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TRUMP: LA CONTRORIVOLUZIONE PARTE DALLE CANNUCCE DI PLASTICA
Una decisione più importante di quel che si creda... e intanto inizia la riforma della polizia federale con due nomine ai vertici dell'Fbi, anche in difesa dei cattolici (VIDEO: Trump al Congresso USA)
di Stefano Magni
 

Con tutti i problemi che ci sono nel mondo, Donald Trump deve proprio sprecare il suo tempo per firmare un ordine esecutivo in cui ripristina l'uso delle cannucce di plastica? È soprattutto questo il tenore delle critiche al presidente, oltre a una minoranza di eco-attivista anti-plastica che si sta stracciando le vesti. E c'è da scommettere che, per reazione, l'Ue imporrà una politica comunitaria ancora più stretta sull'imposizione dell'uso delle cannucce. Sembra una battaglia bagatellare, ma è un segnale importante per l'inversione di rotta in corso.
Negli Usa non c'è un obbligo nazionale per le cannucce di carta, né un divieto dell'uso di quelle di plastica. Però sempre più città e Stati interi, nell'ultimo decennio, hanno vietato le cannucce di plastica, sostituendole con materiali alternativi e biodegradabili, o almeno eco-friendly. La cannuccia di carta, che si appiccica alle labbra e a volte si scioglie nella tazza, è diventata di uso comune, al di qua e al di là dell'Atlantico.
Nell'ordine esecutivo, l'amministrazione Trump stabilisce che non vengano più comprate e distribuite cannucce di carta all'interno degli uffici federali. E al tempo stesso dispone la stesura di un piano nazionale per porre fine agli obblighi di uso delle cannucce di carta (da presentare entro 45 giorni) per «alleviare l'uso obbligatorio di cannucce di carta a livello nazionale». Trump ha dichiarato che le cannucce di carta, semplicemente "fanno schifo", sono disfunzionali e rovinano il piacere della bevuta. Nell'ordine esecutivo che ha firmato martedì 11 febbraio, specifica anche che siano anti-economiche (costano di più e spesso il consumatore ne deve prendere più di una per arrivare alla fine della bevuta), non sono così eco-friendly (non solo la produzione è inquinante, ma anche le sostanze di cui sono composte sono dannose per l'ambiente e potenzialmente anche per l'uomo) e a questo si aggiunge, molto spesso e volentieri, l'ipocrisia delle cannucce di carta avvolte nell'involucro di plastica.

RIMEDIARE ALL'ASSURDA BATTAGLIA ECOLOGISTA
Non chiediamoci perché Trump arrivi a firmare un ordine esecutivo in cui deve porre fine agli obblighi sull'uso delle cannucce di carta. Chiediamoci, semmai, come si sia arrivati ad avere questi obblighi su un oggetto di uso quotidiano. La causa è la battaglia ecologista contro le "isole di plastica" che si sono formate nell'Oceano Pacifico. La loro dimensione e la loro stessa esistenza è tuttora oggetto di dibattito. Secondo i report più pessimistici, l'isola di rifiuti plastici che galleggiano nel Pacifico sarebbe grande quanto il doppio dell'Italia.
Ma secondo tutti gli studi più recenti sulla questione, gli Usa non appaiono mai fra i maggiori contributori di rifiuti plastici (men che meno i paesi europei). È infatti quantomeno arbitrario stabilire che i maggiori produttori di plastica siano anche i maggiori inquinatori dell'oceano. Gli Usa, così come l'Europa, hanno sistemi di trattamento dei rifiuti molto più efficienti rispetto ai paesi in via di sviluppo che si affacciano sul Pacifico. Secondo uno studio pubblicato su Science nel 2015, i maggiori contributori dei rifiuti plastici sono la Cina, l'Indonesia, le Filippine, il Vietnam e lo Sri Lanka. In questa classifica gli Usa compaiono solo al 20mo posto. Al contrario, la Cina produce rifiuti quanto Indonesia, Filippine, Vietnam e Sri Lanka messi assieme.

L'ESALTAZIONE DELLA DECRESCITA
Secondo uno studio di Lourens Meijer (e altri) del 2019, fra i primi 10 paesi inquinatori dell'Oceano Pacifico figurano: Filippine, Cina, India, Malesia, Indonesia, Myanmar, Vietnam, Bangladesh e Tailandia. Unico paese atlantico che entra nella classifica dei primi dieci è il Brasile.
Uno studio ancor più recente condotto dall'associazione Ocean Cleanup, pubblicato nel 2022, rileva che la maggior fonte di inquinamento non sarebbero oggetti di plastica di uso quotidiano, ma grandi rifiuti prodotti dall'attività dei pescatori. E le responsabili sono soprattutto le industrie ittiche della Cina e del Giappone.
Le cannucce di carta sono state dunque introdotte negli Usa, come in Europa, per "dare l'esempio" (virtue signaling, come si direbbe negli Usa), anche se né gli Usa né l'Europa possono ridurre le dimensioni dell'isola di plastica nel Pacifico. Perché non vi contribuiscono. Ma la cannuccia di carta, come ha ricordato brutalmente Trump, "fa schifo". È peggio, sotto tutti i punti di vista, delle cannucce di plastica che si propone di sostituire. Come in altri casi, si sceglie un materiale più inefficiente, costoso e meno amato dai consumatori, per obbedire a una logica che soddisfa solo l'ideologia verde. Siamo anche l'unica parte di mondo che è riuscita a produrre anche una teoria economica che mira alla "decrescita". Ben venga dunque un ordine che riparta dalle cannucce per una controrivoluzione del buon senso.

