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Egregio Direttore di BastaBugie,
siete un faro nella tempesta e vi ringrazio quindi per il vostro stupendo sito che leggo volentieri da molti anni.
Le scrivo per condividere alcune perplessità sul recente Festival di Sanremo. Inizio con il sottolineare la crescente esposizione mediatica di Papa Francesco, che ha raggiunto livelli che ritengo poco opportuni per la figura del Pontefice. L'ultimo episodio è accaduto proprio a Sanremo. Il conduttore ha trasmesso durante la prima serata del Festival, non si sa se con il permesso o meno del Papa, un suo videomessaggio che ha suscitato in me e in molti fedeli non poca perplessità. La presenza del Papa in un contesto del genere, spesso caratterizzato da spettacolarizzazione e polemiche di dubbio gusto, rischia di banalizzare il suo messaggio e di svilirne la portata spirituale.
Questa tendenza all'eccessiva presenza nei media è apparsa evidente anche poche settimane fa con l'intervista concessa a Fabio Fazio, che, al di là dei contenuti, ha alimentato un'immagine più mondana che pastorale del Santo Padre. Mi chiedo se tutto questo non sia un segno di un cambiamento comunicativo che rischia di allontanarsi dalla sobrietà e dall'autorevolezza tipica della Chiesa.
Un altro tema che mi ha colpito è stata l'intervista al calciatore Edoardo Bove, in cui si è parlato della sua miocardite, ma senza accennare minimamente a un possibile legame con la vaccinazione anti-Covid. Mi chiedo se sia stata una dimenticanza o una scelta deliberata, e in tal caso, con quale finalità.
Chiedo questo perché già nel primo anno di vaccinazione di massa si era riscontrato un aumento dei casi di miocardite giovanile e negli atleti con morti improvvise tra i calciatori superiori alla media: le morti improvvise segnalate nei giocatori di calcio dalla FIFA erano state 31 nel 2021 mentre la media degli anni precedenti 2009-2020 era stata 7 all'anno, con un aumento di oltre il 400%. Addirittura in questa settimana, come riportato dalla Bussola Quotidiana, il tribunale del lavoro di Reggio Emilia ha accolto la richiesta di un invalido da vaccino che si batte per il risarcimento. La cosa bella è che invece di citare in giudizio l'Asl, ha chiamato in causa direttamente il Ministero della Salute e Aifa. Il processo non potrà ignorare il nesso di causa già accertato nel suo caso.
Infine, vorrei chiederle un suo parere sulla polemica legata alla maglietta indossata da Johnson Righeira sul palco dell'Ariston quando ha cantato, nella serata dedicata alle cover, il suo successo del 1985 "L'estate sta finendo". Il cantante ha espresso il suo disappunto per essere stato costretto a indossare la maglietta al rovescio durante l'esibizione, a causa della scritta "Se ti conosci ti eviti" presente sul capo. Righeira ha sottolineato che la maglietta era una sua creazione personale, non associata a marchi noti visto che la Rai ha sostenuto che doveva prevenire la promozione non autorizzata di marchi durante le esibizioni del Festival.
Grazie ancora per quello che fate per la diffusione della verità, "merce" assai preziosa nel mondo di oggi.
Sergio
RISPOSTA DEL DIRETTORE
Caro Sergio,
ti ringrazio per la tua lettera, perché tocca punti che credo vadano affrontati con grande serietà.
Sono d'accordo con te: vedere il Papa "ospite" del Festival di Sanremo ha lasciato un senso di stonatura. Tralasciando di commentare i contenuti del messaggio, va evidenziato che l'averlo inserito in un contesto come quello dell'Ariston, tra polemiche, canzonette e provocazioni di ogni genere, anche se il Pontefice avesse detto le cose più belle del mondo con inviti alla conversione e ribadendo la morale cattolica, questo avrebbe comunque banalizzato la figura del Papa. Un intervento del genere riduce il successore di Pietro a un testimonial, e questo non può che preoccupare.
Anche la terza intervista concessa a Fazio poche settimane fa va nella stessa direzione: un Pontefice che ormai sembra sempre più una figura televisiva che spirituale. Non che il Papa debba essere distante dalla gente, ma c'è una differenza tra avvicinarsi e lasciarsi inglobare nella macchina dello spettacolo. E mi chiedo: questa sovraesposizione aiuta davvero la Chiesa o la rende sempre più simile a un'istituzione terrena, priva della sua dimensione trascendente?
