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« Torna agli articoli di Vincenzina Santoro
Nel caldo pomeriggio di domenica 21 luglio, mentre gli americani stavano finendo di pranzare, è arrivata la notizia flash che il Presidente Joe Biden non sarebbe più rimasto in corsa per un secondo mandato come Presidente degli Stati Uniti. Nella sua dichiarazione, il Presidente Biden ha appoggiato il suo Vicepresidente Kamala Harris per prendere il suo posto.
Il Presidente Biden non avrebbe potuto fare altrimenti scegliendo Harris, dato che non solo condivide i risultati della squadra presidenziale, ma incarna anche le caratteristiche della cultura DEI (Diversità, uguaglianza, inclusione nell’acronimo in inglese) abbracciata dai Democratici: è una donna, una minoranza mista (nera, indiana e bianca caraibica) e di una generazione più giovane.
A poco più di 100 giorni dal giorno delle elezioni, l'arena politica sarà impegnativa per il Partito Democratico, che ha molte personalità note, piene di potere, influenza e ambizione, tutte desiderose di conquistare la Casa Bianca. La domanda è: si riuniranno tutti per sostenere Harris o cercheranno di trovare un modo per proiettarsi nella corsa? Come Harris, che ha 59 anni, anche tutti loro sono cinquantenni. Vale la pena di sottolinearlo, vista l'attenzione all'età in questa campagna presidenziale.
I nomi più citati sono quelli del governatore californiano Gavin Newsome (che ha perseguito politiche così radicali che oltre 1,5 milioni di persone si sono trasferite dallo Stato), della governatrice del Michigan Gretchen Whitmer, del governatore dell'Illinois JB Pritzker e di Michelle Obama, l'ex first lady. È stato fatto anche il nome di Hillary Clinton, ma all'età di 76 anni sarebbe un’eccezione. California, Michigan e Illinois sono tutti Stati democratici potenti e popolosi.
Il Partito Democratico deve ora decidere cosa fare con i delegati che sono stati scelti nelle primarie statali con la stragrande maggioranza risultata a favore di Biden: 3.886 su 3.949. Tuttavia, si ritiene che i voti siano destinati a Biden-Harris. Ma questo è ancora da confermare, dato che ognuno dei 50 Stati ha le proprie regole elettorali. I Democratici dovrebbero risolvere la questione prima o durante la loro convention a Chicago, dal 19 al 22 agosto.
HARRIS VS TRUMP
Se Harris verrà sfidata, potrebbe esserci una "convention aperta" in cui i delegati, quasi tutti impegnati a favore di Biden, dovranno decidere per chi votare. Sarà necessaria la maggioranza dei voti.
Non vanno dimenticati i milioni di dollari raccolti appositamente per la campagna di Biden e gli ulteriori milioni messi a disposizione dal Comitato nazionale democratico. Resta da vedere come verranno utilizzati.
Se la vicepresidente Harris riuscirà a diventare la candidata, come gestirà la campagna elettorale? È un'ex procuratrice distrettuale e procuratore generale della California e potrebbe usare le sue capacità di procuratrice per perseguire il suo avversario repubblicano Donald Trump, che ha diverse cause legali in corso contro di lui. Tuttavia, nel 2016 Trump ha vinto le elezioni sconfiggendo un'altra donna, Hillary Clinton.
Donald Trump, dopo essere miracolosamente sopravvissuto a un sospetto attentato il 13 luglio, che deve essere indagato a fondo, non ha attenuato il suo fervore elettorale. Ma questa esperienza gli ha dato una prospettiva diversa sulla vita. Come ha detto in una riunione di un gruppo chiuso pochi giorni dopo l'attentato, «Dio era con me» e ha aggiunto: «Si apprezza Dio ancora di più».
Nonostante l'età, il 78enne Trump emana ancora vitalità e vigore, tanto che alla Convention ha tenuto il 18 luglio il discorso di accettazione più lungo della storia americana.
