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« Torna agli articoli di Alessio Cervelli
Poche settimane fa al cinema è uscito il Film “Scontro Tra Titani”, di Louis Leterrier. Confesso che nutrivo una certa aspettativa al riguardo. Il mito di Perseo mi è sempre piaciuto fin da bambino: è una di quelle storie antiche che tuttavia piace ancora a chi ha il tempo di ascoltarla. Uscito dalla sala ho potuto solo dire: “Che grande delusione!”.
Eh, sì! E’ con amarezza che ho dovuto constatare un barbaro tradimento della figura eroica di Perseo e una profonda infedeltà al mito delle sue imprese: il tutto per realizzare l’ennesima pellicola che vuole esprimere concetti contrari al senso della religiosità, della spiritualità e della fede (qualunque essa sia: stavolta non si tratta in effetti di uno dei tanti attacchi portati al cristianesimo nei tempi recenti).
Una delle saghe più care al mondo greco, è stata trasformata in una lotta ideologica di illuminismo ateo, dove gli uomini, oberati dalla presenza scomoda e ingombrante di dèi spietati e oppressivi, trovano in Perseo il paladino che li guiderà all’affrancamento da ogni schiavitù dell’ideale religioso.
Domandiamoci questo: il mito greco è veramente portatore di questo messaggio di rivolta? Nel film possiamo vedere come Perseo rifiuti ogni aiuto dal padre Zeus proprio perché egli è un dio: non accetta armi, non accetta Bubo (la civetta di Atena), non accetta Pegasus, il cavallo alato: è un uomo che vuole affrancarsi dalla sua natura di “semidio” e quindi vuol compiere da solo la propria impresa eroica.
Il mito antico è tutt’altra faccenda: è un racconto dove gli dèi greci appaiono sì per quello che sono e cioè molto simili agli uomini nel modo di comportarsi e di contendere tra loro, ma sempre benevoli almeno nei confronti di quegli uomini che considerano sotto la propria protezione: Zeus è un padre affettuoso verso Perseo (infatti quando Acrisio re di Argo fa gettare lui e sua madre in mare chiusi dentro una cassa, Zeus ordina a Poseidone di salvarli entrambi); Teti è premurosa verso il figlio Calibos, benché egli si sia macchiato di gravi delitti; infine non è assolutamente vero che Ade uccide le persone care a Perseo, movente vero e proprio -nel film- della "ideologica ribellione" dello Pseudo-Perseo agli dèi.
Ancor prima di accingersi all’impresa che lo consacrerà eroe delle genti antiche, Perseo riceve in dono armi divine: un elmo che rende invisibili, una spada capace di tagliare il marmo senza che il filo della sua lama minimamente ne risenta, e soprattutto uno scudo. Per la prima volta, all’interno dello scudo, vede il volto di suo padre Zeus, il quale gli raccomanda di custodire bene quello scudo perché un giorno gli avrebbe salvato la vita (ovvero nel combattimento contro Medusa, che Perseo riesce a decapitare guardandola riflessa nell’interno dello scudo). L’eroe accetta di buon grado le armi divine, come di buon grado si avvale dell’aiuto di Pegasus e della civetta Bubo.
Un consiglio: volete vedere un film veramente bello sul mito di Perseo? Eccolo: "Scontro di titani", un film fantasy diretto dal regista Desmond Davis. È caratterizzato dagli effetti speciali di Ray Harryhausen, nominato all'Oscar, e dalla presenza di un cast di tutto rispetto: Laurence Olivier (Zeus), Maggie Smith (la vendicativa Teti), Ursula Andress (Afrodite). La piana archeologica di Paestum, in Campania, con i suoi templi, fu tra le ambientazioni scelte dalla produzione per girare alcune esterne del film.
Godetevi il mito di Perseo fedelmente inscenato sul grande schermo: sarete d’accordo con me che è già avvincente così, senza voli ideologici! La verità è sempre più bella di qualunque dittatura ideologica della cultura attualmente dominante!
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