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Gentile redazione di BASTABUGIE,
leggo volentieri i vostri articoli e cerco di diffondere presso i miei amici l'iscrizione alla vostra newsletter. Leggo anche l'omelia che mettete come ultimo articolo. Lo trovo arricchente visto che il sacerdote della mia parrocchia non è un grande oratore anche se, per il resto, è molto in gamba.
Avrei una domanda da porvi: all'ultimo matrimonio a cui sono stata invitata, ho assistito, essendo arrivata molto prima dell'inizio, alla discussione tra il sacerdote celebrante e l'organista. In breve il sacerdote non voleva che si suonasse l'Ave Maria di Schubert. Mi sapete dire chi aveva ragione? Grazie e continuate la vostra benemerita opera.
Giovanna
Cara Giovanna,
giustamente lei osserva che il suo è un sacerdote in gamba, anche se l'omelia lascia un po' a desiderare... Del resto la cosa principale nella Messa è il sacrificio di Cristo, per cui la catechesi va rimandata in un momento più opportuno e quindi l'omelia che regolarmente pubblichiamo ha proprio questa funzione di approfondimento.
Per quanto riguarda la sua domanda: quante volte in occasione dei matrimoni abbiamo sentito le classiche Marce nuziali o la struggente (e stucchevole) Ave Maria di Schubert? Praticamente sempre! Ma sono sul serio musica sacra? Sono legittime da eseguirsi nella Santa Liturgia degli Sposi?
Per capire bene che cosa la Santa Chiesa intende per musica sacra, si vedano i seguenti documenti:
- dal Corpus di Costituzioni del Vaticano II, la "Sacrosanctum Concilium", specialmente il Cap. VI "La musica sacra";
- l'istruzione "Musicam Sacram" firmata da papa Paolo VI e a tutt’oggi il documento legislativo più recente in fatto di rubriche liturgiche per la Musica Sacra che propriamente costituisce la regolamentazione generale della disciplina musicale nell'ambito liturgico;
- Le introduzioni di Ernesto Dalla Libera ai nove libri della serie "Liber Organi" di Sandro Dalla Libera, il cui valore liturgico disciplinante la musica sacra è attualmente ancora in vigore.
- di Ludovico Trimeloni, con aggiornamento di Pietro Siffi, "Compendio di Liturgia Pratica", introdotto da S.E. il Cardinale Dario Castrillon Hoyos, e autorizzato direttamente dal Santo Padre Benedetto XVI.
In base a questi documenti e stando a quello che si impara da santi preti formati in maniera robusta e tradizionale nella musica sacra e nella Liturgia, si capisce molto bene che è cosa grave l'eseguire durante qualsiasi liturgia l'Ave Maria di Schubert. E' un brano chiaramente noto come composizione profana, per la precisione un Lied per canto e pianoforte, dedicato ad una donna di nome o di pseudonimo "Maria" per la quale Schubert si sentiva molto "ispirato" e appassionato, tanto che il testo tedesco originale, al di la del buon gusto romantico, risulta essere pure alquanto spinto!!! In ogni caso, questo pezzo non ha mai avuto l'intento di essere una lode liturgica alla Vergine Madre di Dio.
Le rubriche liturgiche esposte da Trimeloni, a pag 320, par. 340, commi 1 e 2, dicono: "La Musica Religiosa ha contenuto e scopo religioso e pio, ma con uno stile più libero, privo di quella gravità (= serietà) che contraddistingue e impronta la Musica Sacra. Quindi è assolutamente esclusa dalle funzioni liturgiche. Qui facciamo dolorosamente notare come ci sia la tendenza a eseguire in chiesa musica profana e anche teatrale, soprattutto per la Messa degli sposi. Purtroppo questa piaga si è diffusa con la cooperazione di editori che hanno stampato questa musica nei loro manuali, degli organisti che la trovano facile e del clero cooperante o noncurante.
Per venire al concreto segnaliamo alcuni pezzi mondani che sono comunemente considerati tali e che sappiamo essere espressamente proibiti (anche recentemente con una nota voluta dal Papa da parte dell'Accademia di Santa Cecilia):
- le Ave Maria di Schubert, Gounod, Mascagni;
- le Marce Nuziali di Mendelsshon e di Wagner;
- il Sogno di Schuman;
- il Largo di Handel;
- il Largo di Mulè;
- i Notturni di Chopin.
Nella prefazione al 4° volume del Liber Organi, dal titolo "Nuptialia" (Repertorio Nuziale approvato con Nulla Osta dalla Santa Chiesa), Ernesto Dalla Libera spiega: "Individualismo e laicismo hanno reso inoperanti le intenzioni della Chiesa, immiserendo la solennità del matrimonio con accentuazioni di particolarismi mondani.[...] E' avvenuto che la tendenza laicizzante, con l'aiuto di editori e organisti compiacenti e la involontaria connivenza di clero rinunciatario, per aver musica di circostanza si è formato un repertorio esclusivo e limitato di musiche celebri e perciò popolari, di religiosità secolare ma non liturgica, tratte dal repertorio lirico da salotto come le Ave Maria di Gounod, Schubert e Mascagni, la Marcia Nuziale di Mendelsshon, il Sogno di Schuman, il Largo di Mulè, qualche notturno di Chopin o di stile accademico come il Panis Angelicus di Frank, l'Agnus Dei di Bizet, oppure, peggio, dalle opere teatrali, quali La Preghiera di Desdemona dall'Otello, La Vergine degli Angeli da La forza del destino, la Marcia Nuziale del Lohengrin, tutte musiche nominativamente vietate. Tra l'altro, almeno dal punto di vista culturale, ciò denuncia povertà e ingenuità".
Se ne può concludere che non è sufficiente che un brano sia apprezzato dal vasto popolo perché un coro lo esegua o che una coppia di sposi possa scegliere i pezzi che pare loro soltanto perché pagano l'organista. I diritti del culto divino e della gloria di Dio e della sua Chiesa non si svendono.
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