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« Torna agli articoli di Riccardo Cascioli
Il reparto scuola è in subbuglio. Durante il contagio il ministero è stato incerto e tentennante, non ha dato nessun tipo di sicurezza ai genitori per quanto riguarda la ripresa della scuola e le modalità con cui potrà avvenire. Negli altri Paesi europei le lezioni in classe sono riprese mentre da noi si viaggia al buio. Si dice - ma i "si dice" si sono moltiplicati in molti campi perché il governo non chiarisce e arriva in ritardo - che riapriranno a settembre con il lavoro organizzato a piccoli gruppi chiusi.
Nel frattempo c'è chi specula sulla didattica a distanza, presentandola come l'occasione per provocare un passo in avanti nell'organizzazione e nei metodi dell'istruzione: la quarantena come occasione di rinnovamento da proseguire oltre la quarantena.
La cosa lascia molto perplessi sia per motivi didattici sia per gli interessi che si intravedono dietro queste proposte. Nel frattempo il pericolo di nuove forme di autoritarismo aumenta, si diffonde un clima di forte sospetto verso un utilizzo della pandemia per instaurare un regime di controllo che certamente riguarderà anche la scuola, l'insegnamento, la privacy di alunni e genitori. Sulla spinta della pandemia il potere politico potrà imporre comportamenti di massa che interesserebbero senz'altro anche la scuola.
SCUOLE PARITARIE IN FORTE CRISI
In questo contesto di grande preoccupazione, con il governo assente sul problema, ad essere maggiormente colpite sono le scuole paritarie che in Italia sono soprattutto cattoliche. La lunga chiusura, la crisi economica che non permetterà a molte famiglie di pagare le rette, la mancanza di provvedimenti di sostegno nell'ultimo decreto-legge, l'incertezza normativa per il futuro... stanno mettendo in forte crisi queste scuole, molte delle quali non potranno riaprire nell'indifferenza generale. La Chiesa italiana si è dimostrata debole in questa fase di pandemia, facendosi dettare dallo Stato perfino le norme della liturgia, e anche sul tema delle scuole paritarie non interviene come dovrebbe.
Il quadro che qui abbiamo sommariamente descritto condurrà alla riduzione del numero delle scuole cattoliche verso le quali mai nessun governo aveva dimostrato una ostilità così forte come il presente, e la sottomissione delle superstiti alla ragion di Stato. L'intero reparto si indebolirà e le poche scuole rimaste non avranno alcuna forza contrattuale per far valere la propria identità nei confronti di uno Stato che, nel frattempo, sperimenterà nuove forme di controllo anche approvando leggi - come la legge Zan contro l'omofobia - che limiteranno la libertà di pensiero dei cattolici e quindi anche la libertà di educazione nelle scuole del settore pubblico integrato.
Per questo si ritiene che questa sia l'ora delle scuole parentali cattoliche. Non per indebolire le scuole paritarie ma per rafforzarle e preparare scialuppe di salvataggio per il futuro. La lotta e la rivendicazione delle paritarie cattoliche contro questo governo deve andare avanti, ma nello stesso tempo i cattolici dovranno pensare a creare il più possibile scuole parentali cattoliche, libere dallo Stato. Ciò potrebbe essere fatto anche dalle stesse scuole paritarie facendo nascere attorno a sé qualche scuola parentale, offrendo degli spazi, coinvolgendo dei genitori: piccoli nuclei di qualcosa di nuovo e di veramente libero.
Ogni scuola paritaria cattolica ha un proprio carisma, soprattutto quelle con alle spalle qualche istituto religioso. Questo carisma potrebbe animare anche la o le scuole parentali da far nascere sotto l'ala della paritaria.
LA SCUOLA PARENTALE È FACILMENTE REALIZZABILE
Le scuole paritarie non sono però solo gestite da famiglie religiose ma anche da cooperative di laici e da associazioni di famiglie: a costoro di fare il primo passo nella costituzione di una scuola parentale cattolica sorella della paritaria. È noto che le scuole paritarie non hanno sempre capito l'esigenza delle parentali e che le hanno viste come una concorrenza, ma è venuto il momento di superare questi antagonismi.
L'incertezza in cui sono lasciate le famiglie in questo momento può essere un elemento contingente che aiuta. La scuola parentale nasce incentrata su "Gesù Maestro" e dalla consapevolezza che la priorità educativa non è dello Stato. Però essa risponde anche a dei bisogni e fornisce dei servizi di cui le famiglie aderenti sono contemporaneamente fornitrici e fruitrici.
Allo stato attuale una famiglia non sa cosa accadrà in settembre e molti genitori fanno questo ragionamento: se alla ripresa della scuola verranno organizzati piccoli gruppi di alunni facenti riferimento ad un unico insegnante, perché questo piccolo gruppo non possiamo farlo noi genitori in una scuola parentale nel giardino di casa mia? Almeno per la scuola materna e la scuola elementare la cosa è facilmente realizzabile. L'incertezza, il pericolo e le nuove ristrettezze educative stanno spingendo molti genitori a questo ragionamento avvicinandoli all'ipotesi di creare una scuola parentale.
Se da un lato la cosa sembra presentare delle difficoltà dall'altro in realtà è piuttosto semplice. La Costituzione fa obbligo di frequentare la scuola fino ad una certa età, ma se i genitori dichiarano ufficialmente di farsi carico direttamente dell'educazione dei figli e di assolvere in questo modo l'obbligo scolastico possono farlo. Non si corre nessun rischio e si dà vita ad un'avventura di responsabilità e di libertà.
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