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IL CALENDARIO CARITAS DIMENTICA I SANTI E FESTEGGIA MAOMETTO
Incredibile corsa all'autodistruzione
di Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro
 

Un calendario 2010 che mescola insieme ricorrenze cattoliche musulmane, ortodosse e cinesi, il tutto in un tripudio di "giornate", da quella per la pace a quella per il risparmio energetico.
Di questi tempi, nei quali vanno di moda le "contaminazioni" e il "meltingpot", non ci sarebbe nulla di originale, se non fosse che a curare e diffondere un simile almanacco è un giornale cattolico, e precisamente il periodico della Diocesi di Adria-Rovigo «La Settimana». Che per il nuovo anno ha pensato bene di offrire ai suoi lettori un calendario nel quale accanto al Santo Natale e all'Epifania (che per errore è però collocata curiosamente al 3 e non al 6 gennaio), compaiono in bella evidenza la musulmana ascensione del Profeta, la festa cinese della luna e il Ramadan. «Che male c'è?» dirà qualcuno. «In fondo, un anno è lungo, e c'è posto per tutti». Il guaio è che, quando si imbocca a tutta velocità la strada dell'ecumenismo e del sincretismo delle fedi, quando si getta benzina sul fuoco che alimenta l'indifferentismo religioso al grido di "crediamo tutti nello stesso Dio", quando si strizza l'occhio al "volemmossebbene" interculturale, succede che non ci si limita ad aggiungere, ma si inizia con il togliere, con il tagliare, con il perdere per strada pezzi della propria identità. Uno, magari, pensa di ragionare come i vecchi imbonitori da fiera e sta sulla porta urlando «Più credenze entrano e più feste si vedono» e poi finisce per rimanere fuori proprio Lui.
SANTA OBIEZIONE
Tanto che, scorrendo questo calendario "ecumenico", la prima cosa che balza all'occhio è la scomparsa dei santi. Ne sopravvive solo una sparuta rappresentanza forse tra quelli ritenuti più politicamente corretti: San Massimiliano (patrono degli obiettori di coscienza), San Francesco (patrono d'Italia) e Santo Stefano (senza spiegazioni). Scompare ogni riferimento al Giovedì Santo (quando Gesù istituisce il sacramento dell'eucarestia). A luglio si staglia, unica in tutta la pagina, la musulmana ascensione del Profeta (con la "P" maiuscola), mentre ad agosto si ricorda, in coda al Ramadan e alla giornata internazionale della gioventù, l'Assunzione di Maria vergine (con la "v" minuscola). L'Immacolata concezione di Maria sta appiattita fra il capodanno musulmano e la giornata internazionale dei diritti umani. Il 16 maggio non è il giorno dell'Ascensione di Nostro Signore, ma la 44^ giornata delle comunicazioni sociali. E a settembre?
Arrivano la 5^ giornata per la salvaguardia del creato, il Lialat Al qudir, la fine del Ramadan, la giornata internazionale della pace e la festa cinese della luna. Con buona pace delle feste mariane il primo gennaio si celebra la "43^ giornata della pace", ed è vero, ma probabilmente non secondo l'anelito politicamente corretto degli estensori del calendario. In compenso, non si dice che, prima di tutto, il Capodanno è la festa di Maria Madre di Dio, ed è questo il motivo per cui la Chiesa stabilisce fra l'altro il precetto di assistere alla Messa. Se il buon giorno si vede dal mattino, si capisce che nel calendario politicamente corretto le "giornate" devono ritagliarsi un ruolo da protagoniste. Se ne contano in tutto ben 34: dalla giornata del risparmio energetico, a quella dei consumatori.
Questa mania delle "giornate", che piace tanto anche a un gran numero di cattolici, è una trovata efficace per mandare in soffitta il vecchio calendario canonico, nel quale il tempo è scandito da feste dei Santi e ricorrenze liturgiche. Una strategia indolore grazie alla quale si impone un nuovo "calendario laico" in cui Dio scompare per essere rimpiazzato dalla Giornata Internazionale della Meteorologia e dalla Giornata Internazionale dell'Infermiere. Il vecchio progetto giacobino che non riuscì ai rivoluzionari, oggi sembra andare in porto, grazie alle agende acquistate in cartoleria o ricevute in dono dalla propria banca, nelle quali sono stati rimossi come pericolosi bacilli infettivi i nomi dei santi e talvolta perfino il Natale o la Pasqua.
L'Europa che dà lo sfratto esecutivo ai Crocefissi vuole sloggiare il Nazareno anche dal calendario. Ma c'è da restare di stucco nel vedere che siano proprio dei cattolici ad alimentare lo stato confusionale degli almanacchi, rimuovendo le ricorrenze cattoliche e rimpiazzandole con le "giornate" laiche e con le festività di altre religioni.
REAZIONI
Uno sconcerto che ha suscitato le reazioni di qualche fedele della diocesi di Adria-Rovigo. Francesca Pivirotto ha scritto alla "Settimana": «Non appenderò in casa il vostro calendario. Capisco che possiate pensare che quello che appendo o non appendo in casa mia sono affari miei. Probabilmente avete ragione, ma sentivo il bisogno di rendere pubbliche le mie proteste. Davvero l'integrazione passa attraverso la distruzione sistematica non solo della nostra cultura ma anche della nostra identità religiosa (operata per giunta da strutture interne alla diocesi)? Io non ne sono convinta, per cui ho appeso in casa il calendario che mi ha dato il mio amico legatore: ogni giorno un Santo a tenermi compagnia e a ricordarmi che sono cattolica, apostolica, romana.
Ogni giorno dell'anno un cattolico deve affrontare la vita con Cristo. Lui è la soluzione (la Via), non un ostacolo all'integrazione e a tutto il resto».
Se, al momento di andare in stampa con questo articolo, non è cambiato qualcosa, anche a noi risulta che sia così.

 
Fonte: Libero, 6 Gennaio 2010