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SE IN FRANCIA LO STATO DEMOLISCE LE CHIESE, CHI SGOZZA IL PRETE SEMPLICEMENTE COMPLETA L'OPERA
A Parigi la polizia trascina via a forza preti e chierichetti interrompendo la Messa, così la chiesa di Santa Rita sarà demolita per far posto a un parcheggio
di Andrea Zambrano
 

Ci saranno sicuramente tutte le motivazioni giuridico amministrative del caso, ma alla demolizione di una chiesa cattolica frequentata dai fedeli non ci si può abituare. E neppure alle immagini choc di preti e chierichetti trascinati a viva forza dalla polizia che deve eseguire l'ordine del tribunale. Sono immagini che fanno violenza ai sentimenti e alla ragione, al sensus fidei, almeno quel poco rimasto nelle persone di senno. E che ci portano ad un contesto di persecuzione che non conoscevamo e che non vogliamo accettare.
Quella di ieri mattina a Parigi è stata l'ennesima e forse più eclatante dimostrazione del processo di distruzione delle radici cristiane dell'Europa. Nella chiesa di Santa Rita, nel 15esimoarrondissement la polizia ha trovato al suo interno una 30ina di manifestanti, tra cui sacerdoti e fedeli, ma anche attivisti di associazioni. E ha dovuto usare la forza per interrompere la messa che era in corso e sgomberare tutti. La vicenda è stata riportata in Italia da Zenit che ha documentato ciò che a Parigi stava accadendo. Una vicenda tutta da leggere, con l'associazione belga proprietaria dell'edificio sacro che decide di metterla in vendita per la costruzione di un parcheggio. Una vicenda legale che si trascina da 15 anni e che stamattina ha avuto il suo parossistico epilogo.
Ognuno può accampare le motivazioni che ritiene più congeniali: la scarsa attrattività artistica della chiesa, la forza del diritto di proprietà privata che deve essere esercitato, ma niente: non ci si riesce ad abituare. Una chiesa demolita dalle ruspe è un'immagine da regime totalitario che non si digerisce. Ma nessuno stavolta oserà parlare di profanazione, di empia violenza al Santissimo Sacramento, perché se allo sgozzamento di un prete nella casa di Dio non eravamo abituati, alla cancellazione dei simboli cristiani siamo assuefatti da tempo. Così quello che è accaduto ieri a Parigi resterà né più né meno che un fatto di cronaca. Che farà indignare, ma che non cambierà di una virgola il corso degli eventi.
Nella capitale francese, già sconvolta da attentati terroristici e persino dallo sgozzamento di un prete, si procede a larghe falcate verso la scristianizzazione del paese. La ruspa procede inesorabile davanti a se e non si ferma di fronte alla pietà, alla fede, al sacro, al divino che vengono cacciati a suon di manganello. E' il modo peggiore di onorare un martire come padre Jacques Hamel, che per celebrare la messa nella sua chiesa ha dato la vita.
Che cosa sta succedendo? Perché si ha la netta sensazione che il cristianesimo debba essere sradicato dalla sua culla? Si è provato con le ideologie che in questi anni hanno snervato il sentimento cattolico, ci si è riusciti parzialmente chiedendo alle istituzioni ecclesiastiche di cedere di volta in volta terreno alla pretesa di creare un uomo finalmente liberato dai lacci del divino. Ma mentre la scristianizzazione avanzava restavano delle sacche di resistenza. Perché il cuore dell'uomo ha bisogno di verità come una pianta del sole e non lo si può inaridire facilmente. Così bisognava passare alle maniere forti: cancellare ogni simbolo, ogni retaggio di un passato oscurantista, per creare l'uomo nuovo. E se serve si entrerà in chiesa con violenza giacobina, con i poliziotti a fare la parte dei cosacchi.
D'altra parte non c'è da stupirci se Parigi è la stessa città che pochi giorni fa ha chiuso la bocca al cardinale arcivescovo André Vingt-Trois che dal pulpito, mentre ricordava il povero confratello primo martire cattolico della violenza jihadista, denunciava il terribile vuoto di valori e di prospettive della nostra società. Un vuoto animato dal silenzio dei genitori davanti ai loro figli e il fallimento della trasmissione di valori comuni, il silenzio delle élite davanti alle devianze dei costumi e la legalizzazione di queste devianze. Ma anche il silenzio al lavoro, a casa, in città. Per quelle parole Vingt-Trois è stato accusato dalla gauche al potere di omofobia. E nessuno si è affrettato a riconoscere il diritto calpestato di un pastore d'anime di dire e denunciare il male che sta avanzando. Niente. Silenzio.