Sul caso Bove, la tua osservazione è più che lecita, ma non tiene conto di alcuni fattori. Innanzitutto non possiamo sapere se nel suo caso ci fosse correlazione tra la vaccinazione anticovid e il suo malore. Anzi non mi risulta nemmeno che ci sia una dichiarazione ufficiale del giocatore della Fiorentina in merito alla sua vaccinazione, ma magari mi è sfuggita. In ogni caso, a prescindere dal suo caso, è innegabile che la Rai, come del resto tutta l'informazione mainstream, abbia volutamente ignorato a quel tempo, e continui a ignorare ancora oggi, quello che ormai è evidente di tutta la pessima gestione della cosiddetta pandemia. Abbiamo per questo pubblicato il primo, e per ora ultimo, libro di BastaBugie che riporta in oltre cinquecento pagine gli articoli che abbiamo pubblicato in quegli anni. Significativamente il titolo del libro è "Ci hanno preso per il Covid". Non è quindi per nulla strano che in un'intervista sul palco dell'Ariston si sia evitato del tutto il tema della correlazione con il vaccino Covid per non mettere in discussione le scelte fatte negli ultimi anni, ma si sia preferito sottolineare l'importanza della rapidità dei soccorsi al giocatore che si è accasciato sul campo di gioco.
Per quanto riguarda infine la polemica sulla maglietta di Johnson Righeira, non entrerò nella sterile polemica tra il cantante, residuo dell'ormai disciolto duo che ebbe successo per poco tempo negli anni '80, e la Rai che censura inutilmente una innocua frase scritta su una maglietta.
Ti confesserò invece che a me questa frase è piaciuta e semmai vorrei commentarla come fosse la cosa più seria del Festival, che peraltro non né visto, né sentito alcuna canzone.
La frase "Se ti conosci, ti eviti" mi sembra che rappresenti un gioco di parole ironico e paradossale, che ribalta il luogo comune secondo cui la conoscenza di sé sia un percorso sempre positivo e arricchente. Il suo significato, per quanto umoristico, apre a riflessioni più profonde sulla natura dell'introspezione e sulle possibili conseguenze di un'autoanalisi troppo accurata di una psicologia che pretenda di risolvere tutti i problemi delle persone.
La conoscenza di sé, esaltata nella famosa incisione sul tempio di Apollo a Delfi, è giustamente presentata come necessaria per raggiungere una vita più autentica. Tuttavia, la frase del Righeira suggerisce che scavare troppo a fondo nella propria psiche possa portare a scoperte scomode, al punto da voler evitare la propria stessa compagnia. Infatti l'introspezione psicologica non è sempre un processo piacevole. Guardarsi dentro con sincerità significa anche affrontare i propri difetti, le contraddizioni, i fallimenti e le insicurezze. Da questo punto di vista, la frase censurata a Sanremo "Se ti conosci, ti eviti" suggerisce che, una volta compreso davvero chi siamo, potremmo non essere del tutto soddisfatti di ciò che scopriamo. Questo accade perché spesso ci costruiamo un'immagine idealizzata di noi stessi, filtrata dal desiderio di apparire migliori di quanto siamo. Tuttavia, tolto il velo dell'illusione, il confronto con la realtà potrebbe portarci a un senso di disagio o di autocritica eccessiva, spingendoci a prendere le distanze da noi stessi.
Al di là di queste riflessioni, la frase funziona anche come una battuta irriverente sulla tendenza umana a prendersi troppo sul serio. L'introspezione psicologica può diventare un esercizio sterile di autocommiserazione o un viaggio senza fine nel labirinto dei propri pensieri. L'umorismo dissacrante della frase "Se ti conosci, ti eviti" invita a ridere di sé e a non perdersi troppo sul serio. Questo potrebbe aiutare a non cadere nell'ossessione moderna di ricorrere allo psicologo per qualunque problema senza andare alla radice vera dei nostri problemi che sono invece di origine religiosa e spirituale (come abbiamo sottolineato in recenti articoli rilanciati sul nostro sito: qui e qui). Per questi problemi occorre invece un buon cammino nella vita di fede e un padre spirituale di provata fede cattolica che sia anche un uomo di preghiera.
In conclusione non posso che confermare come giusta la mia decisione di non guardare nemmeno quest'anno il Festival di Sanremo. Come BastaBugie ci siamo solo permessi di ricordare che esattamente dieci anni fa c'era lo stesso conduttore di quest'anno, il toscano Carlo Conti, il quale fece almeno una cosa buona con l'intervista alla famiglia più numerosa d'Italia: i cattolici Anania con i loro sedici figli.
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