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« Torna agli articoli di Chiara Giannini
«I giornali di sinistra e quelli cattolici ce l'hanno con me, puntano a sminuire il mio lavoro»: Luca Donadel è il 23enne che un paio di mesi fa ha realizzato un video, poi diventato virale sui social, con cui, attraverso un sistema gps di rilevamento dei tracciati delle navi, è riuscito a ricostruire i movimenti dei natanti delle Ong attraverso il Mediterraneo verso le coste libiche.
UN NUMERO IMPRESSIONANTE
«Sono partito dal video di Gefira - spiega Luca -, che aveva fatto l'esperimento prima di me. Ma ho visto che era stato visto da poco più di 10mila persone, ho deciso che bisognava fare di più. Allora ho ricostruito le rotte e poi ho postato il risultato sulla mia pagina Facebook. In poco tempo è stato visualizzato da un numero impressionante di contatti». Luca ha raccontato ciò che già al Giornale avevamo sostenuto parlando delle navi delle Ong che entrano nelle acque territoriali libiche. «Solo che - prosegue - finché lo scrivono alcuni quotidiani nessuno dice niente perché, a volte, sulla versione cartacea passa inosservato. I video, invece, sui social prendono forza e questo per qualcuno costituisce un problema. L'unico modo che hanno per denigrare il mio lavoro è quello di attaccare a livello personale. Perché non fanno loro un video in cui provano a controbattere a ciò che ho detto? D'altronde - tiene a dire ancora - i tracciati di un gps non si possono smentire, sono inequivocabili visto che sono dati e numeri».
FATTI INCONFUTABILI
Il giovane, studente di scienze della comunicazione all'università di Torino, è stato preso di mira da più giornali, la maggior parte dei quali schierati dalla parte di chi pratica l'accoglienza e punta a far sì che in Italia arrivi sempre un maggior numero di migranti. In un articolo da Avvenire, il video del giovane è stato definito «immorale». l'Unità ha parlato di «video bufala che anche la destra cavalca», mentre il Manifesto ha titolato «La bufala rilanciata da Striscia prepara nuove stragi in mare». Insomma, ora un 23enne diventa, almeno per alcuni giornali, complice delle morti nel Mediterraneo per aver anche solo provato a denunciare che le Ong entrano nelle acque territoriali libiche per recuperare i migranti. Un controsenso non di poco conto, visto che da quando le organizzazioni non governative operano tra il canale di Sicilia e la Libia il numero dei migranti che arrivano sulle coste italiane è sensibilmente lievitato. I dati parlano di un'aspettativa di 250mila immigrati per il 2017 contro i 181mila del 2016.
MI AIUTANO I MIEI FOLLOWER
«Mi dà fastidio - specifica Luca - che molti dicano che il mio video è una bufala solo perché è apparsa su internet. Ricordo che ci sono le indagini aperte dalle varie procure siciliane a confermare ciò che ho detto. Peraltro, ho citato anche altri dati oltre ai rilevamenti gps, quali il numero dei morti in mare nel corso dei mesi passati, indicando un aumento, come confermato di recente anche dal procuratore di Catania Zuccaro». E poi chiarisce: «Ben vengano le critiche costruttive, se aiutano a migliorare un prodotto, ma che siano argomentate e non basate su attacchi personali. Cercano di sminuirmi dicendo che, in fondo, ho 23 anni e sono un blogger. Perché, invece, non provano a tirare fuori argomenti concreti?». Donadel assicura che continuerà a fare i suoi reportage. «Per adesso mi aiutano i miei follower - conclude -, qualcuno mi ha anche regalato un nuovo microfono. Un giorno vedremo. Fare il giornalista? Chissà» [leggi: LE ONG VOGLIONO DESTABILIZZARE L'ITALIA CON I MIGRANTI, clicca qui, N.d.BB].
Nota di BastaBugie: ecco il clamoroso video di Luca Donadel che ha costretto il mondo politico a parlarne e alla magistratura a indagare. Dura meno di dieci minuti e vale davvero la pena vederlo e diffonderlo.
https://www.youtube.com/watch?v=dP4rYgJKo_w
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