Sebbene l'età sia stata un punto focale nell'attuale corsa presidenziale, ciò che conta è la qualità dell'invecchiamento, non l'età in sé. Biden, che ha 81 anni, ha dimostrato a lungo una senescenza che la sua famiglia, i suoi colleghi, i suoi consiglieri e i suoi sostenitori si sono rifiutati di riconoscere apertamente fino a dopo il disastroso dibattito con Trump alla fine di giugno.
ABORTO
Mentre Trump continua a difendere i suoi valori e le sue politiche più tradizionali da repubblicano americano durante la campagna elettorale in tutti gli Stati Uniti, i democratici dovranno difendere il bilancio di Biden-Harris, caratterizzato da un'invasione di immigrati clandestini, da prezzi elevati soprattutto per l'energia e i generi alimentari, dal terribile ritiro dall'Afghanistan, che ha lasciato dietro di sé non solo i cittadini americani ma anche oltre 80 miliardi di dollari di equipaggiamenti militari, e dalla piena liberalizzazione dell'aborto.
L'aborto è infatti in cima alla lista dei programmi del Partito Democratico. I Democratici continuano a inveire contro la Corte Suprema per aver ribaltato gli inesistenti diritti riproduttivi della Roe v Wade. Il presidente Biden ha inviato la vicepresidente Harris, senza figli, a «combattere per la libertà riproduttiva» e a fare una campagna in diversi Stati per «difendere il diritto di scelta delle donne». A marzo ha visitato una struttura di Planned Parenthood in Minnesota, ma non per assistere a un aborto. Non appena Biden ha appoggiato Harris, Planned Parenthood ha immediatamente esultato e ha dichiarato il proprio sostegno ad Harris.
Nelle ore successive alla dichiarazione di Biden, Harris ha rilasciato una propria dichiarazione in cui non solo elogiava Biden, ma indicava di volersi «guadagnare e vincere» la candidatura. Avrà bisogno di altri consensi. In breve tempo, ha ricevuto l'appoggio dell'ex presidente Bill Clinton e anche di Hillary.
Alcuni degli altri contendenti alla presidenza, che potrebbero sfidare o meno Harris, potrebbero essere scelti per la vicepresidenza.
CONSEGUENZE
Il Presidente Biden ha detto che terrà un altro discorso al pubblico americano, forse più avanti nella settimana, per offrire maggiori dettagli. Nel frattempo, il presidente della Camera dei Rappresentanti, il repubblicano Mike Johnson, ha chiesto che Biden si dimetta subito, data la sua ridotta capacità cognitiva e di funzionare efficacemente come presidente degli Stati Uniti. In effetti, Biden deve aver messo in imbarazzo gli Stati Uniti e sminuito l'ufficio della presidenza americana molte volte in incontri privati con leader di governi stranieri, mettendo in pericolo la sicurezza del Paese.
Il che apre un’altra questione: se dovesse riuscire davvero a diventare la candidata del Partito Democratico, potrebbe una eventuale vittoria della Harris - data la sua posizione di Vicepresidente con il forte appoggio del Presidente dimissionario - indebolire ulteriormente gli Stati Uniti come leader mondiale? Non c'è alcuna chiara indicazione che la Harris sia in grado di affrontare i principali problemi economici, sociali e strategici degli Stati Uniti.
Sebbene si sia distinta per aver girato il Paese per promuovere i diritti riproduttivi, Kamala Harris ha fallito, e addirittura ignorato, la responsabilità che le era stata affidata di proteggere il confine meridionale dai milioni di persone che entrano illegalmente. Inoltre, da quando la squadra Biden-Harris è salita al potere nel 2021, è scoppiata la guerra in Europa orientale e in Medio Oriente; l'Afghanistan ha ridotto i diritti umani, in particolare l'istruzione delle donne; la Cina ha potenziato le sue iniziative "belt and road", ha minacciato Taiwan e continua la sua ricerca della supremazia globale. Quale sia la risposta che Harris offrirebbe a queste sfide non è ancora chiaro.
Gli elettori americani si troveranno di fronte a un'elezione decisiva il 5 novembre, nella speranza di poter celebrare il 250mo anniversario dell'Indipendenza nel 2026 con il Paese ancora fedele ai valori democratici, agli ideali e alle aspirazioni dei padri fondatori.
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