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I CODARDI DELL'EUROPA, CHE RIFUGGE DALLA CONDANNA DELLE INGIUSTIZIE VERSO I CRISTIANI, VERSANO LE LORO LACRIME DI COCCODRILLO
Il ministro degli Esteri Franco Frattini non ha usato il linguaggio felpato della diplomazia nell'esprimere la più ferma condanna per l'uccisione di Shahbaz Bhatti
di Luigi Geninazzi
 

«Adesso i codardi di quell'Europa che rifugge dalla condanna del fondamentalismo religioso verseranno le loro lacrime di coccodrillo, alleati di quei codardi che in Pakistan conoscono solo il sangue degli attentati».

Non ha usato il linguaggio felpato della diplomazia il ministro degli Esteri, Franco Frattini, nell'esprimere la più ferma condanna per l'uccisione di Shahbaz Bhatti. «Un simbolo della libertà religiosa che ha pagato con la vita», lo definisce il titolare della Farnesina, che conosceva personalmente il collega pachistano.

SIGNOR MINISTRO, A CHI SI RIFERISCE QUANDO PARLA DI CODARDI DELL'EUROPA?

Penso a coloro sempre molto attenti al politically correct, fino al punto di non utilizzare mai, in un documento ufficiale, le parole 'cristiani perseguitati'. La ritengo una codardia politica che oggi, di fronte ad un nuovo martire, è ancor più scandalosa.

CHE RICORDO HA DEL MINISTRO BHATTI?

Era una persona coraggiosa, che ho conosciuto in un momento particolarmente difficile per la vita del suo Paese. Lo incontrai a Roma lo scorso settembre e poi lo rividi a novembre ad Islamabad, quando eravamo tutti in ansia per la condanna a morte che pende sul capo di Asia Bibi. Nel suo ufficio, piccolo e modesto, mi presentò i leader delle varie minoranze religiose, non solo di quella cristiana cui apparteneva. E mi fece una confidenza che adesso posso svelare.

DI COSA SI TRATTAVA?

Mi disse che i suoi avversari stavano cercando di togliere i fondi al ministero per le Minoranze religiose, un modo per ridurlo all'insignificanza e, quindi, alla chiusura. E mi chiese d'aiutarlo a far conoscere il suo lavoro nella comunità internazionale. Solo così avrebbe potuto salvare il suo ministero.

NEL COMUNICATO EMESSO DALLA FARNESINA SUBITO DOPO L'UCCISIONE DEL MINISTRO BHATTI, SI CHIEDE ALLE AUTORITÀ PACHISTANE DI FAR LUCE SULL'ASSASSINIO E DI CONFERMARE L'IMPEGNO A DIFENDERE LA MINORANZA CRISTIANA. FINORA UN IMPEGNO ABBASTANZA SCARSO, NON CREDE?

Il fatto che il presidente pachistano Zardari avesse riconfermato Bhatti nel recente rimpasto di governo è stato un segnale importante. Adesso deve compiere un passo in più, andando fino in fondo nel perseguire i responsabili di un delitto così atroce.

LA LEGGE SULLA BLASFEMIA NON È STATA CAMBIATA...

Lo stesso ministro Bhatti era consapevole che questa legge, nella situazione politica interna, non si può abrogare. Lui proponeva delle modifiche che ne impedissero un'applicazione arbitraria ed assurda. La comunità internazionale deve continuare a fare pressioni perché la legge sulla blasfemia non sia più un'arma di ricatto nei confronti delle minoranze, uno strumento per condannare a morte i cristiani come Asia Bibi. Nel suo caso la condanna è stata congelata, ma noi chiediamo la sua definitiva assoluzione.

L'UNIONE EUROPEA HA FINALMENTE ADOTTATO UN TESTO IN DIFESA DELLA LIBERTÀ RELIGIOSA NEL MONDO, MA NEL DOCUMENTO NON SI FA ALCUN CENNO A MISURE CONCRETE NEI CONFRONTI DI QUEI PAESI DOVE LE MINORANZE RELIGIOSE SONO PERSEGUITATE...

Non c'è stato quel coraggio politico. Abbiamo però chiesto all'Alto Rappresentante della politica estera della Ue, la signora Ashton, di riferire quanto prima al Consiglio su un piano d'azione a tutela della libertà religiosa. Ed io sarò molto attento alla sua relazione. L'Europa può e deve fare di più. Come abbiamo fatto per Sakineh e per Asia Bibi, io credo che la foto di Shahbaz Bhatti dovrebbe campeggiare sulla facciata di qualche palazzo delle nostre istituzioni, a ricordare una grande battaglia di libertà con i suoi eroi ed i suoi martiri. (...)

 
Fonte: Avvenire, 4-3-2011