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« Torna agli articoli di Antonio Socci
Quando gli eretici ariani, nel IV secolo d.C. presero il controllo pressoché totale della Chiesa, solo la voce di sant'Atanasio si alzava a difesa della verità cattolica e Atanasio fu scomunicato ed esiliato più volte.
Dovette fuggire nel deserto, perché era braccato dall'imperatore ariano. Chi aveva il potere - come l'imperatore Costanzo - gettava fango su Atanasio, denunciando ai quattro venti "la vita di Atanasio, notoriamente malvagia, la sua infaticabile opposizione alla pace nella Chiesa, i suoi intrighi per far nascere la discordia" (Cit. in J. H. Newman, Gli ariani del IV secolo, Jaca Book, Milano 1981, pp. 244-245).
Atanasio DOPO aver salvato la fede cattolica è stato proclamato santo, padre e dottore della Chiesa. Ma PRIMA ha dovuto subire l'isolamento, l'infamia e la persecuzione. E soprattutto quell'accusa, per lui molto dolorosa, di DIVIDERE la Chiesa, di seminare discordia, di non riconoscere l'autorità.
CONTRO L'ERESIA E CONTRO LA MENZOGNA
Cionondimeno lui e - in altre circostanze storiche - i grandi santi e padri della Chiesa, non esitarono mai a schierarsi contro l'eresia e contro la menzogna e quando si leggono i loro infuocati scritti (contro gli ariani, contro Pelagio ecc.) bisogna sempre tener presente che il bersaglio erano altri (presunti) cattolici, spesso importanti ecclesiastici di successo e - nel caso degli ariani - si trattava di dottrine (eretiche) abbracciate pressoché dalla totalità della gerarchia cattolica. Era doloroso per loro dover combattere queste battaglie. Ma prima di tutto - per questi santi - veniva Cristo, non l'unità e la concordia. Prima di tutto la Verità.
La stessa accusa (di dividere) viene usata anche oggi da chi ha il potere e non tollera che venga ricordata la verità e l'autentica della legge di Dio. Secondo costoro bisognerebbe sacrificare la verità sull'altare dell'unità e dell'armonia. Ma ecco una pagina illuminante di Ratzinger:
"L'ho scritto: senz'altro il valore dell'unità è un valore fondamentale del Vangelo. Ma posto questo - e cioè che il Signore è venuto a riunire i dispersi figli di Dio - dice anche: 'Non sono venuto per dare la pace, ma la spada'. La verità deve comportare questo coraggio di rivelare la menzogna, e di dar così luogo alla verità. Un dialogo nel quale si omette tutto quanto potrebbe eventualmente non essere condiviso dall'altro, non è più un dialogo, non comunica niente. C'è dialogo quando ci si muove verso la verità."
Insomma, la VERA UNITA' si può e si deve fondare solo sulla Verità che è Cristo stesso, altrimenti è connivenza, complicità, è roba da politicanti che tradisce la Verità e stabilisce la menzogna.
SBAGLIARE, MA NON MENTIRE
Per questo Don Giussani sottolinea che ciò che conta, nella vita di un cristiano, non è non sbagliare, ma non mentire. Bisogna sempre riconoscere la verità, anche se è doloroso, anche se questo ti chiede di esporti, anche se per questo ti troverai ad aver contro il mondo intero, anche se ti costerà il disprezzo e l'odio dei più, anche se dovrai pagare un prezzo molto salato:
"Innanzitutto devi essere carica di certezza, di libertà, di volontà di cammino, attraversando tutti gli ostacoli e i tuoi stessi errori - perché l'ostacolo principale sono i nostri errori. Quello che conta nella vita NON E' NON SBAGLIARE , MA NON RIMANERE MENTITORI. La cosa grave non sono gli sbagli: la cosa grave è la menzogna e la menzogna è non riconoscere la verità. La verità è il destino per cui noi siamo stati fatti. Nel nostro cuore questo destino ha messo la firma, ha già detto che cosa è: amore, giustizia, verità, felicità" (Giussani, Realtà e Giovinezza, la sfida).
Nota di BastaBugie: un gruppo di amici si ritroverà al santuario di san Luca a Bologna per tornare all'autentico spirito di don Giussani.
Ecco la lettera integrale, con relative firme e contenente il programma della giornata e i recapiti, pubblicata l'8 settembre 2016 sul Blog di Antonio Socci:
Caro amico,
chi ti scrive è un gruppo di persone che ha avuto la grazia di incontrare don Giussani e i suoi collaboratori più stretti e che, da questo incontro, ha avuto la vita cambiata, come molto probabilmente sarà accaduto anche a te.
Riteniamo che don Giussani rappresenti un dono alla Chiesa di valore inestimabile, oggi ancora più attuale, incontrabile attraverso i suoi scritti, che narrano un'esperienza accaduta, tramite coloro che hanno vissuto a più stretto contatto con lui, e quanti sono fedeli al suo metodo. Ma soprattutto riteniamo che rappresenti, per noi, ogni giorno, una sorgente di fede e vita nuova della quale non possiamo fare a meno per il gusto della vita, per un'adesione ragionevole e libera a Gesù, e perché la Sua Chiesa sia presente tra gli uomini.
È in virtù di questa esperienza di corrispondenza che sentiamo tutta la responsabilità di essere un'"avanguardia della missione", di quello che don Giussani stesso ha definito essere Movimento: «Uno che ha una fede anche in modo semplicemente implicito non può non conservare la fiducia nell'umano; deve perciò preoccuparsi della gente che lo circonda e diventare presenza per chiunque gli stia vicino; e, innanzitutto, per il marito, la moglie, i figli, gli amici di scuola, i compagni d'università e di lavoro.» (il senso della nascita, dialogo tra Giovanni Testori e Luigi Giussani, Edit 1980). Quindi per il mondo intero.
