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IL TRIBUNALE VOLEVA OBBLIGARE AD ABORTIRE LA FIGLIA DI UNA DISABILE... CHE INVECE E' NATA SANA E BELLA
I genitori della 32enne disabile mentale ed epilettica hanno dimostrato che poteva affrontare il parto e che lei stessa lo voleva
di Benedetta Frigerio
 

Poteva forzarla ad abortire, ma alla fine il giudice ha deciso che la ragazza non era costretta a farlo. Gli avvocati dei genitori adottivi e tutori di Elisa Bauer, 32 anni, disabile mentale ed epilettica, hanno dimostrato che la donna poteva affrontare il parto e che lei stessa lo voleva.
Il caso, esploso in Nevada lo scorso novembre, quando la ragazza era all'undicesima settimana di gravidanza, aveva generato diverse proteste dopo la denuncia di un medico a un tribunale distrettuale dello Stato. A seguito di numerosi interrogatori, e grazie alla battaglia della famiglia, il giudice aveva concluso che Elisa poteva partorire. Così, il 2 maggio scorso la piccola Cierra Marie è nata. La neonata, «dai capelli folti e neri, e la carnagione rosa», è «dolce e buona. Come previsto, è perfettamente sana e indescrivibilmente bella». Lo ha scritto l'avvocato della famiglia Bauer, aggiungendo che anche Elisa sta bene e che la coppia a cui la piccola andrà in adozione è già pronta ad accoglierla.
L'avvocato ha poi aggiunto che il movimento pro life americano «è stato un grande aiuto nel compiere i piani di Dio». All'inizio della vicenda, infatti, il tribunale sembrava propendere per l'aborto forzato. Diversi giornali e siti internazionali hanno difeso la vita della piccola sostenendo Elisa e la sua famiglia lanciando appelli ai cittadini per far sentire la propria voce. Così, l'ufficio del giudice era stato invaso di email, lettere e telefonate.
Poteva andare diversamente. È andata bene, perché i genitori adottivi di Elisa, le cui condizioni sono dovute al fatto che la madre naturale era alcolizzata, hanno combattuto per difendere la vita di Cierra Maria e il diritto della figlia a dare alla luce la creatura. La coppia, Bill e Amy Bauer, hanno avuto anche l'appoggio della comunità cattolica a cui appartengono e dei medici di fiducia che li hanno sostenuti dimostrando che la malattia mentale non si sarebbe aggravata con il parto. Ma se, per assurdo, non ci fosse stato tutto ciò, una bambina «perfettamente in salute e indescrivibilmente bella», oggi non ci sarebbe.

 
Fonte: Tempi, 13 maggio 2013