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« Torna agli articoli di Teresa Ribeiro Matos
Seduto accanto al letto dove un neonato lottava contro la morte c'era un giovane re barbaro. Con la testa appoggiata sulle mani, il volto coperto per metà dai lunghi capelli che simboleggiavano la superiorità della sua origine, non nascondeva la sua disperazione per la sorte del figlio: "È certo che anche questo bambino morirà. Battezzato nel nome di Cristo, il suo destino sarà lo stesso di suo fratello: la morte! Non ha la protezione degli dei".
Infatti, il bambino, appena rigenerato dalle acque battesimali, era stato colpito da forti convulsioni febbrili e sembrava seguire il percorso di Ingomer, che due anni prima era morto ancora vestito di bianco.
In ginocchio, con la fede ancora più rafforzata dal dramma, stava la giovane regina. Nella sua anima, l'affetto materno unito alla consapevolezza della grandezza della sua missione la portava non solo ad accettare con rassegnazione quella sofferenza, ma addirittura a "esigere" un miracolo dalla Provvidenza. Sì, non era solamente suo figlio ad essere a rischio, ma la salvezza di un popolo che dipendeva dalle sue suppliche; non era soltanto suo figlio che aveva bisogno di vivere, ma la Figlia Primogenita della Chiesa che necessitava di essere "battezzata"!
Questa era la missione che Clotilde aveva assunto con la dignità di regina. Ed era disposta a conquistare tutti i miracoli per realizzarla.
PRINCIPESSA DI LIONE
Clotilde era nata nel Regno di Lione, territorio che suo padre, Chilperico, principe barbaro della tribù dei Burgundi, aveva ricevuto in eredità.
Nonostante le piccole dimensioni del regno, grande era la sua eredità spirituale e culturale. Lione era stata un'importante città sotto il dominio dei Romani ed era diventata un potente centro del cattolicesimo in Gallia. Nelle sue arene aveva visto scorrere il sangue di innumerevoli martiri come Santa Blandina, San Potino e i suoi compagni, e nella sua sede episcopale aveva sentito Sant'Ireneo predicare con sapienza ed eloquenza contro l'eresia.
Lo splendore materiale della regione era stato, è vero, praticamente distrutto dall'invasione dei barbari, ma il suo splendore spirituale non si era estinto con le armi e brillava come una speranza di vittoria.
I Vescovi della nazione, come principi della Chiesa Militante, erano ben consapevoli di quanto Cristo contasse sulla loro lotta per trionfare. Questa sfida era davvero molto ardua, perché non si limitava a distruggere il paganesimo dei barbari, ma anche l'eresia ariana che aveva messo forti radici tra loro.
Sant'Avito, Vescovo di Vienne, aveva già ottenuto una grande vittoria facendo in modo che i re di Borgogna si sposassero con giovani donne di confessione cattolica. A tal fine, Clotilde e Chroma - sua sorella maggiore - furono battezzate alla nascita. Tuttavia, poiché i loro genitori erano morti in una guerra fratricida, le piccole passarono sotto la tutela dello zio. Il prelato non si scoraggiò di fronte al tragico evento, ma si impegnò con ogni sforzo per educare le due principesse.
LA MISSIONE TRA I FRANCHI
Alla fine del V secolo rimaneva poco del potere romano. I trionfi conquistati dalla Chiesa a partire dall'Editto di Milano nel 313 sembravano sgretolarsi sotto l'avanzata delle orde barbariche e la perfidia degli eretici.
In Lombardia, Teodorico il Grande, capo ostrogoto e ariano, dominava gran parte dell'Italia; nella Gallia meridionale e nella penisola iberica regnavano i Visigoti e i Vandali, facendo prevalere l'eresia e rinnovando anche la persecuzione dei veri cattolici. In Occidente, nessun regno ormai professava ufficialmente la Fede Cattolica nella sua ortodossia. Una situazione senza speranza? Forse. Ma soprattutto, preludio di un intervento divino!
