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« Torna agli articoli di Leone Grotti
Cinque anni fa, l'11 marzo 2011, un devastante terremoto di magnitudo 9 (il settimo più potente della storia) provocò lo tsunami che devastò il Giappone, uccidendo la maggior parte delle 15.704 vittime accertate e lasciando dietro di sé 5.314 feriti e 4.647 dispersi. Nonostante questa tragedia, l'11 marzo è ricordato dai media soprattutto per il cosiddetto "disastro nucleare di Fukushima", che sarebbe più corretto definire "incidente nucleare di Fukushima".
A causa del maremoto, infatti, la centrale nucleare Daichi di Fukushima subì quattro incidenti, con il conseguente rilascio nell'ambiente di materiale radioattivo (finito per l'80 per cento nell'Oceano). Le autorità hanno evacuato la popolazione residente entro i 3o chilometri dall'impianto: la maggior parte dell'area è ancora oggi off-limits ma la risposta del governo a cinque anni dal disastro si può definire «esagerata».
I MEDIA HANNO SBAGLIATO: RADIAZIONI NON PERICOLOSE
Il virgolettato è di Geraldine Thomas, una dei massimi esperti inglesi (e mondiali) dell'effetto delle radiazioni sulla salute dell'uomo. Lavora all'Imperial College di Londra, è consigliera del governo giapponese sul tema, e insieme alla Bbc ha visitato per l'anniversario la cittadina di Okuma, ad appena due chilometri dalla centrale nucleare, per rilevare il livello di radiazioni. «Il livello adesso è davvero basso», afferma, misuratore alla mano. «I media hanno completamente sbagliato nel modo in cui hanno parlato di questa notizia. È pieno di luoghi con lo stesso livello di radiazioni».
A Okuma si registrano 3 microsievert all'ora (il seviert è l'unità di misura delle radiazioni) all'aperto, meno al chiuso. Se si passasse all'aperto 12 al giorno, tutti i giorni per un anno si riceverebbe una dose di radiazioni di 13 millisievert. «Questa dato non è insignificante ma non si raggiungono i livelli considerati pericolosi per la salute, siamo molto lontani da una quantità considerata pericolosa per la salute a lungo termine». Secondo le regole adottate dalla maggior parte delle centrali nucleari, e avallate dagli esperti, chi lavora negli impianti nucleari può ricevere senza danni per la salute fino a 20 millisievert all'anno.
Non è un caso dunque se nessuno è morto (finora) a causa dell'incidente di Fukushima. Nel 2013, un rapporto dell'Oms ha indicato che i residenti evacuati non sono stati esposti a un livello di radiazioni tale da poter causare danni alla salute. Il gruppo più a rischio, cioè i bambini, avrebbero secondo lo studio appena l'1 per cento di possibilità in più di sviluppare un tumore rispetto ai coetanei non contaminati. Secondo il rapporto della commissione dedicata delle Nazioni Unite, nessuno dei sei lavoratori deceduti dopo aver aiutato a contenere la crisi della centrale nucleare è morto a causa delle radiazioni.
REATTORI SPENTI E RIAVVIATI
Lo shock causato alla popolazione dall'incidente ha portato allo spegnimento di tutti e 52 i reattori giapponesi. Ma dopo aver approvato nuovi standard di sicurezza nel 2013, di gran lunga i più elevati al mondo, nell'agosto del 2015 Tokyo ha riavviato due reattori nucleari di Sendai, sull'isola sud-occidentale di Kyushu. A ottobre, le autorità della città di Ikata, nella prefettura sud-occidentale giapponese di Ehime, hanno deciso di consentire il riavvio di un altro reattore nucleare, che dovrebbe partire quest'anno. Ieri però i giudici hanno ordinato di fermare altri due reattori della centrale atomica di Takahama, a nord di Osaka, riavviati a gennaio con il via libera dell'Agenzia della sicurezza nucleare.
Il tema è ancora molto delicato e sentito nel paese. A livello nazionale la maggior parte della popolazione è ormai contraria all'energia nucleare, anche se nelle zone che ospitano le centrali i cittadini si sono dimostrati in larga maggioranza favorevoli alla riattivazione dei reattori. Nel 2014 il governo ha deciso di tornare al nucleare anche per motivi economici: senza l'atomo il Giappone dovrebbe spendere, secondo le stime più ottimistiche, 34 miliardi di dollari in più all'anno per soddisfare il proprio fabbisogno energetico, 68 secondo quelle più pessimistiche.
Nota di BastaBugie: per approfondire consigliamo la lettura di questo articolo su Fukushima cliccando sul seguente link
DOPO FUKUSHIMA IL GIAPPONE TORNA AL NUCLEARE
Nel 2011 l'incidente, oggi si riaccendono i reattori, così si abbattono le emissioni di gas serra e si risparmia sulla bolletta
di Leone Grotti
www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3950
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