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OMELIA BATTESIMO DEL SIGNORE - ANNO B - (Mc 1,7-11)
Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento
da Il settimanale di Padre Pio

Oggi celebriamo la festa del Battesimo del Signore. Questa festa è stata collocata dopo quella dell'Epifania perché è sempre stata considerata come la manifestazione di Gesù, Figlio prediletto del Padre. Dopo aver ricevuto il Battesimo, Gesù «vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba» (Mc 1,10). Inoltre venne una voce dal cielo, la voce del Padre, che disse: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento» (Mc 1,11).
Ciò che sorprende è come mai il Figlio di Dio abbia voluto ricevere il Battesimo da Giovanni. Non furono certamente le acque a santificare Gesù, ma, al contrario, fu Lui a santificarle e a renderle poi materia del Sacramento del Battesimo. Gesù si assoggettò al Battesimo di Giovanni per dare a noi un esempio di umiltà e per farci comprendere che siamo noi ad aver estremo bisogno di purificazione. Egli è stato come un genitore che, per invogliare il figlio a prendere una medicina amara, per primo l'ha assunta.
Vi è inoltre una grande differenza tra il Battesimo di Giovanni e il Sacramento istituito da Gesù. Il primo fu solamente un segno di penitenza che richiamava il fedele all'impegno nel mutare condotta di vita. Esso era un gesto simbolico di umiltà da parte dell'uomo che si riconosceva peccatore e prova di un grande desiderio di purificazione e di rinnovamento. Il Battesimo di Gesù, invece, è il Sacramento che ci toglie il peccato originale, il peccato di Adamo ed Eva che abbiamo ereditato dai nostri Progenitori, ed è il Sacramento che ci rende figli adottivi di Dio.
Quando abbiamo ricevuto il Battesimo si sono realizzate anche per noi quelle parole che abbiamo ascoltato all'inizio: siamo divenuti figli di Dio – figli adottivi, mentre Gesù è della stessa natura del Padre – e su di noi è sceso lo Spirito Santo.
Per istituire questo Sacramento, Gesù si è servito del segno dell'acqua. Come l'acqua lava esteriormente il nostro corpo, così la grazia di Dio, per mezzo di quel segno sensibile, lava interiormente la nostra anima. Dio si serve sempre di segni perché noi abbiamo bisogno di cose sensibili per comprendere le realtà spirituali.
Nel giorno del nostro Battesimo, per bocca dei nostri genitori e dei nostri padrini e madrine, noi abbiamo preso degli impegni molto importanti davanti a Dio. Abbiamo infatti promesso solennemente di rinunciare al peccato e di credere fermamente a tutto quello che la Chiesa ci propone a credere.
Di tanto in tanto è cosa molto buona rinnovare queste promesse battesimali, con convinzione sempre maggiore. Alcuni non comprendono l'importanza di far battezzare i bambini, dicendo che noi non possiamo decidere per loro e che bisogna aspettare che siano loro stessi a scegliere. A questa obiezione si risponde abbastanza facilmente, facendo comprendere che sarebbe veramente stolto quel genitore che non chiamasse il medico quando il figlio ancora piccolo è malato, dicendo che bisogna aspettare che il figlio cresca in modo che possa decidere da solo. Se non chiama il medico, il figlio muore. Orbene, il peccato originale è ben più grave di una semplice malattia, ed è pertanto molto importante far battezzare al più presto i bambini. La Chiesa, nella sua saggezza, raccomanda che siano battezzati nelle prime settimane di vita, perché troppo grande è il dono che ricevono, un dono che li trasforma interiormente rendendoli figli di Dio.
Si racconta che quando san Leonida, che fu un Martire dei primi secoli, fece battezzare il suo primogenito, subito dopo il rito prese il bambino tra le braccia e lo baciò sul cuore, dicendo che Dio, grazie al Battesimo, abitava ora in quel piccolo bambino. Ed è vero. Quando, dopo il Battesimo, i genitori stringono tra le braccia il loro bambino, essi possono essere certi che Dio abita in lui come in un tempio.
Ogni battezzato è tempio di Dio. Questa presenza è una delle più belle realtà della vita umana qui su questa terra. Il pensiero che Dio è dentro di noi deve rafforzarci nel momento della prova e consolarci nell'ora del dolore. Questa presenza silenziosa ma reale è stabile e solo il peccato la può purtroppo distruggere. Infatti, come sappiamo dal Catechismo, il peccato mortale allontana Dio dal nostro cuore e noi diventiamo preda del demonio.
Questa festa del Battesimo ci ricorda pertanto la necessità di vivere sempre come figli di Dio, di custodire gelosamente questa dolce presenza di Dio in noi, e di ricorrere al più presto alla Confessione se ci cogliesse la sventura di perdere il Signore con il peccato mortale.

 
Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per l'11 gennaio 2015)