C'è un avvertimento di un grande uomo di Francia che queste scene di violenza le aveva prefigurate: "Togliete le messe dalle chiese e i diavoli balleranno sugli altari". Il Santo curato d'Ars, di cui oggi si farà memoria distrattamente nelle altre chiese rimaste aperte, non si era spinto fino alla distruzione dei templi, ma sapeva che il diavolo non vede l'ora di distruggere la fede. Così sul futuro parcheggio di rue François Bonvin, in assenza di altari, i diavoli balleranno sui tetti delle auto cariche di borse della spesa.
E nessuno si ricorderà di quando la messa in quel quartiere avvicinava il cielo alla terra facendo l'uomo partecipe del grande sacrificio della croce e sanando con i suoi benefici le anime quaggiù e quelle in Purgatorio. Di fronte ad una Chiesa di Francia così prona e sotto scacco nel concedere la casa di Dio ai muezzin che proclamano il Corano dall'ambone, non deve stupire che i templi cristiani debbano subire l'onta della messa in vendita e della demolizione. Perché ormai non servono più. Alla nuova religione che ormai ci fa chiamare gli islamici "fedeli di rito musulmano", non servono croci e tabernacoli.

L'OCCIDENTE CHE DEMOLISCE LE CHIESE E LO SPIRITO (AGGIORNAMENTO DEL 08-08-2016)
Nei giorni scorsi ha fatto scalpore la notizia dell'irruzione della Polizia in assetto antisommossa in una chiesa di Parigi. Le immagini del sacerdote trascinato via a forza hanno fatto il giro del mondo. Il prete stava celebrando messa. L'ultima messa nell'edificio consacrato a Santa Rita sulle cui fondamenta, dopo una lunga vertenza giuridico amministrativa, pende ora la spada di Damocle della ruspa. La chiesa infatti sarà demolita e al suo posto sorgerà un parcheggio.
L'irruzione ha mostrato al mondo una violenza da parte della Polizia che non si vede di solito per le tante moschee abusive sparse qua e là nelle città d'Europa. All'iniziale indignazione anche di esponenti politici francesi come Marion Le Pen ha fatto seguito un balletto giustificazionista che alla fine ha prodotto il risultato di far passare il sacerdote e gli occupanti come usurpatori.
La chiesa infatti è di proprietà di un'associazione non in comunione con Roma. A questo si aggiunge che, nel commenti sui social e su alcuni giornali, la comunità di fedeli che stava utilizzando la chiesa è stata definita abusiva e lefebvriana, quindi anch'essa non in piena comunione con Roma. Quindi, tutto sommato, la tesi sostenuta da alcuni è che la distruzione della chiesa non sarà una gran perdita per la Chiesa.
Peccato che le cose non stiano così. Anzitutto il sacerdote che celebrava messa per un nutrito numero di fedeli appartiene all'Istituto Buon Pastore, nato dopo una "scissione" da Econe e incardinato in perfetta comunione con Roma attraverso la Pontificia commissione Ecclesia Dei.
Quindi ad essere cacciata a pedate dalla chiesa non è affatto una confessione non in comunione con Roma, ma con le carte in regola per appartenere alla Catholica. Ci sarebbe da dire anche sulla liceità di giustificare un intervento in antisommossa per pastori lefevbriani. Il fatto cioè che se il sacerdote, che durante la messa prega per il Papa, a differenza degli ortodossi, appartenga alla comunità San Pio X allora è lecito sbatterlo fuori a calci.
Più complessa, ma non meno carica di significati e spunti di riflessione è l'accusa di aver occupato la chiesa abusivamente. In un'intervista rilasciata al Le Figaro Padre William Tanoüarn, il sacerdote trascinato a forza dalla Polizia, ha raccontato come stanno davvero le cose.
