare il nome e il cognome degli autori di questi crimini anche dopo la condanna.
France Orange Mécanique spiega anche un fenomeno europeo: la prigione è il luogo dove il musulmano tiepido o laico e indifferente si radicalizza, e questo lo sapevamo, ma anche dove innumerevoli detenuti si convertono all'islam. Il vitto halal è nettamente migliore di quello normale, peccato che nessuno si sia mai preoccupato di procurare cibo kosher ai peraltro pochissimi detenuti ebrei o semplicemente di migliorare il vitto di tutti gli altri. Ai musulmani sono garantiti più diritti, il venerdì si aggiunge al sabato e alla domenica, ma soprattutto maggior rispetto, come risulta da un rapporto sulla fede musulmana nelle carceri del Regno Unito, realizzato dall'ispettore capo delle prigioni Dame Anne Owens. Addirittura molti criminali si convertirebbero alla religione islamica con la speranza godere di più benefici (quelli accordati soltanto ai musulmani praticanti) o per appartenere a un gruppo più forte, i cui membri si sostengono tra loro. In realtà un forte motivo è che i convertiti fanno parte di un gruppo aggressivo e che, una volta convertiti, non subiranno più gli attacchi anche di tipo fisico che questo gruppo impone a tutti gli altri, avranno una rete di aiuti giunti dall'esterno e mediati da associazioni islamiche. Tuttavia secondo lo stesso studio proprio i detenuti musulmani tendono maggiormente a protestare per le condizioni carcerarie e ad affermare di non sentirsi al sicuro, minacciati dai secondini, soprattutto nelle prigioni di massima sicurezza. Quindi secondo Owens è necessario un rispetto ancora maggiore nei loro confronti. Anche perché se questo rispetto non c'è, si rischia un ammutinamento di intere aree del carcere: un gruppo compatto è sempre vincente.
AUMENTARE LE MOSCHEE CARCERARIE? PURA FOLLIA!
E adesso arriva il nostro geniale Guardasigilli, Andrea Orlando che in un'intervista al "Corriere della Sera", a proposito dei 10 mila carcerati islamici in Italia, tra cui 6 mila praticanti, anche in considerazione del fatto che, a quanto sembra, i responsabili degli attentati di Parigi e Copenaghen sono approdati al fanatismo islamico proprio a contatti avuti in prigione, ha proposto innanzitutto di aumentare il numero delle moschee carcerarie, perché sono presenti solo in 70 penitenziari e non i tutti i 203 esistenti nel nostro Paese.
Una volta che hanno la moschea e la possibilità di studiare il Corano dove è scritto "uccidi gli infedeli ovunque si trovino", secondo il nostro ministro della Giustizia, i detenuti musulmani diventeranno cittadini irreprensibili.
Mentre ce ne andiamo a letto questa sera lieti e felici, finalmente avremo una risposta all'annosa domanda: chissà cosa ci fanno con i soldi delle nostre tasse. Tranquilli: li spendono bene.