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La decisione dell'amministrazione Trump di azzerare l'Usaid, l'Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale, ha sollevato nei giorni scorsi molte polemiche, sia da parte di quanti hanno criticato questa scelta sia da parte di quanti, invece, hanno messo in luce come - tra diverse cause filantropiche e umanitarie, per così dire -, quest'Agenzia sostenesse anche svariati progetti ideologici. Anche il Timone, a quest'ultimo proposito, ha ricordato come l'Usaid spendesse la bellezza di 800 milioni di dollari per progetti di matrice gender: non esattamente, ci sia consentito, iniziative così indispensabili, anzi. Tutt'altro.
Ebbene, in questi giorni - sempre rispetto ai cambiamenti in corso all'Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale - sono avvenute due cose. La prima è stata l'ufficializzazione della sforbiciata della Casa Bianca, che sarà oggettivamente di entità notevole. Il budget dei programmi di aiuto e sviluppo all'estero, infatti, sarà tagliato di oltre il 90%. Anzi, anche di più dato che pare che i vertici dell'Amministrazione americana abbiano individuato la bellezza di quasi 5.800 stanziamenti, per un valore residuo di 54 miliardi di dollari, «da eliminare subito» nell'ambito dell'agenda Trump; tutto ciò con una riduzione di spesa per l'Agenzia in questione del 92%. Che dire, davvero la madre di tutte le spending review.
La seconda novità collegata a questa questione, raccontata dall'agenzia Reuters, riguarda l'avvenuta chiusura di tre cliniche per la comunità transgender - che seguivano complessivamente 5.000 persone -, che il mese scorso, appunto, hanno chiuso i battenti proprio a seguito dell'ordine di sospensione degli aiuti da parte dell'Usaid. Queste tre cliniche si trovavano nella lontana India. «Ecco cosa finanziavano i soldi delle tasse americane», è stato il commento di Elon Musk su X, con riferimento ad un post riguardo alla chiusura di una di queste tre cliniche, inaugurata nel 2021 nella città di Hyderabad, nell'India meridionale.
Sempre secondo quanto riportato dalla Reuters, le cliniche indiane in questione non erano gestite da professionisti terzi bensì principalmente da medici, consulenti e altri operatori della comunità transgender; il che può far sorgere il sospetto che i finanziamenti dell'Usaid - almeno in queste tre strutture - potessero non essere spesi con la massima diligenza possibile, visti i tanti interessi in gioco. In questi giorni i medici che lavoravano in queste cliniche bussano al governo indiano: «Ora che i finanziamenti statunitensi sono cessati, la necessità e la passione rimangono. Spetta al governo indiano, portare con sé la comunità trans indiana, finanziare e ampliare questo modello».
Ora, staremo a vedere quale sarà il destino delle tre cliniche. Intanto però una cosa, a questo punto, è inconfutabile: lo «sviluppo internazionale» che i finanziamenti Usaid promuovevano era abbastanza discutibile. E pure quelle voci, perfino in ambito cattolico, levatesi per protestare contro questa sforbiciata sostenendo che l'Usaid «ha fatto anche cose buone» (cosa indubbia, eh), forse farebbero bene a riflettere. Provate infatti a mettervi nei panni che di un cittadino americano che fatica a far quadrare i conti e ad arrivare a fine mese e che ora viene a scoprire che una parte delle sue tasse servivno a far "cambiare sesso" a gente dall'altra parte del mondo; provate a mettervi in questi panni e a non infuriarvi. Non è esattamente semplice.
Nota di BastaBugie: Raffaella Frullone nell'articolo seguente dal titolo "800 milioni di dollari per il gender. Li spendeva l'Usaid che Trump vuole azzerare" spiega che Trump vuole chiudere questa agenzia che si è resa responsabile di frodi di varia natura, sprechi di fiumi di denaro, finanziamenti più o meno espliciti al partito democratico.
Ecco l'articolo completo pubblicato su sito del Timone il 11 febbraio 2025:
Ancora storditi dalla raffica di ordini esecutivi che il neo presidente americano ha firmato nei primi venti giorni del suo mandato, molti dei quali sviluppano il programma annunciato durante il discorso di insediamento, quando Donald Trump ha ribadito che l'amministrazione in carica avrebbe riconosciuto solo i due sessi esistenti, maschio e femmina, i detrattori del leader della Casa Bianca ora sono sul piede di guerra per l'annunciato smantellamento dell'Agenzia per lo sviluppo Internazionale, che sulla carta fornisce aiuti umanitari e assistenza per lo sviluppo in diversi Paesi del mondo.
In realtà già prima che l'amministrazione Trump annunciasse l'intenzione di voler ridurre gli impiegati dell'agenzia da diecimila a circa trecento, ponendola sotto il controllo diretto del Dipartimento di stato, era stato un memorandum interno dell'Ufficio dell'Ispettore Generale a confermare che l'agenzia gestiva il suo budget - oltre 46 miliardi di dollari - in modo poco trasparente e con un una serie di sprechi
Secondo il testo, pubblicato a fine gennaio, l'agenzia avrebbe generato "vulnerabilità significative" distribuendo fondi pubblici senza garantire che questi non finissero nelle mani di organizzazioni terroristiche o soggetti coinvolti in frodi, mancherebbe quindi un'adeguata verifica sui destinatari finali dei fondi, anche a causa di una certa resistenza delle Nazioni Unite e delle Ong straniere a condividere informazioni su potenziali illeciti. Ad esempio, riporta Roberto Vivaldelli su Insideover, un caso emblematico riguarderebbe la Siria, dove aiuti alimentari Usaid sarebbero stati deviati a favore di Hay'at Tahrir al-Sham, l'ex diramazione siriana di al-Qaeda, oggi al potere con Al Julani.
Sul suo social Truth, Trump ha ribadito di voler chiudere un'agenzia che si è resa responsabile di frodi di varia natura, sprechi di fiumi di denaro, finanziamenti più o meno espliciti al partito democratico. Ma non è tutto. La neo portavoce della Casa Bianca, Karolin Leavitt ha dato qualche numero, riferendo che oltre un milione e mezzo di dollari sono andati per finanziare i soliti progetti "in inclusione" in Serbia, 70mila dollari per lo stesso scopo sono stati stanziati in Irlanda, 47mila dollari sono andati a finanziare un'opera di propaganda trans in Colombia e 32mila per un fumetto transgender finanziato in Perù. Un'agenzia a servizio della fluidità insomma.
Ma non è tutto, la testata The Federalist ha analizzato una serie di documenti secondo cui l'Usaid ha di fatto sovvenzionato per donare quasi 800 milioni di dollari a un gruppo che ha lo scopo di superare l'eteronormatività. Parallelamente l'Agenzia supportava una piattaforma con lo scopo dichiarato di "contrastare la disinformazione", che ancora una volta aveva lo scopo di censurare testate e realtà non allineate soprattutto sui temi Lgbt, colpevoli di voler escludere chi non si riconosceva nel binarismo di genere. In particolare il programma prevedeva la rimozione delle disuguaglianze sistemiche e delle norme discriminatorie in tutto il mondo. Per farlo, con diversi mezzi ci si proponeva di smantellare quelli che venivano definiti sistemi di discriminazione, utilizzando l'azione collettiva per influenzare e dirigere processi politici. Dunque censurare le solite opinioni impopolari.
Forse anche per questo in tanti oggi si indignano con il Presidente americano, non sopportano che abbia avviato quella che ha chiamato Rivoluzione del buon senso.
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