« Torna ai risultati della ricerca


POLONIA, PRIMA IMPORTANTE VITTORIA PER RIDURRE I 500 ABORTI L'ANNO: L'OBIETTIVO E' IL DIVIETO TOTALE
Puntando all'obiettivo massimo come in Polonia si possono ottenere risultati importanti, mentre accontentarsi di obiettivi minimalisti, come in Italia, spiana inevitabilmente la strada ad ulteriori attacchi alla vita innocente (135.000 aborti all'anno)
da Corrispondenza Romana
 

In Polonia il fronte pro-life ha vinto la prima importante battaglia contro la legalizzazione dell'aborto: la Camera bassa del parlamento di Varsavia ha approvato la proposta di legge di iniziativa popolare (oltre 600.000 le firme raccolte dalla Fundacja PRO e dall'associazione civica Piotr Skarga) che ha come obiettivo la totale cancellazione dall'ordinamento giuridico dell'aborto procurato. La legge attuale che disciplina l'omicidio selettivo degli innocenti è piuttosto restrittiva e consente la cosiddetta interruzione di gravidanza solo in talune e ben determinate circostanze (nulla a che vedere, dunque, con la nostrana legge 194), tanto che gli aborti volontari nel 2008 sono stati circa 500 (contro i circa 135.000 in Italia).
Malgrado la vittoria in questa prima battaglia politica costituisca solo il primo atto di una guerra ancora ben lontana dall'essere vinta, il fronte pro-life polacco ha dimostrato con i fatti che la politica massimalista, rigettata perché considerata controproducente dal Movimento Per la Vita italiano (MPV) e dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI), può ottenere risultati importanti. Viceversa, quella minimalista spiana inevitabilmente la strada ad ulteriori escalation degli attacchi alla vita innocente, dal momento che l'argine eretto dagli pseudo pro-life è del tutto inadeguato alla forza d'urto del nemico. Cosicché, ci ritroviamo nella incresciosa situazione per cui, mentre in Polonia si combatte per scardinare una legge comunque ingiusta seppur molto restrittiva, in Italia si "lotta" affinché una legge ingiusta e altamente permissiva venga integralmente applicata!
Ci auguriamo che l'esempio della combattiva realtà polacca faccia da traino al mondo pro-life italiano, costringendolo a fare marcia indietro e a rivedere la fallimentare politica fin qui adottata.

 
Fonte: Corrispondenza Romana, 16/07/2011