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La fortezza del gender battente bandiera britannica, fino a ieri inespugnabile, inizia a mostrare le prime crepe. È di un paio di settimane fa la clamorosa inchiesta del Times, scaturita dalle rivelazioni di cinque medici inglesi che hanno rassegnato le dimissioni dal Gender Indenty Development Service (Gids) di Londra, l'unica clinica d'Oltremanica specializzata nel curare la disforia di genere nei minori. Il motivo? I trattamenti ormonali e chirurgici per gli adolescenti sarebbero condotti in modo arbitrario e senza veri criteri scientifici.
In altre parole, migliaia di bambini e ragazzi sono oggetto di un "esperimento" sulla loro pelle. I medici dimissionari, secondo quanto da loro affermato al Times, avrebbero ricevuto pressioni da parte di associazioni Lgbt - una su tutte, Mermaids - per la somministrazione di trattamenti ormonali irreversibili, per il blocco dello sviluppo sessuale secondo il genere di nascita. In alcuni casi, tali trattamenti iniziano addirittura a soli tre anni, quindi, verosimilmente per il capriccio dei genitori di volere un bambino transgender. A sedici anni, poi, secondo il protocollo, inizierebbe la somministrazione di ormoni del sesso opposto.
Molti dei giovanissimi pazienti, nella sostanza, sarebbero stati avviati forzosamente verso la transizione ormonale irreversibile, senza dare loro la possibilità di una terapia alternativa di carattere psicologico e non farmacologico. Secondo le testimonianze, alcuni bambini ancora in conflitto con la propria identità sessuale, venivano identificati frettolosamente come transgender.
«Negli ultimi due anni del mio lavoro, ho avuto la sensazione che un gran numero di bambini fosse in pericolo», ha confidato uno dei medici intervistati. «Io ero lì per proteggere i bambini dall'essere danneggiati». Un altro medico ha dichiarato: «Questo trattamento sperimentale è stato compiuto anche su bambini molto vulnerabili». Per i cinque medici, l'unica motivazione a non rassegnare inizialmente le dimissioni, era stata quella di evitare ai loro giovani pazienti un cambio di sesso giudicato troppo avventato.
Parere unanime dei cinque (anche se in tutta la clinica, il numero di medici dimessisi per gli stessi motivi è pari a diciotto) è che tale «trattamento sperimentale» si sia rivelato «dannoso». Accuse respinte dalla struttura sanitaria. «Cerchiamo di aiutare i giovani e le loro famiglie a far fronte all'angoscia e a ridurla», è stata la replica ufficiale sul sito della (Gids). «Il nostro obiettivo è comprendere gli ostacoli che si frappongono tra i giovani e lo sviluppo di un'identità di genere più stabile e sicura».
Ai cinque medici era assegnato il compito di decidere a quali pazienti somministrare i bloccanti ormonali per arrestarne lo sviluppo sessuale. Alcuni dei bambini e ragazzi sarebbero stati indotti ad avviare il trattamento dopo essere stati vittime di bullismo omofobico. Alcuni di loro tenderebbero ad assumere un'attitudine trans, con l'obiettivo più o meno consapevole di superare traumi come l'abuso o il lutto in famiglia o anche le conseguenze dello spettro autistico. Sono complessivamente 2519 i giovani mandati presso la clinica per avviare la terapia per il cambio di sesso. Nel 2010 erano stati "appena" 94.
Nota di BastaBugie: ecco altre notizie dalla Gran Bretagna sul "gaio" mondo gay (sempre meno gaio).
IL PRINCIPE HARRY SUPPORTA UNA LOBBY PRO BABY TRANS
L'organizzazione inglese Sirene, che si occupa di bambini trans per facilitarsi nella cosiddetta transizione di genere, ha annunciato che il principe Harry appoggerà tramite la Royal Foundation le loro attività. La direttrice di Sirene Susie Green ha così commentato: "Penso che sia sempre molto importante per i giovani vedere le persone autorevoli e credibili come il Principe Harry supportarli e aiutarli"
E così le lobby favorevoli al transessualismo dei bambini hanno trovato un testimonial reale.
(Gender Watch News, 10 maggio 2019)
ALCUNI MASCHI POSSONO AVERE IL CICLO (???)
A Brighton un consiglio di insegnanti ha partorito un report di educazione sessuale dedicato agli studenti in cui si afferma che "le mestruazioni devono includere tutti i sessi", questo perché "Trans, ragazzi e uomini e persone 'non binary' possono avere il ciclo". Ovviamente ci si riferisce a donne diventate transessuali o donne che non si sentono né femmine né maschi. E dunque gli insegnanti hanno pensato bene di mettere il contenitore per gettare gli assorbenti in tutti i bagni anche in quelli maschili.
