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L'INGIUSTO COMMISSARIAMENTO DELL'ISTITUTO DEL VERBO INCARNATO (IVE)
I delegati pontifici hanno pieni poteri di governo inclusa la modifica delle Costituzioni e il congelamento delle nuove vocazioni per distruggere l'istituto
di Giano Colli
 

La recente decisione di commissariare la Famiglia Religiosa del Verbo Incarnato (IVE) ha suscitato non poche perplessità tra coloro che conoscono da vicino il lavoro e l'impegno di sacerdoti e suore di questa congregazione. Sebbene il Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica abbia evidenziato difficoltà negli itinerari formativi e nella fase del discernimento vocazionale, la realtà vissuta da tanti fedeli laici e religiosi dell'IVE racconta una storia ben diversa.
Chi ha avuto l'opportunità di collaborare con l'IVE sa bene che i membri di questa famiglia religiosa si dedicano con passione alla formazione e all'educazione della gioventù, alla missione evangelizzatrice e a numerose opere di carità e assistenza sociale. Tra le iniziative più apprezzate ci sono i ritiri per famiglie e le attività culturali e spirituali che hanno contribuito alla crescita cristiana di molte persone.
Ridurre la storia e l'azione di questa comunità religiosa a mere problematiche interne significa ignorare un lavoro che da decenni porta frutti abbondanti.

UN PROVVEDIMENTO SPROPORZIONATO
La decisione di affidare entrambi i rami dell'IVE a delegati pontifici con pieni poteri di governo, inclusa la possibilità di modificare le Costituzioni e sospendere per tre anni le nuove vocazioni, appare eccessiva e penalizzante per una comunità che ha dimostrato un grande slancio missionario. Si rischia, infatti, di minare la fiducia di chi, con dedizione e spirito di sacrificio, ha abbracciato questa vocazione e opera quotidianamente per il bene delle anime.
Se è vero che ogni istituto religioso è chiamato a vigilare sulla qualità della formazione e sul discernimento vocazionale, è altrettanto vero che tale processo non può essere giudicato in modo generalizzato e sommario. Molti sacerdoti e suore dell'IVE sono esempi luminosi di dedizione e fedeltà alla Chiesa, e la loro formazione non può essere ridotta a una serie di "criticità" che giustifichino un commissariamento così drastico.

L'IMPORTANZA DEL DIALOGO CON LA CHIESA
La Famiglia Religiosa del Verbo Incarnato ha sempre mostrato una profonda fedeltà alla Chiesa e al Papa. Il provvedimento di commissariamento dovrebbe essere accompagnato da un dialogo aperto e costruttivo che permetta alla congregazione di rispondere alle osservazioni mosse senza però azzerare la sua identità e il suo carisma. La Chiesa ha bisogno di comunità vive e dinamiche, capaci di affrontare le sfide del mondo contemporaneo con fede e speranza.
Sospendere le vocazioni e imporre una revisione drastica delle Costituzioni potrebbe avere conseguenze negative su un istituto che ha dato tanto alla Chiesa e ai fedeli. La speranza è che questa decisione non soffochi l'entusiasmo e l'opera evangelizzatrice dell'IVE, ma che invece si possa trovare una via di rinnovamento che valorizzi i suoi punti di forza senza penalizzarne l'identità.

Nota di BastaBugie: Stefano Chiappalone nell'articolo seguente dal titolo "Commissariata la Famiglia religiosa del Verbo Incarnato" spiega cosa è successo all'IVE e perché.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana l'11 gennaio 2025:

Recano la data dell'8 dicembre 2024 i decreti del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica relativi rispettivamente al ramo maschile e a quello femminile della Famiglia del Verbo Incarnato. Mons. José Antonio Satué Huerto, vescovo di Teruel y Albarracín, sarà delegato ad nutum Sanctae Sedis dell'Istituto del Verbo Incarnato (ovvero i sacerdoti e fratelli coadiutori), mentre suor Clara Echarte, F.I., lo sarà per le Servidoras del Señor y de la Virgen de Matará (il ramo femminile). L'obiettivo, stando ai decreti, è quello di una «conversione ecclesiale».
All'Istituto e alle Suore vengono ora contestate «gravi difficoltà negli itinerari formativi (...) e, in modo speciale, nella fase del discernimento vocazionale» - le criticità e i relativi provvedimenti si ripetono nei due decreti - e pertanto «pur evidenziando il grande slancio missionario dell'Istituto e un lodevole impegno personale di molti dei suoi membri» si dispone la sospensione di nuove vocazioni per tre anni e una «una profonda revisione del diritto proprio, che comporterà anche una decisa riduzione dei vari manuali e regolamenti attualmente in vigore». Entrambi i delegati pontifici guideranno i rispettivi rami «ad nutum Sanctae Sedis, con tutti i poteri di governo, a norma del diritto universale e delle sue Costituzioni, con pieno potere di abrogare queste ultime, se ritenuto opportuno e necessario. Successivamente verranno conferiti altri eventuali poteri che si rendessero necessari».
Si sottolinea, inoltre, la necessità di «mantenere i contatti con i Vescovi delle Diocesi in cui è presente l'Istituto e svolgerà il proprio apostolato, in particolare con i Vescovi di Velletri-Segni (Italia) e San Rafael (Argentina)» (cioè dove la congregazione fu eretta canonicamente e dove nacque). Apostolato che si svolge anche in Medio Oriente: a loro è affidata la cura della nuova chiesa del Battesimo di Gesù, consacrata ieri in Giordania dal cardinale Parolin, in presenza del patriarca Pizzaballa che nel suo indirizzo di saluto ha pubblicamente ringraziato «la Congregazione del Verbo Incarnato, che, con i suoi sacerdoti e suore, ci offrirà un servizio spirituale in questo luogo».

 
Fonte: Redazione di BastaBugie, 19 febbraio 2025