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« Torna agli articoli di Antonio Socci
Indro Montanelli diceva che, quando si sarebbe fatta l'Europa unita, i francesi ci sarebbero stati da francesi, i tedeschi da tedeschi e gli italiani da europei.
E' andata proprio così, infatti è stata per noi una colossale fregatura. Solo la nostra mediocre classe di governo sembra credere (ancora) alla retorica melensa dell'europeismo ed è pronta a ogni cessione di sovranità e ad ogni resa sulle questioni concrete, mentre tutti gli altri governi si battono per i loro interessi nazionali.
L'euro è il simbolo perfetto di questo assurdo suicidio nazionale. Se vi chiedete perché in questi venti anni la nostra economia è andata in coma e quella tedesca ha volato, trovate qui la risposta.
Solo da noi, in Italia, chi chiede di difendere il nostro interesse nazionale (ricordando che non dobbiamo prendere ordini dall'estero) viene guardato con orrore come se prospettasse qualcosa di deplorevole.
Eppure il tanto bistrattato (da noi) "sovranismo" è semplicemente quello che sta scritto nella nostra Costituzione repubblicana, come ha spiegato l'insospettabile professor Carlo Galli nel suo libro "Sovranità".
In pratica tutti i paesi della Ue e tutti i loro governi sono sovranisti, cioè sono europeisti solo in ciò che a loro conviene. Tutti meno noi. Noi ci facciamo comandare dall'estero e paghiamo per essere europeisti. Gli altri riscuotono per esserlo.
I Paesi dell'Est per esempio hanno usufruito di cospicui fondi europei per lo sviluppo. Da dove venivano quei soldi? Venivano anche dall'Italia che da anni è un contribuente netto (cioè paga molto di più di quanto riceve): per quei paesi "l'europeismo" è sinonimo di "guadagno", mentre per noi è sinonimo di perdita. Quando l'europeismo confligge con il loro interesse (per esempio nella ricollocazione dei migranti) il loro sovranismo prevale sull'europeismo.
Ancora di più questo vale per i paesi più forti della Ue, Francia e Germania, che non sono soltanto sovranisti, ma sono pure vigorosamente nazionalisti e talora con tentazioni egemoniche e imperialistiche. Per questo motivo la Gran Bretagna, non volendo prendere ordini da Berlino, se n'è andata.
ADORABILI EUROPEISTI???
Ma l'aspetto tragicomico di questa situazione è che, nella narrazione ufficiale dell'establishment politico italiano, ripetuto in coro dal sistema mediatico, tutti costoro vengono presentati come adorabili "europeisti" (in primis la Merkel e Macron), mentre l'opposizione italiana di centrodestra - che chiede di difendere i nostri interessi nazionali - viene squalificata come una retrograda banda di buzzurri sovranisti.
In questi giorni va in scena la stessa commedia. La cancelliera tedesca Merkel il 1° luglio inizia la sua presidenza semestrale dell'Unione europea. Mentre un'altra tedesca, Ursula von der Leyen, è presidente della Commissione europea. Così il dominio tedesco sulla Ue è alla luce del sole (mentre di solito è esercitato per interposta persona).
È ovvio ed evidente che questi mesi saranno usati dalla Merkel per spingere la Ue nella direzione che conviene alla Germania, soprattutto per affrontare la fortissima controversia commerciale e politica che contrappone Berlino e Washington (e in riferimento all'analogo conflitto Usa/Cina).
Ma sui media italiani invece è tutto un osanna europeista. Le voci dell'europeismo italiano esultano: "una grande aspettativa si è creata su questa presidenza... Nel programma di presidenza semestrale, la cancelliera ha messo in gioco il peso del suo governo per promuovere alcune priorità dell'agenda strategica europea".
Ma quale agenda europea? Verrebbe quasi da ridere. In realtà l'intervista programmatica della Merkel ha un ritornello fatto di due temi, le sole due cose che interessano a Berlino: "dobbiamo fare tutto il possibile per non cadere nel protezionismo" e bisogna consolidare ad ogni costo "un mercato unico europeo".
È questo e solo questo che interessa alla Germania adesso che - con la guerra dei dazi scatenata da Trump contro Germania e Cina e con la vicenda Cina/Covid - l'Europa, da terzista della sua industria, torna ad essere un mercato di sbocco delle merci tedesche.
Tutte le trovate di questi giorni (Mes, Recovery fund eccetera) sono strategie per tenere legati paesi come l'Italia e renderli funzionali a questi obiettivi: "È nell'interesse della Germania che il mercato unico sia forte e che l'Unione europea cresca insieme, anziché disgregarsi".
EVVIVA LA SINCERITÀ
Nel discorso della Merkel non c'è traccia della risibile melassa retorica europeista che da noi riempie le pagine dei giornali e i discorsi dell'establishment. Anzi, c'è un passaggio cruciale dell'intervista che - non a caso - i nostri media hanno snobbato e che - in buona sostanza - seppellisce proprio l'eurofanatismo sentimentale.
