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Silvana De Mari è un personaggio ben noto. Scrittrice di grande successo, negli ultimi anni è diventata anche una importante testimone della fede attraverso i suoi articoli e il suo blog. Ma prima di tutto Silvana De Mari è un medico, chirurgo endoscopista, ed è anche una psicoterapeuta della scuola cognitivista. Di fronte alla crescente evidenza di un diffuso e dilagante disagio psichico causato dalle modalità di gestione dell'epidemia da Covid, la Bussola l'ha intervistata proprio in questa sua veste.
Dottoressa De Mari, sembra che ci sia una pandemia nascosta, e di cui non parla nessuno: una pandemia di disturbi psichici. Ce lo può confermare?
Purtroppo sì. L'essere umano è stato creato per vivere al sole, per vivere una vita dove ci sia stabilità, sia permesso il lavoro, dove lui possa essere padrone dei propri movimenti e, entro certi limiti, del proprio destino grazie ad alcune sicurezze immutabili: famiglia, religione, suola, lavoro, sanità.
Questo che cosa c'entra con i disturbi psichici?
Uno studio coreano dimostra che il virus si contagia all'interno, non all'esterno. Camminare all'aria aperta permette la formazione di vitamina D e di serotonina. Traduco in parole povere: chi non cammina all'aria aperta un numero sufficiente di ore, ha un crollo del sistema immunitario e un crollo della psiche. Se verificate il foglietto illustrativo della quasi totalità degli antidepressivi troverete indicato che il loro meccanismo d'azione consiste nell'aumentare il tasso di serotonina.
Quindi, uscire di casa è salutare?
La prima regola per un depresso è: alzati e cammina. La prima regola per creare un depresso è: stai chiuso in casa. Le endorfine si formano durante lo sforzo massimale, la corsa, oppure nella preghiera. Vietare o deridere la religione, con l'ometto politico che spiega l'orario della messa di Natale secondo la bizzarra teoria di un virus notturno, ma non serale oppure il minuscolo comico che spiega che Dio si può pregare anche in bagno, sono un'aggressione non solo alla religione, ma anche alla nostra storia. Nella corsa a chi ha fatto peggio però, ci sono le gerarchie cattoliche, le chiese sono state chiuse prima di bar.
Sta delineando un quadro piuttosto fosco...
Il secondo gravissimo danno infatti è l'insicurezza. Nei loro imperdibili libri i neuropsichiatri David Servain Schreber e Seligman riportano gli esiti di esperimenti analoghi fatti rispettivamente con cani e topi, consistenti in scariche elettriche imprevedibili. Nel suo libro anticancro e il dottor Servain Schreber riporta come nei topi di laboratorio sottoposti a scosse elettriche imprevedibili, cioè a un tipo di stress stranamente simile a quello a cui si sottopongono i DPCM di Conte, avessero un crollo del sistema immunitario, mediato evidentemente dai picchi di cortisolo, e di conseguenza su di loro il cancro ha attecchito con più facilità.
Quindi?
I cani impazzivano: picchiavano la testa contro le sbarre delle gabbie, si mangiavano la coda. Nulla di tutto questo invece dove le scosse elettriche erano prevedibili. Dove si dà un senso a quello che sta succedendo, la nostra psiche è in grado di reagire perfettamente. Alla depressione da mancanza di sole e movimento e la imprevedibilità di divieti che distruggono ogni gesto della vita umana, si aggiungono poi problemi specifici: il proprio bar che fallisce, il proprio negozio di scarpe che, mentre è pieno della collezione primaverile, deve restare chiuso. Tutto questo su persone già in equilibrio.
E per chi è già in disequilibrio?
Una tragedia ancora maggiore sulle persone. Una persona affetta da schizofrenia riesce a compensarsi nel momento in cui è circondata da un ambiente stabile sereno. Discorso analogo per le persone affette da autismo. Per queste persone quello successo è stata una catastrofe.
Che cosa pensa della quarantena forzata dei bambini e degli adolescenti che sono ancora in DaD (didattica a distanza)?
La perdita della socialità e della scuola ha anche effetti cognitivi: i bambini hanno dimenticato le tabelline, altri addirittura come si scrive. I bambini vivono immersi in un mondo di morte con bollettini di morte. Qualcuno può veramente pensare che tutto questo non scatenerà nei bambini disturbi fobici che sarà difficilissimo curare? A questo si aggiungono i sensi di colpa. Una maestra ha sgridato un bambino che aveva prestato la gomma a un compagno dicendogli di essere responsabile dell'eventuale morte di un nonno. Una nazione che fa un'attenzione infinita perché non si possa creare nemmeno una vaga sfumatura di colpa in una donna che abortito, ha serenamente accusato i giovani di essere gli assassini dei propri genitori o dei propri nonni per aver fatto cose banalmente umane: andare a correre o entrare in un bar alla sera.
Da mesi milioni di persone vivono sotto una pressione psicologica pesantissima, bombardati da messaggi mediatici terrorizzanti. Che effetto può avere tutto questo sulla salute?
