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« Torna agli articoli di Francesca Romana Poleggi
L'OMS ha pubblicato il 9 marzo le nuove linee guida sull'aborto, riproponendo le solite narrazioni ideologiche sull'aborto legale che sarebbe sinonimo di aborto sicuro.
Calcola che oggi nel mondo ci sono 25 milioni di aborti non sicuri ogni anno, perché non vengono praticati con le metodiche raccomandate dall'Oms e la procedura non è «assistita da qualcuno con le informazioni o le competenze necessarie». Perché se fosse assistita sarebbe: «una procedura semplice ed estremamente sicura».
E sempre secondo l'Oms la metà di tutti gli aborti avviene in condizioni non sicure che causano la morte di circa 39.000 donne ogni anno (soprattutto in Asia e in Africa).
Immediatamente dopo le linee guida si contraddicono, perché promuovono l'uso della pillola abortiva e della telemedicina. Ma come, non si era detto che la procedura deve essere «assistita» da qualcuno con le competenze necessarie?
Poi l'OMS raccomanda «di rimuovere gli ostacoli politici non necessari dal punto di vista medico all'aborto sicuro», come
1) «i tempi di attesa obbligatori,
2) il requisito che l'approvazione debba essere data da altre persone» e
3) i «limiti su quando durante la gravidanza può aver luogo un aborto».
Quindi, secondo queste linee guida,
1) la madre non deve pensarci su: come se fosse male un possibile ripensamento che salverebbe al bambino la vita e risparmierebbe alla madre il trauma fisico e psichico che consegue l'aborto.
2) La decisione di abortire non può essere condivisa con il padre: «il corpo è mio», ma il figlio è anche suo. Questo non conta. E tutto sommato a una buona parte degli uomini fa molto comodo il non poter mettere bocca: è un motivo in più per lavarsene le mani e trattare le donne come oggetti sessuali usa-e-getta.
Né ai genitori è concesso interferire con l'aborto dellle minorenni. Siamo alle solite. Non si ha l'età per firmare un contratto, ma si può abortire (e "cambiare" sesso) senza che i genitori ne sappiano niente.
Ma la cosa più interessante, in relazione all'aborto "sicuro" è il punto (3): l'aborto deve essere consentito per tutta la durata della gravidanza, cioè deve essere permesso di fatto l'infanticidio. Senza contare che tutti sanno (ma evidentemente fanno finta di non sapere) che quanto più il bambino è grande tanto più la procedura è invasiva e pericolosa per la madre.
Ovviamente la preclusione ideologica che caratterizza queste linee guida non consente all'OMS di prendere atto delle conseguenze deleterie che l'aborto ha per la salute fisica e psichica della madre, né delle donne morte per aborto "legale e sicuro". Quelle ufficiali sono qualche centinaio (e non sono poche), ma poi c'è un numero indefinito e indefinibile di donne morte a causa dell'aborto che non vengono considerate e conteggiate per la fitta coltre di omertà che la "cultura della morte" ha calato da mezzo secolo sulla questione.*
Intanto l'OMS continua la sua propaganda, ma non spiega perché, secondo i suoi stessi dati - comunque raccolti in modo fazioso - la MMR, cioè la mortalità materna (che comprende anche la mortalità per aborto, ovviamente), a parità di sviluppo del sistema sanitario, igiene, e condizioni socioculturali, è molto più alta in Paesi dove l'aborto è libero e senza limiti (come il Canada e gli Stati Uniti: MMR = 12 e 10 per centomila) piuttosto che in quei Paesi dove le leggi sull'aborto sono molto restrittive (per esempio la Polonia: MMR = 2 per centomila).
Infine, esprimiamo certamente il nostro cordoglio per le 39.000 donne morte per aborto non sicuro nel mondo (ammesso e non concesso che i dati raccolti dall'OMS siano attendibili). Ma consentiteci di sostare un istante a pensare anche ai 42.500.000 bambini morti per aborto nel 2021 (sempre secondo i dati OMS) di cui almeno la metà, 21.250.000, donne.
Nota di BastaBugie: nell'articolo seguente dal titolo "Texas, la nuova legge sull'aborto salva 70 bambini al giorno" parla della situazione in Texas dopo l'introduzione di una legislazione più favorevole al concepito nel settembre 2021.
Ecco l'articolo completo pubblicato su Provita & Famiglia il 11 febbraio 2022:
Pochi giorni fa la Texas Health and Human Services Commission ha pubblicato i dati sull'aborto di settembre 2021, il primo mese in cui la legge 'Texas Heartbeat Act' che vieta l'aborto alla rilevazione del battito cardiaco del bambino, è entrata in vigore.
I dati illustrano che la nuova legge, che protegge i bambini concepiti, ha ridotto significativamente l'incidenza dell'aborto nello Stato. Le statistiche mostrano che 2.197 aborti sono stati eseguiti in Texas nel settembre 2021, con una riduzione del 51% rispetto al settembre 2020, quando erano, dunque, circa 2110 in più. L'Heartbeat Act, in altre parole, sta impedendo la morte di circa 70 bambini, tramite aborto, ogni giorno.
Le prime indagini, però, dimostrano anche che le donne del Texas stanno aggirando l'Heartbeat Act ottenendo aborti in altri stati. Nel complesso, questi nuovi dati si aggiungono a un significativo insieme di ricerche che stanno dimostrando come le leggi e le politiche pro-vita proteggano i bambini non nati e salvino le loro vite.
La ricerca mostra, per esempio, che l'ordine esecutivo del governatore del Texas Greg Abbott del marzo 2020 che rinviava alcuni tipi di interventi chirurgici ha ridotto il numero di aborti in Texas già durante quella primavera. Numerosi studi, inoltre, mostrano che una serie di leggi pro-vita negli Stati Uniti abbassino i tassi di aborto. Mentre l'Heartbeat Act continuerà ad affrontare sfide legali, da parte di coloro che ne vogliono l'abrogazione o l'incostituzionalità, le nuove statistiche sono incoraggianti e mostrano come le norme abbiano indubbiamente protetto la vita dei bambini, consentendo loro di nascere.
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