Nella Gallia settentrionale, la tribù dei Franchi Salii continuava ad essere pagana. Erano governati da Clodoveo, figlio di Childerico, la cui simpatia per i costumi dell'impero gli aveva fatto guadagnare il titolo di patrizio. Nel 486 conquistò la Romania - ciò che rimaneva della provincia romana nella Gallia - sconfiggendo Siagrio, governatore pusillanime e incapace di tenere testa agli ariani. In questo frangente, Clodoveo divenne il centro della speranza per i Vescovi cattolici. San Remigio, Vescovo di Reims, gli aveva scritto al momento di assumere il governo: «Pratica il bene. Sii casto e onesto. Mostrati pieno di rispetto per i tuoi Vescovi e ricorri sempre ai loro consigli. Se vai d'accordo con loro, il tuo paese si troverà bene. [...] Se vuoi regnare, mostrati degno».
Era, però, indispensabile che il monarca franco si convertisse se il Cristianesimo doveva avere un regno. Una moglie cattolica sembrava il mezzo migliore per inclinare il suo cuore alla verità. Clotilde, che aveva circa vent'anni, fu indirizzata dai Vescovi a tale missione.
Il compito non era facile. Chi poteva garantire che una giovane donna avrebbe avuto successo con un popolo barbaro in cui la vendetta, gli assassinii e la rudezza pagana facevano parte dei costumi?
Clotilde, il cui nome significa guerriera gloriosa, capì bene la sfida e, come Maria, diede il suo "fiat". Da quel momento, non avrebbe più vissuto per se stessa, ma per il trionfo della Fede Cattolica.
Nel 492, Soissons (l'ultimo territorio dell'Impero Romano d'Occidente a cadere) ricevette la regina che si sarebbe unita a Clodoveo in un matrimonio monogamo e indissolubile, fondato sulla promessa di battezzare i figli nella Religione materna. La prima battaglia era vinta!
Ecco, però, che nel momento successivo, la vittoria sembra passare dalla parte del paganesimo. Ingomer, il primo figlio di quell'unione e portatore della speranza di una dinastia cristiana, muore subito dopo il Battesimo, e il secondo, Clodomiro, nato nel 495, si sta avviando verso la stessa sorte. È allora che avviene l'episodio narrato all'inizio di questo articolo.
Dopo una notte di teso combattimento interiore, senza permettere che il suo animo vacillasse, la regina ottiene il miracolo: il bambino si calma, la febbre passa e lui si addormenta tranquillo e in salute. Con forza d'animo, eroica rassegnazione e fede incrollabile, aveva strappato dal Cielo il consenso a che suo figlio vivesse, ma soprattutto aveva impresso nel cuore del re un'immagine del vero coraggio e del potere supremo dell'unico Dio.
Quella che avrebbe potuto costituire una sconfitta definitiva per il Cattolicesimo nel regno dei Franchi, Clotilde la trasforma in una vittoria per la fede. Si apre così la via che condurrà Clodoveo e la Francia nel seno della Chiesa.
IL VOTO DI TOLBIAC
Nel 496, gli Alemanni - una tribù germanica - invasero le terre di Sigeberto, re di Colonia e alleato di Clodoveo. Questi, fedele all'accordo tra i due monarchi, andò in loro soccorso.
Nell'antico campo romano di Tolbiac, oggi Zülpich, ebbe luogo lo scontro. La ferocia del combattimento fu tremenda. Dopo qualche ora, il massacro dalla parte dei franchi divenne violento e l'esercito di Clodoveo era sul punto di essere sterminato.
Il capo franco si trovò in una situazione terrificante. Conosceva bene la sorte dei vinti e sapeva che se fosse stato sconfitto non avrebbe dovuto aspettarsi alcuna clemenza per se stesso, per il suo popolo e per la sua fama, perché sarebbe passato alla Storia come indegno della regalità. Tra i fragori della battaglia e il terrore che cominciava a travolgere il suo esercito, gli venne in mente l'unica figura che aveva visto affrontare un disastro con audacia e dignità e, in una situazione senza speranza, aveva ottenuto l'impossibile: Clotilde! Aggrappandosi al suo esempio, come a un'ancora di salvezza, il barbaro esclamò: Dio di Clotilde, vieni in mio soccorso!
Ecco che, improvvisamente, la freccia di un guerriero franco colpisce mortalmente il capo degli Alemanni e inverte la sorte della battaglia. Gli avversari, presi dal panico, cominciano a ritirarsi con i Franchi alle spalle, a inseguirli.
