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BELLA: UN FILM CHE CONVERTE SENZA PREDICHE
In Italia è stato difficile vederlo al cinema perche' e' stato prodotto da cattolici e quindi e' stato boicottato dai distributori italiani...
di Antonio Gaspari
 

Tre anni fa, il mondo del cinema fu sorpreso da “Bella,” la storia romantica diretta dal regista messicano Alejandro Monteverde, che inaspettatamente vinse il primo premio del prestigioso “People’s Choice Award” del Toronto Film Festival.
Da quel momento in poi, Bella ha vinto altri premi a livello internazionale, come il premio “Smithsonian Latino Center”.
Nominato come prima preferenza fra gli utenti di Yahoo, è stato anche premiato dalla Casa Bianca per il suo contributo alle Arti.
Il film è girato nella città di New York e racconta la storia di José, un promettente giocatore di calcio messicano, che (...) si ritira a fare il cuoco nel ristorante del suo fratello adottivo.
Nello stesso ristorante viene licenziata una giovane ragazza, Nina, che non andava al lavoro perché era incinta.
Nina intende mettere fine alla gravidanza, perché è sola, senza lavoro (...).
José non condivide la scelta della giovane collega ma tenta di aiutarla facendole sentire tutto il caloroso sostegno umano.
In questo modo, le due vite s’intrecciano e, con una serie di stupendi flashback e intensi dialoghi, lo spettatore viene spontaneamente ed emotivamente coinvolto nel loro passato.
Nel film le parole aborto, Dio, solidarietà, umanità, difesa della vita e della famiglia non vengono mai pronunciate, ma le immagini, i silenzi, le varie vicende, i diversi personaggi concorrono insieme a comporre una commovente poesia d’amore.
Si tratta di un film “potente e toccante... un’autentica ispirazione”, ha detto Ana Maria Montero nel suo servizio per la CNN. Secondo Maria Salas, di NBC-Miami, “Bella è un dramma romantico pieno di cuore, anima e messaggi positivi… un gioiello cinematografico”.
Dopo aver visto il film, alcune giovani donne hanno deciso di far nascere i bambini e le bambine che avevano concepito.
L’efficacia del film si deve in parte anche allo straordinario cast: Tammy Blanchard, vincitrice dell’Emmy Award, e la stella messicana Eduardo Verástegui, chiamato il “Brad Pitt dell’America Latina”.
“Dopo 10 anni di carriera – ha confessato Verástegui – mi sono reso conto che mi mancava qualcosa, ma non sapevo cosa fosse. Mi sentivo in un labirinto senza uscita; volevo usare l'uscita di sicurezza ma non sapevo dove si trovasse, mi sentivo vuoto”.
Il giovane Eduardo, nato a Xicotencatl, Tamaulipas, un piccolo paese al nord del Messico, ha avuto una brillante carriera internazionale come cantante pop del gruppo latino Kairo e come attore di “telenovela”, dopodiché si è stabilito negli Stati Uniti in cerca d’una felicità sempre sfuggente.
Dopo aver girato un popolare video musicale con Jennifer Lopez, Eduardo ricevette numerose offerte promettenti da registi di Hollywood, ma le rifiutò, perché si trattava di proposte con un basso livello morale.
“Ho promesso a Dio che non avrei mai più lavorato a un progetto che offendesse la mia fede, la mia famiglia o la mia comunità latina”, ha confessato.
Con gli amici Leo Severino e Alejandro Monteverde, Eduardo ha fondato la Metanoia Films per “produrre pellicole che abbiano il potenziale non solo di intrattenere il pubblico, ma anche di fare la differenza nella nostra società – ha spiegato Verástegui –, pellicole che tocchino il cuore del pubblico ed elevino l'intelletto verso ciò che è buono, bello e vero, verso l'eccellenza”.
La parola metanoia (in greco, “conversione”) è stata scelta Eduardo stesso e riflette il suo percorso spirituale personale.

 
Fonte: ZENIT, 9 dicembre 2009