Gli insegnanti hanno spiegato così questa delirante iniziativa: "Incoraggiando un'educazione efficace sulle mestruazioni e sulla pubertà, speriamo di ridurre lo stigma e garantire che nessun bambino o giovane si vergogni di chiedere prodotti per le mestruazioni all'interno o all'esterno della scuola se ne hanno bisogno. Il nostro metodo riconosce il fatto che alcune persone che hanno il ciclo sono trans o non binari".
Dunque avere il ciclo sarebbe uno stigma sociale. Per essere tutti uguali, tutti, maschi compresi, devono essere in grado di avere le mestruazioni. Purtroppo non siamo tutti uguali, a partire dall'intelligenza.
(Gender Watch News, 5 gennaio 2019)
LICENZIATA DALLA SCUOLA PERCHÉ CONTESTA I CORSI LGBT RIVOLTI AL SUO BAMBINO
La sua "colpa" è stata criticare sulla sua pagina Facebook dei corsi imbevuti di propaganda Lgbt, adottati dalla scuola elementare frequentata dal figlio e facente capo alla Chiesa anglicana. Per questa ragione una quarantatreenne inglese, Kristie Higgs, madre di due bambini e sincera cristiana, è stata licenziata dalla scuola secondaria di Fairford (Inghilterra meridionale), la Farmor's School, in cui ha lavorato negli ultimi sei anni come assistente pastorale. Il licenziamento è arrivato nonostante il curriculum della Higgs fosse senza macchia, come riferisce il Daily Mail.
I guai per la signora Higgs sono iniziati dopo aver pubblicato un post su Facebook, datato 24 ottobre 2018, in cui esortava i suoi contatti a firmare una petizione di Citizen Go contro l'educazione sessuale obbligatoria nelle scuole primarie, che secondo i piani del governo sarà effettiva da settembre 2020. «Stanno facendo il lavaggio del cervello ai nostri figli», scriveva la donna, avvertendo che ai bambini sarebbe stato insegnato che le relazioni omosessuali sono normali ed equivalenti al matrimonio, nonché la possibilità di "scegliere" il proprio sesso, a prescindere dal dato biologico. La Higgs esplicitava poi la conseguenza logica di un simile indottrinamento obbligatorio: «Significa che esprimere e insegnare le fondamentali credenze cristiane, relative alla creazione degli uomini e delle donne e al matrimonio, diverrà in pratica proibito, perché esse confliggono con la nuova moralità [...]». E aggiungeva che «questa è una tremenda forma di totalitarismo mirata a sopprimere il cristianesimo e rimuoverlo dalla sfera pubblica». Un'analisi che si può sottoscrivere per quanto è lucida.
In un altro post la Higgs contestava due libri inclusi nel curriculum della scuola del suo bambino e pieni di omosessualismo e transessualismo (il titolo di uno dei due volumi dice già tutto: Reclaiming radical ideas in schools), scritti da un attivista Lgbt, Andrew Moffat, nell'ambito del programma No Outsiders, lo stesso già contestato dalle famiglie di una scuola elementare di Birmingham e sospeso perché allora, a chiedere lo stop dell'indottrinamento arcobaleno verso i propri figli, erano intervenuti un gran numero di genitori musulmani.
Il procedimento disciplinare contro la Higgs è iniziato dopo la ricezione di un'email anonima in cui veniva accusata di «postare opinioni omofobe e preconcette». L'istituto, che adopera immagini e campagne comunicative del tutto prone all'ideologia arcobaleno, ha quindi fatto la sua bella indagine sui due post pubblicati via Facebook (che risultavano visibili solo agli amici della donna), arrivando al licenziamento della signora Higgs per condotta riprovevole, dettata da «discriminazione illegale», «grave uso inappropriato dei social media», «commenti online che potrebbero portare cattiva fama alla scuola e danneggiare la reputazione della scuola». Una criminale, probabilmente, sarebbe stata trattata meglio. Già dall'inizio dell'indagine, riferisce la madre inglese, «mi è stato ripetutamente detto: "Questo non ha nulla a che fare con la tua religione". Era chiaramente una tattica legale e ovviamente qui tutto ha a che fare con la mia religione».
La Higgs ha chiesto aiuto legale al Christian Concern, un gruppo che si batte per la libertà di fede dei cristiani, e ha deciso di fare causa alla Farmor's School per licenziamento ingiusto. Non possiamo sapere come andrà a finire ma intanto un fatto è evidente: una madre e onesta lavoratrice ha perso il suo lavoro per aver manifestato delle idee di assoluto buonsenso, che erano ritenute scontate appena qualche anno fa ma che nelle nostre progreditissime società, sottomesse alla fantomatica tolleranza del "love is love", sono divenute motivo di persecuzione.
(Ermes Dovico, La Nuova Bussola Quotidiana, 27 aprile 2019)
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