La contesa era vinta, ma soprattutto era vinta la battaglia di Cristo nel cuore di Clodoveo, grazie alla mediazione di Clotilde. Quello stesso pomeriggio le scrisse informandola che voleva ricevere il Battesimo.
Grande fu lo zelo del Vescovo Remigio e di Clotilde nel preparare l'agognata cerimonia. L'eremita San Vaast, che pure era passato dalle credenze germaniche al Cattolicesimo, aiutò a completare l'istruzione del re, mentre la regina fornì i migliori tessuti e incensi per far sentire a quel popolo ancora rude la grandezza unica dell'atto.
Accompagnato dalle sue sorelle, da Thierry, figlio del suo primo matrimonio, e da oltre tremila sudditi, Clodoveo fu finalmente ammesso nella famiglia di Dio nella festa della Natività del Signore. Nella cattedrale di Reims nasceva la Francia cattolica, il seme della cristianità, «Il Regno di Francia, regno di Maria, non perirà mai», diceva uno scritto di epoca merovingia. Clotilde era per sempre associata a Maria, madre della Chiesa, nel dare alla luce il suo primo regno.
Per confermare la "filiazione divina" di questo popolo, la tradizione vuole che una colomba abbia portato l'olio dell'unzione, usato sin da allora per l'incoronazione di tutti i re di Francia.
«La Fede che avete confessato è la nostra vittoria! Una nuova luce brilla per noi nella persona di un re dell'Occidente. Il Natale del Signore è anche il Natale dei Franchi; voi siete nato per Cristo nel giorno in cui Lui è nato per voi», scrisse Sant'Avito al re, celebrando il successo di tanti sforzi.
UNIFICAZIONE DELLE GALLIE
Missione compiuta? No. La regina sapeva che era solo l'inizio. La grazia che era stata infusa in suo marito e in quella gente doveva trasformare una natura umana incolta e selvaggia. Questo processo non avrebbe richiesto anni, ma secoli! Toccava a lei, però, prendersi la massima cura del seme affinché l'albero crescesse altero e frondoso.
A tal fine, consigliava a Clodoveo di intraprendere l'unificazione di tutta la Gallia nella vera Religione, espellendo i visigoti ariani dal sud. Tale impresa ebbe luogo nel 507, quando il re adempì un voto che aveva fatto ammalandosi. La campagna iniziò con la conquista della città di San Martino di Tours e si concluse con la battaglia di Vouillé, che costrinse i Visigoti a ritirarsi dietro i Pirenei.
Essendo suo marito morto il 27 novembre del 511, iniziò una nuova fase nella vita di Clotilde.
La Francia era battezzata, ma quanti secoli ci sarebbero voluti perché diventasse il Regno Cristianissimo? Clotilde aveva incoraggiato il più possibile nel re franco i principi cristiani; tuttavia, dovette pazientemente assistere a vere e proprie stragi, anche alla morte di parenti, nella conquista dei regni vicini per i suoi figli.
Assistette all'assassinio di suo cugino burgundo Sigismondo e della sua famiglia, compiuto da suo figlio Clodomiro. Alla morte di quest'ultimo, seguì le ambiziose dispute dei suoi figli Clotario e Childeberto sull'eredità, che culminarono nel brutale sterminio dei nipoti. Tenne tra le braccia il corpo di sua figlia quando tornò dopo un lungo martirio alla corte di Toledo cercando di convertire suo marito, Amalarico. Più tardi, poté intervenire solo con le sue suppliche e con le sue preghiere per impedire che Thierry e Childeberto uccidessero Clotario in una lite...
Ora ritirata nel monastero di Tours, ora a Parigi quando il dovere la chiamava, la santa regina non viveva più per il presente; con le preghiere e la penitenza preparava il futuro della nazione. Non avrebbe contemplato un Carlo Magno, un San Luigi IX, una Santa Giovanna d'Arco o una Santa Teresina, ma era convinta di poter contribuire alle meraviglie future ed essere, in un certo senso, la madre di questi grandi uomini e di queste grandi donne.
IL RUOLO DELLE DONNE NELLA STORIA DI FRANCIA
Clotilde poté utilizzare il suo potere di intercessione ancora una volta lo stesso anno della sua morte.
