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« Torna agli articoli di Francesco Agnoli
Ci sono troppe cose che non tornano nella vicenda Greta.
Lasciamo perdere il tema ambientale, su cui ferve una grande discussione. C'è, comunque la si pensi, nel modo di affrontarlo, un che di apocalittico che disturba e che risulta, a chi abbia un po' di memoria, ripetitivo.
Da decenni viene ripetuta l'idea che tutto stia per finire: ricordate la "bomba demografica" che in poco tempo avrebbe spazzato via l'umanità? Se ne parla da cinquant'anni, ma tutte le profezie nefaste si sono rivelate errate. E le previsioni del calendario Maya, quello secondo cui il mondo sarebbe finito nel 2012? E le profezie apocalittiche, sempre a partire dalla catastrofe ecologica prossima ventura, del politico americano Al Gore (che voleva salvare la Terra da una distruzione imminente, e si guadagnò il Nobel)?
Certamente predire l'Apocalisse di qui a dopo-domani ("il tempo sta per scadere!") permette di sollevare clamore, ma non si sta eccedendo?
DOMANDE A CUI NESSUNO RISPONDE
Al di là di queste valutazioni, viene da chiedersi se davvero sia possibile credere al fenomeno Greta come a qualcosa di spontaneo!
Nell'epoca degli spin doctor, della comunicazione studiata a tavolino nei minimi dettagli, è possibile che una ragazzina di nemmeno 16 anni abbia davvero, da sola, messo il mondo intero a pensare?
I sospetti nascono anche leggendo le biografie dei genitori, che appaiono, a qualcuno, i manovratori occulti.
La madre è cantante ed attrice. Il padre è un attore, un produttore e un regista, e si occupa dell'immagine della moglie.
È così difficile sospettare, anche solo per un attimo, che il fenomeno Greta sia dovuto anche al mestiere dei genitori, al loro amore per una certa visibilità, alla loro capacità "cinematografica"?
È così assurdo pensare che una ragazzina sicuramente poco esperta di temi complicati e scientifici, difficilmente al corrente dell'accordo di Parigi e del suo significato, sia in fondo un "burattino", mediaticamente efficace anche a causa della sua disabilità, nelle mani di genitori scaltri, mediatici, molto attenti, per mestiere, alla loro pubblica visibilità?
È malizia notare che proprio in occasione del grande successo del famoso sciopero mondiale, sia uscito in varie lingue un libro di Greta?
Greta sa scrivere un libro? Sa trovare editori così importanti? Sa programmare i tempi (sciopero mondiale e uscita libro, in contemporanea, in vari paesi), con tanta sapienza?
La sindrome di Asperger, da cui è affetta la graziosa Greta, provoca ritardi cognitivi e difficoltà nell'acquisizione delle capacità linguistiche, oltre che generare comportamenti un po' ossessivi e ripetitivi, "attività e interessi in alcuni casi ristretti". Questo non dice nulla?
Sono solo alcune delle domande che vengono in mente, a cui se ne potrebbero aggiungere molte altre: perché cercare di fare di una battaglia ecologica, una specie di religione? Perché mescolare così ecologia e evidenti riferimenti politici? Perché affiancare alla battaglia per un minor inquinamento, in sé certamente comprensibile, considerazioni femministe di tipo radicale o elogi dei Gay pride? E' proprio necessario sminuire la distruzione della cattedrale di Notre Dame, per dare maggior valore alla propria tesi?
PREMIO NOBEL PER LA PACE?
Non appena la fama di Greta è decollata, è stata lanciata la sua candidatura all'ambito e ricco premio Nobel per la pace.
Si ripeterebbe così quanto è accaduto con Al Gore, candidato democratico americano di cui si è detto; o con il presidente Obama, un altro democratico, insignito del Premio prima ancora di iniziare a governare.
Che qualcuno puntasse già prima al riconoscimento?
Che l'Accademia di Svezia voglia avere finalmente una connazionale da premiare?
Che sia necessario ricostruire la credibilità di un premio che negli ultimi anni ha perso smalto, in seguito a vari scandali?
Che dopo Al Gore e Obama, qualcuno voglia inventare una nuova icona mondiale per il progressismo in crisi?
Sono tutte domande, credo, comprensibili, che vengono rafforzate leggendo i suoi tweet (troppo studiati, per essere di una ragazzina). [...]
In conclusione, domande di altro genere: il presidente Mattarella, l'eurodeputato Tajani, Pippo Civati, candidato in Europa Verde, e tutti quei politici che fanno a gara per fare professione di gretismo convinto, si sono svegliati davvero a causa delle parole di una ragazza di 16 anni, mentre dormivano quando gli scienziati si scontravano sul tema, con questa o quella posizione? Oppure fanno finta e cavalcano l'onda?
Se fanno sul serio, li vedremo davvero, domani, scontrarsi contro i potentati economici che stanno dietro a tutto ciò che, a dire di Greta, andrebbe eliminato, dagli aeroplani, ai cellulari, alla plastica, alle auto ecc.?
Da domani li vedremo andare a Bruxelles in calesse invece che in aereo o in auto? Smetteranno di mangiare merendine confezionate e simili prodotti? Getteranno via i loro smartphone?
Oppure la commedia è bella, e visto che c'è spazio, ci si fa avanti... perché anche una breve comparsata, in un film di successo, prima delle elezioni, ha il suo perché?
Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 6 minuti) si può ascoltare la recensione di Paolo Nardi, caporedattore di Fede & Cultura, del libro "La nostra casa è in fiamme" della giovane ambientalista Greta Thunberg edito da Mondadori. Scopriremo cosa ci sta dietro tutta questa operazione realizzata in contemporanea a livello globale.
https://www.youtube.com/watch?v=wri1czm8lQs
DOSSIER "GRETA THUNBERG"
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