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« Torna agli articoli di Stefano
Si avvicina la conferenza sul clima di New York. Come in tutte le occasioni di summit internazionali in cui si propone la riduzione drastica di emissioni, gli osservatori più smaliziati fanno il calcolo di gas serra emessi dagli aerei che trasportano le delegazioni sul luogo dell'incontro, anche dall'altra parte del mondo. "Perché non viaggiate in barca a vela?" è l'ironia che di solito li accompagna. Ma Greta Thunberg, la ragazza svedese divenuta guru dell'ambientalismo non ama l'umorismo, evidentemente e ha preso il suggerimento alla lettera. In America, come ormai è noto da mesi, ci andrà veramente in barca a vela. Non c'è però veramente nulla da ridere. Perché il suo viaggio "a impatto zero" è la dimostrazione che l'alternativa ecologista al nostro modello di vita non esiste, a meno di non voler accettare un regresso di secoli.
La traversata, da Plymouth (Sud dell'Inghilterra) a New York, durerà due settimane a bordo dello yacht da regata Malizia 2, governato dagli skipper di fama mondiale Pierre Casiraghi (della famiglia reale di Monaco) e Boris Herrmann. Si tratta di una barca ad alta tecnologia, dotata di dispositivi eolici e solari che possono alimentarla solo con energie rinnovabili. Un prodigio della tecnica tanto costoso (sui 4 milioni di euro) quanto scomodo (niente latrina, niente doccia, niente privacy) che solo pochi preparati e determinati possono permettersi di usare per una traversata che, si prevede, durerà due settimane. Un viaggio che non è privo di rischi, considerano che la rotta che passa dalla Groenlandia e ridiscende la costa canadese fino alla costa nordorientale statunitense può riservare brutte sorprese, come iceberg e tempeste. Sono difficoltà normali per le navi che usiamo in questo secolo, ma possono essere ancora insormontabili per un natante di appena 18 metri, dunque poco meno dei drakkar a remi e a vela con cui i vichinghi esploravano quelle rotte, mille anni fa.
UN'ALTERNATIVA A IMPATTO ZERO NON ESISTE
Proprio questo aspetto ci dovrebbe suggerire che un'alternativa "a impatto zero" al nostro modello di vita non esiste. Greta, per compiere il suo viaggio simbolico, avrebbe potuto dimostrare che si può viaggiare in modo più sicuro, confortevole e rapido con una tecnologia (aerea o navale) più ecologica rispetto a un volo di linea o a una nave da crociera? Evidentemente no. Soprattutto considerando il fatto che gli ecologisti, pur puntando all'obiettivo "emissioni zero" scartano l'opzione nucleare: una nave nucleare ha un impatto decisamente inferiore rispetto ad un natante equivalente con motore a nafta, ma il nucleare non lo si può neppure nominare, perché è l'emblema di tutto quel che i Verdi hanno sempre combattuto. L'obiettivo, dunque, è ideologico: si tratta, non solo, di ridurre le emissioni, ma di ricorrere esclusivamente alle energie rinnovabili, quelle "naturali" di sole e vento. Quanto al sole, un aereo che va ad energia solare, il Solar Impulse, ha impiegato più di un anno (dal marzo del 2015 al luglio del 2016) per compiere il giro del mondo, all'incirca lo stesso tempo che impiegavano i velieri dell'epoca del Bounty per raggiungere l'Indonesia dall'Europa. Il Solar Impulse viaggia ad appena 50 km/h e non ci sono attualmente grandi prospettive per raggiungere velocità molto superiori. Un normale aereo di linea fa abitualmente più di 700 km/h. Quanto al vento, appunto, resta la nave a vela: due settimane per attraversare l'Atlantico da Plymouth a New York, la stessa rotta che un volo di linea percorre in 7 ore e una nave passeggeri in 3 giorni.
LE CONTRADDIZIONI DI GRETA
Non c'è solo una questione di velocità, ma anche di costi e di possibilità. Navi da crociera e soprattutto aerei di linea hanno reso i viaggi alla portata di tutti. Quello che prima era un privilegio di pochi ricchi e forti, oggi può permetterselo qualsiasi famiglia. A New York, da Milano o Roma, si trovano anche biglietti andata-ritorno di 300-400 euro. Affrontare sette ore di volo è sopportabile anche per bambini e anziani. Le navi da crociera offrono standard di comfort e di sicurezza che non richiedono alcun tipo di preparazione atletica, né alcun addestramento alla navigazione. La traversata di Greta riporta invece le lancette dell'orologio indietro di cinque secoli, almeno, quando per compiere un viaggio intercontinentale in mare occorrevano tanti soldi, potenti sponsor (re e principi, esattamente come in questo caso), tantissimo spirito di sacrificio, coraggio e/o incoscienza. Navigare a remi voleva dire: braccia e schiene spaccate dallo sforzo. Navigare a vela: rischio di morire in ogni momento per governare vele, in cima agli alberi in mezzo al vento. Viaggiare in mare verso altri continenti, nel medioevo o nel rinascimento, era cosa per pochissimi, per nobili ed eroi. Gli ecologisti mirano implicitamente a tornare a quella condizioni. A non farci viaggiare, a riservare gli spostamenti solo a pochi "meritevoli". Gli altri tornino a restare dove sono, entro il loro borgo, a coltivare verdura a km 0. Con una differenza: se gli esploratori vichinghi, Colombo, Vespucci e Magellano facevano naufragio, erano morti. Se Greta Thunberg farà naufragio sarà invece soccorsa da navi ed elicotteri ad altissimo impatto ambientale. E ancora non ha dichiarato con che mezzo tornerà dal Nord America all'Europa.
DOSSIER "GRETA THUNBERG"
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