Clotario, che aveva ucciso i figli di suo fratello e che, sebbene battezzato, praticava la poligamia dei pagani, decise di prendere come quinta moglie una giovane principessa turingia che aveva portato come prigioniera quando era ancora una bambina. La principessa accettò la proposta con l'intenzione di salvare suo fratello, con cui condivideva la prigionia. Tuttavia, dopo essersi unito a lei, Clotario lo massacrò. La giovane fuggì e si rifugiò in un convento; il re la inseguì, disposto a violare anche il sacro diritto d'asilo. La Regina Madre intervenne per l'ultima volta e salvò colei che, tra le mura monastiche, avrebbe continuato il suo compito di prendersi cura della Francia: Santa Radegonda.
Il 3 giugno del 545, Clotilde consegnò la sua anima a Dio e il suo corpo andò a ricongiungersi a quello del suo sposo e a quello di Santa Genoveffa nella Basilica degli Apostoli a Parigi.
Sulle donne che diventano riflesso di Maria Santissima, un Pontefice ha affermato: «Cattolici di Francia, la vostra storia, la cui intera trama è intessuta dalle grazie e dai favori di Maria, vi conferisce un dovere tutto speciale di vigilare sull'integrità e sulla purezza della vostra eredità mariana. [...] Il ruolo delle donne nella Storia di Francia è mirabile. Clotilde la libera dal paganesimo e dall'eresia, e con il battesimo di Clodoveo essa è consegnata a Cristo! Bianca di Castiglia è l'educatrice di San Luigi, 'il buon luogotenente di Cristo'! Giovanna d'Arco restituisce alla Francia il suo posto nel mondo, e il suo stendardo porta il nome di Gesù e Maria! [...] Queste eroine provvidenziali compirono la loro missione con la sapienza del loro spirito, la forza della loro volontà, la santità della loro vita, la generosità nel sacrificio totale di se stesse, in breve, imitando le virtù di Maria, Trono della Sapienza, Donna forte, Ancella del Signore, Vergine addolorata con il cuore trafitto dalla spada, Madre dell'Autore della pace e Regina della pace».
Non c'è dubbio che Santa Clotilde sia stata una donna forte come quella lodata dalle Scritture. Ella non prefigurò la Vergine a somiglianza di Abigail, Giuditta o Ester, ma seguì il suo esempio facendo durare sulla terra una vena di anime mariane. Anime che con il loro "fiat" salvano il mondo e, attraverso la loro fede, ottengono grandiose resurrezioni.
Nota di BastaBugie: nel seguente articolo si può approfondire la figura di Clodoveo, marito di Clotilde, e l'ampolla del sacro crisma portato dal cielo per mezzo d'una colomba, che servì a consacrare Clodoveo e tutti i re di Francia, suoi successori.
VIGILIA DI NATALE DEL 496: IL BATTESIMO DI CLODOVEO CAMBIA LA STORIA D'EUROPA
Solo vent'anni dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente un fatto clamoroso caratterizzerà i 14 secoli successivi
Fonte: Circolo Plinio Corrêa de Oliveira
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7255
VIDEO IRONICO: CLODOVEO
Questo video ironico (durata: 4 minuti e mezzo) è stato fatto con sentimento anticristiano, ma essendo orecchiabile aiuta comunque a memorizzare le cose importanti sulla figura di Clodoveo: innanzitutto il suo nome, poi la sua amicizia col clero, la Dinastia Merovingia, quella Carolingia (di Carlo Magno), la Legge Salica (fatta per la solidità del regno e non certo per sistemare i parenti), la moglie che fece di tutto per farlo diventare credente (non certo rompendogli le scatole, ma con dolcezza, fede e preghiera), e infine Sigberto (alleato di Clodoveo). Ci sono anche i nomi dei popoli barbari da lui sconfitti: i Visigoti, gli Alemanni e i Turingi. L'unica vera stonatura è il verso finale "in nome di Dio uccideva". Questo non è possibile per un re cristiano, ben adattandosi invece a sovrani di tutt'altra religione (lasciamo a voi indovinare quale è; esatto avete indovinato).
Insomma questo video è molto utile per far imparare senza fatica ai figli tutti questi nomi così importanti nella storia d'Europa che ne hanno fondato le radici cristiane.
https://www.youtube.com/watch?v=qB293nyWv88
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