Nota di BastaBugie: l'autore del precedente articolo, Stefano Magni, nell'articolo seguente dal titolo "Due nemici dell'Fbi ai vertici dell'Fbi. Anche in difesa dei cattolici" parla delle nomine di Trump ai vertici della polizia federale degli Usa.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 27 febbraio 2025:

Ai vertici della polizia federale degli Stati Uniti, la mitica Fbi, chi scegliere di meglio se non i due maggiori contestatori dell'Fbi degli ultimi anni? Trump ha scelto Kash Patel come direttore e poi Dan Bongino come vicedirettore. Il primo, avvocato di origine indiana, fedelissimo di Trump anche negli anni dell'opposizione, ha un curriculum di tutto rispetto, non di agente della polizia (che non è), ma di critico della polizia federale e della sua politicizzazione, con toni ai limiti dell'eversione. Il secondo, che i media italiani definiscono frettolosamente come "podcaster", è un ex agente della polizia di New York, poi entrato nel Servizio Segreto di scorta ai presidenti Bush e Obama e infine creatore di un vero impero mediatico di informazione alternativa. Ancor più di Kash Patel, è convinto che dell'Fbi debba essere "fatta piazza pulita".
Kashyap Pramod Vinod "Kash" Patel è stato confermato per il rotto della cuffia con un voto di 51 a favore e 49 contrari al Senato. Anche le senatrici repubblicane Susan Collins e Lisa Murokowski hanno disertato (come in molte altre occasioni in passato, per altro). Di Kash Patel gli oppositori dicono: non ha esperienza nell'Fbi, ha clienti stranieri che possono costituire un conflitto di interessi, è un cospirazionista e che la nomina è dovuta solo a una preferenza personale di Trump, oltre alla sua voglia di vendicarsi di tutte le inchieste che ha subito dal 2016 al 2024 ad opera degli agenti federali. Che Patel non abbia esperienza nelle forze di sicurezza non è vero: dopo la sua attività di assistenza parlamentare nella Commissione antiterrorismo, nel 2017 è stato nominato nella prima amministrazione Trump come funzionario del Consiglio di sicurezza nazionale, consigliere senior per l'antiterrorismo per la Commissione Intelligence della Camera. Poi promosso direttore senior della Direzione antiterrorismo presso il Consiglio di sicurezza nazionale nel 2019.
Se i Democratici lo odiano, è soprattutto per il suo attivismo in difesa di Trump, smontando la tesi del Russiagate (l'indagine, poi finita in un nulla di fatto, su presunte interferenze russe nella campagna elettorale del 2016), poi contestando l'indagine dell'Fbi sui documenti conservati da Trump nella sua residenza di Mar a Lago, infine difendendo anche i condannati del 6 gennaio, dunque gli estremisti arrestati a seguito dell'assalto del Campidoglio.
Il suo proposito è quello di de-politicizzare l'Fbi, che ultimamente dava la caccia a "terroristi interni", fra cui associazioni di conservatori e di tradizionalisti cattolici, visti come potenziali minacce. Nella sua audizione in Congresso, Patel ha promesso di indagare sull'origine del documento anti-cattolico prodotto all'interno dell'agenzia in cui si chiedeva di tracciare le attività delle associazioni tradizionaliste. La sua nomina coincide con l'ordine esecutivo di Trump per porre fine ad ogni pregiudizio ideologico anti-cristiano nell'Fbi, in generale per riportare la polizia al suo compito originario: non più uno strumento politico, ma solo un mezzo per combattere il crimine su scala nazionale.
Il suo braccio destro sarà Dan Bongino, un poliziotto di New York e scorta presidenziale, che è diventato celebre prima per i suoi libri di memorie, "dentro la bolla" di Washington e poi come podcaster. Nell'era di Internet ha sollevato fra i repubblicani lo stesso entusiasmo che Rush Limbaugh, commentatore repubblicano morto nel 2021, suscitava ai tempi della radio. Il Renegade Republican, poi diventato Dan Bongino Show, è diventato un vero e proprio impero mediatico. E almeno dal 2017, Dan Bongino ha colpito soprattutto un nemico: la polizia federale. Dal Russiagate a al Campidoglio, fino alle investigazioni nella residenza di Trump, l'Fbi è stata accusata da Bongino di essere un'entità interamente corrotta, governata dalle logiche oscure dello Stato Profondo. Per aver "diffuso disinformazione" sulle misure anti-pandemiche, Bongino era stato bannato permanentemente da YouTube e si era trasferito su Rumble, mantenendo intatto il suo audience. La vendetta è un piatto che si consuma freddo: ora sarà lui alla testa dell'Fbi, secondo solo a Patel. Con gran gioia di tutti gli agenti federali che ora si vedono comandare da questo detestato poliziotto di New York che per otto anni ha sparato contro di loro sul Web.
Saranno nomine molto utili a tutti, se veramente mantenessero la promessa di spazzar via ogni incrostazione politica dall'Fbi. Benissimo se pongono fine al pregiudizio anti-cattolico che stava iniziando a mettere a rischio la libertà di religione negli Usa. Un compito difficilissimo che richiede nervi saldi e un'ottima capacità di sopravvivenza nella giungla delle burocrazie federali. Si vedrà negli anni se sono all'altezza del loro ruolo, o sono stati scelti solo perché, negli anni, hanno difeso pubblicamente Trump.

VIDEO: Trump al Congresso USA (1h 40m - 04/03/2025)


https://www.youtube.com/watch?v=Bna25LEJxXo

DOSSIER "DONALD TRUMP"
Il presidente nemico del politicamente corretto

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Titolo originale: La controrivoluzione parte dalle cannucce di plastica
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 13 febbraio 2025