Proprio perché fragili peccatori, noi vogliamo aderire a questo Ideale Vivente che non siamo ancora e offrire a ciascun compagno di strada la possibilità di incontrare Gesù vivo e presente tra i suoi, attraverso le tre dimensioni della cultura, della carità e della missione, in una «comunione vissuta, come dimensione ed esigenza fondamentale della persona, che rende quotidiana la memoria dell'avvenimento di Cristo, trasfigurando l'esistenza fino a incidere, secondo tempi e modi adeguati, sull'intera società.» (Art. 2 dello statuto della fraternità di comunione e liberazione)
In ragione di questo sentire, vediamo con preoccupazione e non ci riconosciamo in quella riduzione intimistica e tutta emozionale che viene proposta recentemente dai responsabili di CL come ripresa delle origini del movimento.
Non condividiamo la loro spasmodica ricerca del consenso dei media, «come certa teologia post-conciliare (...) volontariamente cortigiana e serva della mentalità egemone. E non si accorgono che quel laicismo che mette loro tanta soggezione e bisogno di riverirlo, è in agonia, assieme a tutta la modernità nata dall'illuminismo settecentesco...» (Luigi Giussani a Vittorio Messori in inchiesta sul cristianesimo, Mondadori, 2003). Ricerca di consenso del mondo che va a scapito di una presenza concreta e visibile negli ambienti con un giudizio originale e incontrabile da tutti.
Non accettiamo che la nostra storia sia ridotta a una lettura superficiale che la squalifica e la degrada a ricerca "di briciole di potere" o di egemonia.
Rifiutiamo la contrapposizione tra militanza e testimonianza, quasi fossimo stati un partito, perché, al contrario, la massima espansione missionaria del Movimento è avvenuta proprio nel periodo della presunta militanza, mentre gli ultimi anni, quelli della presunta testimonianza, segnano una drammatica sparizione del Movimento dal mondo giovanile, e dagli ambienti, con un'emorragia dolorosa di persone.
Non abbiamo certo bisogno di un nemico per sapere chi siamo e a Chi apparteniamo, ma sappiamo bene quanto il nemico della presenza di Cristo nel mondo operi in molti modi e, in particolare, «nei padroni della cultura, che hanno ancora il dominio delle menti e delle coscienze e che hanno prodotto l'opera di scristianizzazione avvenuta in questo dopoguerra.» (Augusto del Noce al Meeting del 1989).
Non vogliamo neppure che l'esperienza generata dal servo di Dio Luigi Giussani sia lo spunto per la riedizione di una "scelta religiosa" che produsse e che produce oggi una fede disincarnata e ridotta a opinione, quando, invece, «"L'uomo spirituale, cioè l'uomo che ha accolto il vero, giudica tutto e non è giudicato da nessuno" (S.Paolo). E allora uno ha voglia, come lui diceva di 'menar le mani', cioè di prendere rapporto con tutto per confermarsi e verificare la propria posizione, per rendere più vera la propria posizione, cioè per dilatare la propria dimora e per affrontare la menzogna, là dove c'è. Questa è la fede che diventa sfida al mondo: "Questa è la vittoria che vince il mondo, la fede" (1 Gv 5,4).»(Luigi Giussani, certi di alcune grandi cose. 1979-1981, BUR, 2007).
Da queste ragioni è sorto il desiderio di verità che ci ha fatto riconoscere in un comune sentire e che ci muove a essere testimoni dinanzi al mondo intero della bellezza dell'appartenenza a questa storia che Dio ha voluto donare alla Chiesa.
Ci vogliamo incontrare per ri-conoscerci con tutti coloro che hanno la nostra stessa esigenza di vivere integralmente la sequela del carisma di don Giussani e che hanno a cuore la verità della propria esperienza personale e comunitaria.
L'incontro vuole essere un inizio, se e come Dio vorrà, di un rapporto stabile di aiuto concreto a seguire il carisma nelle circostanze in cui ci troviamo, rapporto di cui decideremo liberamente assieme le dovute forme. Un caro saluto.
Mauro Aluigi (Rimini), Giuseppe Argelli (Rimini), Leonardo Bisica (Milano), Massimo Buonocore (Sorrento), Giorgio Canu (Sassari), Giampaolo Cerri (Como), Isabella Elli (Altopascio, Lucca), Maria E. Frontali (Faenza), Alessandra Galimberti (Milano), Alessandra Gianni (Siena), Giancarlo Guasco (Torino), Paola Iannetti (Como), Annagrazia Internò (Como), Gerardo Luciano (Lucca), Fabio Luti (Rimini), Marco Masè (Verona), Matteo Montevecchi (Rimini), Assuntina Morresi (Perugia), Marco Paglialunga (Siena), Benedetta Pari (Bologna), Jacopo Parravicini (Milano), Matteo Poggiali (Milano), Paolo Preti (Milano), Pasquino Ricci (Arezzo), Fabio Scaffardi (Firenze), Alessandro Sandroni (Pesaro), Matteo Sanvito (Milano), Massimo Sanvito (Biassono, Monza), Silvana Sironi (Milano), Antonio Socci (Siena), Lele Tiscar (Como), Michele Trotta (Civitavecchia), Daniele Zaia (S. Paolo, Asti)
di Comunione e Liberazione
Info: assembleasanluca@gmail.com - cell. 320.6325954
25 Settembre 2016 alle ore 12,00 Santuario della Madonna di San Luca, Bologna
12,00 CELEBRAZIONE DELLA S. MESSA. Seguirà il pranzo insieme (al sacco)
14,30 MOMENTO DI ASSEMBLEA.
nei locali annessi al Santuario.
16,30 CONCLUSIONI.
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