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Xavier Dor, 84 anni, dovrà pagare una multa di 10.000 euro, rischiava anche un mese di galera.
Proprio nelle ore in cui il Santo Padre Francesco riceveva in Vaticano il Presidente François Hollande, dalla Francia giungeva la notizia della condanna penale di Xavier Dor, noto combattente pro life transalpino che si era reso "colpevole" di regalare a una donna incinta un paio di scarpette per dissuaderla dall'aborto.
Lo stato francese ha introdotto nella legge Weil del 1975 la nuova figura del "reato di intralcio all'aborto", "le délit d'entrave". Chi lo commette dimostra di essere "abortofobo", evidente traslazione concettuale delle leggi sull'omofobia, che possono essere estese teoricamente a qualsiasi condotta "deviante" di pro life e di cattolici intransigenti.
Con le modifiche alla legge Weil – che in Francia ogni anno miete 220.000 vittime prima della nascita – l'aborto viene dichiarato esplicitamente "un diritto di tutte le donne che non desiderano portare a termine la gravidanza".
In base al "reato di intralcio all'aborto", ora i pro life francesi possono essere processati e condannati anche solo per le attività di informazione e dissuasione in ospedale, per aver indicato alla donna un numero di telefono oppure averle indotte a riflettere su che cos'è l'aborto.
Non solo: in base a questa legge vengono criminalizzati anche coloro che organizzano e partecipano a Marce per la Vita, oppure hanno siti web antiabortisti. La pena massima prevista dalla legge è di 2 anni di prigione e 30 mila euro di sanzione.
La Fondazione Lejeune parla di "attentato alla libertà di espressione".
Xavier Dor è stato la prima vittima di questa legge, voluta da uno stato che da anni egli definisce "République luciférienne".
Di fronte ai magistrati che gli hanno letto la sentenza, il vecchio leone pro life ha dichiarato: "Criminale è uccidere un bambino".
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