Il sacerdote ha spiegato che la chiesa è nata nel 1905 da un gruppo di anglicani chiamato "I cattolici apostolici". Questi avevano l'obiettivo di annunciare la fine del mondo per altri cristiani, ma sono morti per esaurimento del "carisma". Così l'edificio dedicato a Santa Rita è stato dato in affitto alla Chiesa gallicana, un altro gruppo di cattolici "dissidenti" autonominato. Questi però, negli ultimi anni hanno smesso di pagare l'affitto e hanno poi successivamente abbandonato l'edificio, che, di passaggio in passaggio è stato svenduto ad un'immobiliare. La quale ha visto l'occasione di farci una bella speculazione trasformandola in parcheggio.
Nel frattempo, nel quartiere di rue François Bonvin, nel 15esimo arrondissement, la comunità cattolica presente anche quando c'erano i "gallicani" ha da subito visto nella chiesa di Santa Rita un approdo visto e considerato che a Parigi sono tante le chiese chiuse o abbattute per far posto a case o centri commerciali. Così i cattolici del quartiere hanno chiesto ai sacerdoti del Buon Pastore di venire a celebrare messa in quell'edificio.
I religiosi si sono rimboccati le maniche. In pochi anni hanno portato quella che era una chiesa di una confessione simil protestante ad un centro di irradiazione della fede, vivo e stanziale esattamente come una parrocchia. Negli ultimi anni in Santa Rita si celebra messa in forma straordinaria, come disciplinato dal Motu Proprio Summorum Pontificum, due volte alla domenica e una volta nei giorni feriali.
Per una vita spirituale che nasceva e fioriva, praticamente più dello standard di una parrocchia media in Italia, però, c'era all'orizzonte la minaccia della burocrazia e della legge. Con lo stabile venduto e di proprietà di un'immobiliare il suo destino era segnato.
Ma a riprova della buona fede e della serietà della comunità sorta in Santa Rita il padre ha fatto notare che i fedeli erano pronti ad acquistare la chiesa. «Ci vogliono 5 milioni di euro», ha detto. Una cifra impensabile, ma da affidare proprio alla titolare del tempio, che in quanto patrona delle cause impossibili avrebbe sicuramente fatto la sua parte. E poi la storia della Chiesa è piena di fedeli che hanno fatto sacrifici per costruirsi la loro chiesa. Basta andare nel Duomo di Milano e vedere da chi è stato costruito per comprenderlo.
Bastava solo un po' di collaborazione da parte dell'immobiliare e del Comune che, rispettando il principio della laicità e della libertà religiosa, avrebbe potuto aiutare la comunità a trovare i fondi necessari per l'acquisto. Non parliamo di fondi pubblici, ma quando un comune vuole aiutare un privato ci riesce facendo leva sulle sue conoscenze, senza gravare sulle casse dei cittadini. Idem avrebbe potuto fare l'Arcidiocesi di Parigi.
Ma tutto questo non è avvenuto. Nessuno ha aiutato la comunità di Santa Rita a comprarsi la sua chiesa, anche perché a reggerla erano "pericolosi" tradizionalisti, che in Francia sono una primavera per la Chiesa, così il duro braccio della legge ha fatto il resto.
Ecco perché padre William ha resistito sull'altare fino all'arrivo dei gendarmi. «La distruzione programmata di S. Rita rientra nel dramma delle chiese vuote di Francia. Questi edifici dovrebbero essere riconosciuti come sacri e protetti anche se non sono "redditizi"», ha dichiarato al giornale francese.
Come dargli torto? Se vogliamo continuare ad essere una civiltà, dobbiamo continuare ad avere questi luoghi dove soffia lo Spirito. Così, mentre gli emiri arrivano in Occidente carichi di bigliettoni per costruire moschee, a noi non resta che piangere amaramente sull'impossibilità di comprarci una chiesa in casa nostra.
Un risultato però la "sceneggiata" di padre William l'ha ottenuto: sensibilizzare il mondo politico francese sulla necessità di mantenere i presidi cattolici dove esistono comunità animate da fede e buona volontà. Presidi che hanno costruito l'Occidente che oggi li rinnega. Chissà che dopo lo choc salutare dei religiosi del Buon Pastore, qualcuno non si decida ad aiutare la "parrocchia" di Santa Rita a comprare la chiesa.

 
Titolo originale: Demolite la chiesa: se la profanazione è di Stato
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 04/08/2016