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IL COMUNE DI NEW YORK DICE SI ALLA MOSCHEA SUL LUOGO DELLE TORRI GEMELLE
Quando l'Occidente chiude gli occhi sulla realtà
di Loretta Bricchi Lee
 

La proposta di costruire una moschea a due isolati da dove sorgevano le Torri gemelle del World Trade Center sta scatenando polemiche a New York. Il progetto per un centro islamico di 13 piani, che possa ospitare un luogo di culto per musulmani e altri spazi pubblici tra cui una piscina e un teatro, era stato presentato lo scorso 5 maggio dalla “Società americana per la promozione dell’islam” alla commissione comunale del distretto finanziario ed è stato accolto con favore dai 12 membri presenti all’incontro. La moschea della «casa Cordoba», aveva sostenuto Daisy Khan – direttore dell’organizzazione che intende raccogliere oltre 100 milioni di dollari per trasformare un edificio danneggiato dagli attentati terroristici nel centro islamico – «avrebbe dimostrato che i musulmani fanno parte della ricostruzione della zona» e, secondo l’imam Feisal Abdul Rauf, avrebbe trasformato la percezione degli americani nei confronti dell’islam.
La reazione dei newyorchesi, però, è stata ben diversa. «Ground Zero» – noto al mondo come il luogo in cui hanno perso la vita circa 3mila persone negli attacchi del settembre 2001 – è considerato un luogo «sacro» e, pertanto, molti considerano il progetto, quanto meno, inappropriato. «È uno schiaffo in faccia all’intera città. Così si tradisce la memoria delle vittime», ha dichiarato un cittadino al New York Post . Altri, poi, temono che una moschea così prossima al simbolo del peggiore colpo al cuore subito dall’America – e per di più se i lavori verranno inaugurati, come previsto, l’11 settembre 2011 nel decimo anniversario della strage – possa diventare un punto di riferimento per terroristi, quasi un «tempio che commemori la loro maggiore vittoria».
Rimane infatti difficile per molti americani separare i seguaci dell’islam da al Qaeda – lo testimoniano i sondaggi –, soprattutto a poco più di due settimane dal fallito tentativo di far scoppiare un’autobomba a Times Square, nel cuore di New York, da parte di un individuo di origine pachistana. Il fronte di opposizione alla moschea – che potrebbe ospitare fino a duemila musulmani per la preghiera del venerdì – è in pieno fermento. E mentre il sito Internet www.nomosquesatgroundzero.wordpress.com sollecita una campagna a tappeto per spingere l’intera Commissione del distretto finanziario a votare contro la proposta al prossimo incontro di fine mese, si sta anche organizzando una marcia di protesta su Ground Zero per il 6 giugno, giornata commemorativa dello sbarco in Normandia.

 
Fonte: Avvenire, 18 maggio 2010