Se qualcuno - come i nostri romantici - pensa ad avere "più Europa", a diventare tutti e solo europei, ad andare oltre i Trattati verso un assetto statuale della Ue, se lo scordi.
In pratica la Merkel ribadisce che si resta dentro i Trattati di Maastricht e poi addirittura "sposa" la nota sentenza della Corte costituzionale tedesca contro la Bce arrivando a dire: "uno Stato nazionale sarà sempre in grado di rivendicare particolari competenze, a meno che tutti i poteri non siano trasferiti alle istituzioni europee, il che sicuramente non accadrà".
Con tanti saluti ai nostri europeisti che da anni cantano il "requiem" allo stato nazionale. Se volevate un inno al sovranismo, eccovelo servito dalla Merkel.
Del resto solo da noi è diventato egemone un pensiero secondo cui sarebbe esecrabile dirsi italiani perché oggi si dovrebbe dirsi solo e semplicemente "europei".
La Germania, nella sua storia, ha talora manifestato la tentazione di sottomettere altri paesi, ma non si è ancora trovato qualcuno che abbia convinto i tedeschi a non essere più tedeschi. Giustamente si tengono stretta la Germania. Casomai imperiale, ma sempre Germania.
Se volete una conferma storica e filosofica potete cercarla nella "Lettura", l'inserto culturale del "Corriere della sera", che, nell'ultimo numero, volendo celebrare i 250 anni dalla nascita di Hegel, ha intervistato lo studioso tedesco Sebastian Ostritsch.
Hanno titolato questa intervista "Hegel l'europeo", ma in realtà quando hanno chiesto se a Hegel "sarebbe piaciuta l'Unione europea" si sono sentiti rispondere così: "Sì e no. Nella 'Filosofia del diritto' scrive che gli Stati europei potrebbero formare una famiglia per via dei loro legami spirituali. È convinto che abbiano una comprensione simile della libertà. In questo senso sarebbe stato assolutamente favorevole al progetto di un'Europa pacifica e cooperativa. Ma penso che avrebbe visto in modo molto critico l'ipotesi di un'Unione Europea nella quale gli Stati nazionali si dissolvano. In un altro punto della 'Filosofia del diritto' scrive che, per una comunità che si considera portatrice di un'identità politica, è irrazionale dissolversi in un gruppo più ampio. Coloro che richiedono una tale dissoluzione non comprendono nulla della consapevolezza di sé che un popolo libero raggiunge nel proprio Stato nazionale".
Nota di BastaBugie: nel seguente video ironico di Fabio Lucentini (durata: 2 minuti) dal titolo "Renzietto, il principe dei mostri", parodiando la sigla di un famoso cartone animato anni '80, si mettono in luce le contraddizioni dell'attuale governo PD - Cinquestelle - Renzi.
Per favore le persone molto serie e chi non ha senso ironico non guardi il video e soprattutto... non ci scrivano dicendo che non gli è piaciuto.
Per vedere altri video ironici della stessa serie (Mazinga Salvini, Devilman Mattarella, Lady Oscar Meloni), clicca qui!
https://www.youtube.com/watch?v=LBkepPnE_5E
TESTO DI "RENZIETTO, IL PRINCIPE DEI MOSTRI"
Sono Zingaretti del PD. Io Conte Giuseppi e faccio il bis. Io mi chiamo Gigi e sono il più patetico. Siamo dei disastri, ma al voto non si va. Addio discontinuità. Io sussurro alla Merkel. Col mandato zero più a lungo resterò. L'inciucio di palazzo si può fare, perché no? Ci teniamo le poltrone e le auto blu. Ma L'impiastro di Renzietto dov'è? Furbo, falso sorrisetto, con Renzietto a 90 si è. Ciaoneeee! Che corretto Renzietto, quasi quasi lo voto. Con Italia Viva sono guai. Porti aperti con l'UE perché lo dice lei. Io sbaglio i nomi e i congiuntivi. Stiamo al governo insieme e sai perché? Con la colla Vinavil non ci stacchi più. La gente onesta ci detesta e tra loro ci sei pure tu. Mai con il PD. Allora che ci fai tu qui. Fate come me un po' di qua e un po' di là. Ma il maldestro di Renzietto dov'è? Bolso, losco stai attento con Renzietto a 90 si è. Sereni mostriciattoliiiiiii. L'inciucio di palazzo si può fare perché no? Se lo dice Mattarella anche io ci sto. Dai Renzietto tanto decidi tu. Furbo, falso, sorrisetto con Renzietto sereni non si è. Bolso, losco è Renzietto, dopo Letta sì tocca a te. Che tocca a te.
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