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Ha tassi medi di successo prossimi a quelli di tre cicli di fecondazione artificiale (fivet) a costi estremamente inferiori, con meno stress per la donna, meno problemi per il concepito e senza le implicazioni bioetiche negative dalla fivet, ma continua ad essere praticata da pochi medici.
La naprotecnologia è il modo più naturale e coerente con l'etica medica e la morale cattolica per combattere la sterilità umana, si sta lentamente espandendo in tutto il mondo, anche in Italia, ma gli interessi ideologici ed economici che stanno dietro alla fivet sembrano coalizzati per frenarne l'espansione.
UNA VERA CURA DELL'INFERTILITÀ
Naprotecnologia è la traduzione del naprotechnology, neologismo che significa tecniche per la procreazione naturale. In realtà non si tratta di una tecnica medica, ma di una serie di trattamenti di natura farmacologica, endocrinologica e chirurgica, a partire dall'osservazione dei marcatori biologici del ciclo della donna (le caratteristiche del muco cervicale e le perdite ematiche) che mirano a curare l'infertilità.
La prima grande differenza fra le tecniche per la procreazione naturale e le tecniche in fivet è proprio questa: le seconde non curano l'infertilità, ma la "aggirano" con un exploit tecnico che tratta l'embrione umano cosificandolo; le prime invece sono cure vere e proprie, basate su una diagnosi delle cause dell'infertilità. Mi diceva qualche tempo fa Raffaella Pingitore, la chirurga ginecologa pioniera della naprotecnologia nell'area linguistica italiana (è attiva a Lugano) che una delle cose che più la scandalizzano è la diffusa negligenza nelle diagnosi delle cause di infertilità da parte dei medici. È prassi consolidata dopo pochi esami di prammatica invitare la donna a rivolgersi alla fivet. La napro inizia con l'applicazione del modello Creighton (una versione migliorata del metodo Billings): la donna impara a individuare il muco cervicale durante il ciclo. A volte questo è già sufficiente per risolvere il problema della fecondità; più spesso facilita la diagnosi del problema da parte del medico. Viene prescritta la cura farmacologica che può ripristinare la fertilità. Altre volte per arrivare alla diagnosi è necessaria una laparoscopia, cioè un intervento chirurgico. Racconta la Pingitore: "Negli USA, nel Nebraska, dal dottor Thomas Hilgers, il vero creatore della naprotecnologia, andavano donne alle quali l'endometriosi era stata esclusa dopo una laparoscopia. Ma rifacendone una più approfondita si scopriva che nel 90% dei casi l'endometriosi c'era". La rimozione chirurgica dell'endometriosi ripristina la fertilità. La diagnosi accurata dell'endometriosi e l'intervento in laparoscopia sono parti integranti di quell'insieme chiamato naprotecnologia, di cui il ginecologo e chirurgo Thomas Hilgers, è stato l'iniziatore nel 1991.
Di qua all'Oceano Atlantico il primo che ha messo in pratica la napro è stato l'irlandese Philip Boyle, che nel 1998 a Galway ha aperto la prima clinica specializzata: medici da tutta Europa si sono recati lì per imparare. Il primo congresso medico italiano di napro si è tenuto a Milano il 20 febbraio 2013, l'ultimo il 18 aprile scorso a Roma, presso l'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum.
RISULTATI MIGLIORI DELLA FIVET
I risultati della naprotecnologia sono scientificamente dimostrati. Nel 2008 il dottor Boyle insieme ad altri due colleghi ha pubblicato un articolo sul "Journal of the American Board of Family Medicine" riportando i dati di uno studio su 1072 coppie che avevano seguito i suoi trattamenti fra il 1998 e il 2002. Il tasso di successo (gravidanza conclusa col parto di un bambino vivo) su due anni risultava essere del 52,8% (25,5% dopo un anno). Fra le coppie che si erano rivolte al medico irlandese ce n'erano alcune che avevano già tentato invano uno o più cicli (fino a tre) di fivet: fra queste coppie il tasso di successo è stato del 20,5%. Studi successivi relativi ad altri paesi hanno confermato o migliorato i risultati dei Boyle. Per esempio nel 2012 su "Canadian Family Physician" un articolo dava contro dei risultati di uno studio su 106 coppie che avevano fatto ricorso alla naprotecnologia tra il 2000 e il 2006 a Toronto, il 30% delle quali aveva già fatto ricorso alla fivet: il tasso di successo su due anni è stato del 66% (38% il primo anno).
In confronto, quali sono i tassi di successo della fivet? Dipendono molto dall'età della donna che vi ricorre e dal numero dei cicli ai quali si accetta di sottoporsi. Per esempio, i dati ufficiali del Regno Unita danno un 32,2 per cento di successo dopo un solo ciclo per le donne sotto i 35 anni, ma il tasso scende al 13,6 per cento fra le donne che hanno 40-42 anni. Ovviamente più cicli si fanno, più aumenta la probabilità di concepire. Ma quale è il prezzo?
UN PREZZO DECISAMENTE MINORE
Anzitutto lo stress per la salute della madre e dei nascituri. Le tecniche di procreazione medicalmente assistita hanno bisogno dell'iperstimolazione ovarica della donna tramite "bombardamento" ormonale, e ciò comporta rischi per la salute che vanno dalle infiammazioni e dalle emorragie fino all'infarto o all'insorgenza di tumori.
Quanto ai nascituri, tutti gli studi dimostrano che hanno il doppio di probabilità di quelli concepiti naturalmente di nascere con malformazioni e sottopeso, anche perché i parti gemellari e plurigemellari sono molto più alti del normale (negli Usa più del 20% di tutti i parti gemellari riguardano fecondazioni artificiali, che pure sono meno dell'1% di tutte le nascite).
Poi ci sono i costi economici. Quelli della fivet negli Usa sono superiori ai 12000 dollari per ciclo, più i costi di medicinali e medicazioni, ovvero altri 3-5000 mila dollari (quando si devono somministrare medicinali) all'anno; nel secondo caso ci si può avvicinare ai 10000 dollari. Nel contesto irlandese, il dottor Boyle dichiara che il suo trattamento costa far i 1000 e i 2000€ all'anno, mentre la fivet coi suoi annessi non costa meno di 6000€ a ciclo.
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