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Più che una campagna elettorale, quella delle europee, è stata una campagna militare. Che, come nel 2018, ha visto il monopolio mediatico del partito del "politicamente corretto" (Ppc), il quale è più vasto del centrosinistra, perché va dai tecnocrati euristi ai centri sociali, comprendendo gran parte dei media e del ceto intellettuale (e pure l'attuale gerarchia vaticana).
È la nuova religione laica degli "apocalittici e integrati" (per dirla con Eco). Infatti consiste anzitutto in allarmi apocalittici i quali - con il bau bau mediatico - danno ai seguaci la sensazione di essere i salvatori del mondo o almeno danno loro la possibilità di gridare col cuore in fiamme e atteggiarsi come gli unici che hanno una moralità e un pensiero, mentre gli altri (scettici o dissidenti che siano) vengono considerati degli infedeli eretici o nemici dell'umanità.
L'allarme apocalittico ha pure la caratteristica - per la sua apodittica drammaticità - di indurre al fanatismo ed escludere l'analisi razionale, lo spirito critico e la verifica dei fatti. Non ammette mezze misure o chiaroscuri: conosce solo l'asserzione assoluta. E' un aut aut morale. Da una parte il Bene, dall'altra il Male. E impone di schierarsi. Basta avanzare un semplice dubbio e si è già catalogati tra le forze delle tenebre.
AMBIENTALISMO, MIGRANTI, RAZZISMO, ECC.
Ecco allora l'apocalisse climatica imminente che - come la fine del mondo di certe sette millenariste - viene però sempre spostata a data da destinarsi.
Ecco l'apocalittico allarme sui migranti e sulle stragi per naufragio in mare (paragonate addirittura alla shoah) da cui consegue l'imperativo di spalancare le frontiere. Non importa se proprio fermando le partenze sono quasi sparite le morti in mare, non importa se i paesi di provenienza - con i vescovi africani - ripetono che questo traffico di esseri umani dissangua i loro paesi e provoca tragedie, destabilizzando i paesi di arrivo. Gli umanitari non sembrano interessati alla realtà.
Ecco poi l'allarme apocalittico sul razzismo dilagante e - connesso - il terribile allarme sull'onda nera del fascismo montante (che fa solo pubblicità a certi minuscoli gruppetti di nostalgici, del tutto marginali).
Ultimamente - non ritenendo bastante l'allarme sulla "marea fascista" - si è voluto addirittura farla diventare nazifascista o nazista "tout court", evocando la Germania degli anni Trenta.
C'è poi la mitologia della UE "che ci ha regalato 70 anni di pace" (pur essendo nata solo 27 anni fa, anni in cui sono tornate le guerre proprio in Europa).
Mitologia connessa con l'allarme sovranismo che sarebbe come un flagello biblico capace di sprofondarci (chissà perché) nelle tenebre di un'Europa senza Erasmus o addirittura in una nuova guerra (mondiale o nucleare forse).
Fra gli allarmi apocalittici di questi anni c'è quello sulla Brexit. Sembrava che, se i britannici avessero votato per l'uscita dalla UE, l'isola sarebbe sprofondata. Invece è sprofondata solo una classe politica antibrexit che non è stata capace per ora di gestire l'uscita.
Il titolo più emblematico è quello recente del "Corriere della sera" che rilanciava il solito studio catastrofista: "Con la Brexit verdura e frutta troppo care: previsti oltre 12 mila infarti in più in dieci anni".
Chissà come ha fatto il popolo britannico a sopravvivere fino al 1992 e come ha fatto a mangiare frutta e verdura per secoli senza la UE.
Apocalittico fu anche l'allarme per la possibile vittoria di Donald Trump negli Stati Uniti. Poi il "mostro" è arrivato alla Casa Bianca e - chissà perché - gli Stati Uniti, invece dichiarare bancarotta, hanno messo il turbo e hanno oggi l'economia che corre di più in Occidente.
UN CATALOGO AMPIO
Il catalogo degli allarmi apocalittici è ampio. C'è l'allarme spread con il quale si possono abbattere i governi e tassare i popoli tenendoli sul ciglio del burrone (salvo scoprire che la Bce può spazzarlo via con una semplice dichiarazione del governatore).
Poi c'è l'allarme fake news, magari prodotto dall'altro mostro apocalittico, la Russia di Putin, che - a sentire i media - con qualche decina di account su twitter e facebook determinerebbe le elezioni in America e in Europa (e chissà perché i partiti, invece di spendere tanto per le campagne elettorali, non vincono con quella semplice trovata).
Il senso del ridicolo è sparito in questa apocalittica che non permette una discussione laica e razionale. Però - fra tante apocalissi annunciate per il prossimo futuro - non si vedono i fatti, quelli sì, veramente drammatici del presente e del passato recente.
Avete mai sentito, nel mare di retorica europeista di questi giorni, rammentare la tragedia della Grecia?
E fra tanti allarmi umanitari, chi lotta per i cristiani che in mezzo mondo continuano a subire macelli e persecuzioni nell'indifferenza generale? E chi riflette sullo scarso valore della vita umana nelle legislazioni moderne?
Infine è curioso che proprio gli "apocalittici" accusino i loro avversari di alimentare la tensione e il clima di paura. Del resto proprio chi agita i fantasmi del fascismo (o del nazismo) ha la propensione alla demonizzazione dell'avversario e la conseguente tentazione di censurare o zittire o scomunicare le idee difformi.
Come ha scritto Eugenio Capozzi: "la retorica politicamente corretta - con la sua impostazione di 'catechismo civile' e la sua strutturale tendenza alla censura - non è una degenerazione del linguaggio, un tic del discorso pubblico contemporaneo o una moda delle classi colte. Rappresenta invece l'espressione di un'ideologia, impostasi nelle società occidentali nell'ultimo mezzo secolo, paradossalmente mentre il luogo comune dominante sosteneva la morte delle ideologie".
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