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« Torna agli articoli di Leone Grotti
«I vegani sono un club, una setta. E se per imporsi arrivano a compiere aggressioni e violenze si tratta di reati, quindi solidarietà ai nostri colleghi europei. Hanno fatto bene». Maurizio Arosio, presidente di Federcarni, guarda con favore all'iniziativa della Confederazione francese dei macellai, che pochi giorni fa ha denunciato «le violenze fisiche, verbali e morali contro la nostra categoria» in una lettera indirizzata al ministero degli Interni. L'«ideologia vegana» era stata denunciata a maggio anche dai macellai inglesi e Arosio non si stupisce perché «sono fondamentalmente violenti nei gesti e nell'atteggiamento», dichiara a tempi.it.
In Italia, continua il presidente della categoria, la situazione è più tranquilla perché i vegani non sono mai arrivati ai livelli di violenza visti in Francia e Inghilterra. «Anni fa a Carpi hanno messo le mani addosso a uno di noi, a Bellinzago hanno creato problemi di ordine pubblico, ma ora ho l'impressione che siano più tranquilli, forse perché realizzano dei bei guadagni con i loro blog e con le aziende che fanno prodotti vegani».
IL RE DELLA CARNE
Quando fa riferimento a Bellinzago, Arosio cita un'istituzione: il ristorante macelleria di Sergio Motta, il re della carne, annoverato tra i top macellai gourmet d'Italia, fornitore prediletto di alcuni tra i più rinomati chef stellati lombardi. Il 25 ottobre 2016 un gruppo di vegani assatanati ha organizzato addirittura una manifestazione davanti al locale. «Me lo ricordo bene», dichiara il titolare a tempi.it, «fuori dalla macelleria sono dovuti intervenire 30 carabinieri con quattro camionette. L'intera zona era pattugliata: sembrava una partita di cartello di serie A».
Motta, come dice lui, «è nato in macelleria», ha imparato il mestiere da suo padre che aveva otto anni e ora, che ne ha 49, è lui al timone. «Come mi ha detto una volta un sacerdote, quando è venuto a visitare la macelleria con alcuni bambini della scuola elementare, Dio ha creato gli uomini e gli animali della fattoria per alimentarli. Io sono di questa idea. Noi siamo un bersaglio gettonatissimo dei vegani, ma quando dicono che mangiare carne è contro natura credo che abbiano bisogno di un ripasso di princìpi».
AMORE PER GLI ANIMALI
Bellinzago si trova a pochi chilometri da Inzago, non un posto qualunque: è dove si tiene da oltre due secoli una fiera del bestiame unica. Ogni anno a inizio ottobre gli allevatori portano in piazza i loro capi migliori, «allevati con rispetto e dignità»: vacche, tori, vitellini. Un anno i vegani hanno cercato di rovinare la festa a tutti, «azzuffandosi con i carabinieri: una scena inenarrabile». Quello che queste persone non capiscono, continua Motta, «è che noi il benessere animale l'abbiamo sempre rispettato. Quando portiamo gli animali al macello, separiamo i capi grossi dai piccoli, facciamo di tutto per farli sentire a loro agio e se si innervosiscono, prima di macellarli li calmiamo e tranquillizziamo. È anche nel nostro interesse».
Una delle tattiche più utilizzate dai vegani, «che si eccitano a fare i carabinieri degli animali», è denunciare gli allevamenti alle Asl, ma «ormai anche i veterinari si sono stufati e sono dalla nostra parte. Semplicemente perché rispettiamo le leggi, anche se a volte sono esagerate, e facciamo le cose bene. La verità è che troppa gente non ha la minima idea di che cosa sia una mucca di 800 chili, di qual è la sua soglia del dolore, perché non ci sono dentro in questo lavoro, come noi. Non conoscono davvero le bestie».
Motta è poi d'accordo con il presidente di Federcarni, Arosio: «La situazione da noi è migliore rispetto a Francia e Inghilterra. Noi non siamo terrorizzati come loro. Anche perché oggi ci sono telecamere dappertutto e anche questa gente si sarà stufata di prendersi denunce». Sui blog vegani, Motta è definito addirittura «assassino», lui ci ride sopra: «Macellare carne è una cosa normalissima, mangiarla pure. Io so che se non ci fossi io, questa sera molti capifamiglia dovrebbe andare a caccia per procurarsi il cibo».
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