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« Torna alla edizione
Nella dottrina nazionalsocialista il culto del Führer giunse sino alla sua divinizzazione, vedendo in lui il "Salvatore della Patria" inviato da Dio. Negli orfanotrofi veniva fatta recitare quest'orazione: « Führer, mio Führer, datomi da Dio, proteggi e mantienimi in vita ancora a lungo…». Passano i secoli, cambiano i dittatori, ma il vizio di fabbrica evidentemente resta, a qualsiasi latitudine. Ed ora riemerge in Venezuela, dove siamo alla follia pura, ripiombando di nuovo nella divinizzazione del leader.
Il PSUV-Partito Socialista Unito, al termine del congresso per l'elaborazione del progetto di formazione, ha promosso la «Preghiera del delegato», una storpiatura – blasfema – del Padre Nostro, adattata non a Dio, bensì ad Hugo Chavez, Presidente della Nazione, nonché della forza governativa al potere sino alla morte, che lo colse il 5 marzo dell'anno scorso.
«Chavez nostro, che sei nei cieli» così inizia questa sorta di invocazione, letta dalla socialista, Maria Uribe. Invocazione, che così prosegue: «sei in terra, nel mare e tra noi, delegati e delegate, sia santificato il tuo nome, venga a noi la tua eredità per portarla ovunque tra la gente». Ed ancora: «Dacci oggi la tua luce per guidarci ogni giorno e non ci indurre nella tentazione del capitalismo, ma liberaci dal male dell'oligarchia e del reato di contrabbando, perché nostra è la Patria, la pace e la vita. Nei secoli dei secoli, amen. Viva Chavez». Termina in questo modo l'allucinante testo. Testo, che ha chiuso i lavori dell'assise di partito, seguito solo da cantanti e poeti, i quali han dedicato i loro brani ed i loro versi a Chavez ed alla cosiddetta rivoluzione bolivariana da lui sostenuta.
Alla cerimonia di chiusura dei lavori ha partecipato anche il Presidente in carica del Venezuela, Nicolás Maduro, per il quale Chavez incarnerebbe perfettamente tutti gli ideali ed i valori, che dovrebbe seguire chiunque volesse costruire la rivoluzione, rivoluzione da combattere «ogni giorno nelle strade, da costruire, da fare» e tale, proprio per questo, da esigere «sempre più una formazione ai valori».
Il socialismo, che da Marx ha ereditato materialismo dialettico ed ateismo militante, anche in Venezuela ha preteso di cancellare Dio, per divinizzare il leader. Ancora una volta, di fronte a tale deriva spirituale, non si può che concordare con l'affermazione attribuita a Gilbert Keith Chesterton: «Quando la gente smette di credere in Dio, non è vero che non crede in niente, perché crede a tutto».
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