Si chiama PNEI, psico neuro endocrino immunologia la nuova branca della medicina che esplora i rapporti tra sistema immunologico, sistema endocrino, mente e cervello. La situazione creata dalla pandemia si può riassumere così dal punto di vista biochimico: cortisolo altissimo, adrenalina alta, serotonina bassissima, endorfine bassissime. Possiamo quindi renderci conto che avremo un aumento a picco di cancro, malattie vascolari e malattie degenerative. Tutto questo andrà ad aggiungersi all'impennata di morti dovuta alla sospensione dell'attività diagnostica e terapeutica.
Le autorità sanitarie e politiche non sembrano tenere conto di questi aspetti. Eppure, avere una popolazione di depressi e di ansiosi dovrebbe costituire una seria preoccupazione.
Dipende da cosa si deve ottenere. Se si vuole ottenere un popolo forte che difenda la sua vita, le sue tradizioni, i suoi figli e i suoi confini queste regole sono sbagliate. Se quello che si vuole ottenere è un popolo allo sbando, annegato in una denatalità sempre più grave, che non sia in grado di costruire un futuro, che quindi, schiacciato tra la paura del virus e la colpa di non essere riuscito a creare una società dove il virus non potesse circolare, permetta di essere "resettato", allora il comportamento è quello ideale. L'Italia è quella che ha fatto peggio, più morti e più vita, scuola, religione ed economia distrutte, ma è evidente che c'è una regia comune, quindi è il caso che noi volgiamo il nostro sguardo verso Davos, ridente cittadina della Svizzera tedesca dove una volta l'anno si riuniscono le 2000 persone più ricche nel mondo: il Foro monetario.
Che cosa c'entra l'economia?
Il Foro monetario ha dichiarato ufficialmente che la pandemia è una occasione per distruggere la società attuale, resettarla, e formarne una nuova, completamente digitalizzata. Nel loro libro Covid 19 the Great Reset, spiegano come senza la pandemia non sarebbe stato possibile. Ci saranno milioni di disoccupati e centinaia di migliaia di piccole imprese che falliranno, ma poi, gloriosamente, il sole della quarta rivoluzione industriale illuminerà il mondo. Le malattie si fermano potenziando il sistema immunitario e curandole. Per il Covid 19 si è creato il folle progetto di bloccare la circolazione del virus. I vari colori giallo arancione rosso servono a creare speranza, a colpevolizzare la vittima. Tutta una parte del popolo italiano, quella che vive, sopravvive e paga le tasse mediante gli sport invernali è stata condannata a morte insieme a hotel e ristoratori. La situazione sanitaria non c'entra nulla, non è meno sotto controllo degli anni precedenti.
Come si può affrontare questa "psicodemia"? Con che mezzi?
Uno solo, con l'arma della verità. Ma non sarà facile. Rischiamo carcere, multe atroci e Tso. Ma abbiamo dalla nostra San Michele Arcangelo. Potremmo farcela.
Nota di BastaBugie: Riccardo Cascioli nell'articolo seguente dal titolo "Lockdown, così siamo diventati polli di allevamento" parla della situazione in Italia. Stiamo assistendo a un crescendo di dispotismo che ci fa tutti consegnare la nostra libertà nelle mani dello Stato.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 15 dicembre 2020:
Ma cosa si aspettavano? Chiudono intere regioni per un mese, riaprono una finestra di dieci giorni per preparare le feste di Natale già annunciando una chiusura più dura, e poi si scandalizzano se appena aperta quella finestra la gente esce e va al ristorante o a fare shopping. E ora, dopo aver vomitato il loro disprezzo per il popolo, si apprestano a varare un lockdown ancora più duro per il periodo di Natale. E ovviamente a scaricare sui cittadini le responsabilità di una eventuale recrudescenza della pandemia da Covid-19.
Ancora peggio: hanno inventato un meccanismo perverso come il cashback, ovvero la possibilità di avere rimborsato un 10% delle spese effettuate nei negozi (non valgono quelle online); danno pochi giorni per gli acquisti e poi ti trattano come un delinquente se provi ad andare a fare le spese che loro stessi ti hanno spinto a fare. Così come accaduto per il bonus vacanze offerto in estate, salvo poi accusare della cosiddetta "seconda ondata" di ottobre quanti sono andati in vacanza.
A completare il quadro sta il fatto che oltretutto maggioranza di governo e opposizione sembrano andare a braccetto in questo teatrino dell'assurdo. Se differenze ci sono si tratta solo di «timide e modeste variazioni», come direbbe Giorgio Gaber.
Quindi si va avanti, a colpi di Dpcm: con anticipazioni contrastanti che durano giorni e poi, una volta firmati, ancora giorni di discussioni e altre anticipazioni su come verranno modificati. Una follia ormai diventata la nostra quotidianità, la cifra di un governo e di una classe politica contrassegnata dall'incompetenza e dall'incapacità. Davanti all'emergenza provocata dal Covid non hanno fatto nulla in questi dieci mesi per dare una risposta sanitaria, solo quanto e quando chiudere i cittadini in casa. E qualche regalino per far stare buone le persone: il bonus monopattini e biciclette, il bonus vacanze, qualche spicciolo per le partite Iva, ora il cashback. Tutto becchime per farci stare buoni in gabbia, per farci consegnare la nostra libertà allo Stato. E a chi obietta: negazionista, complottista, sia allontanato dalla società.
Qui non è in discussione la serietà della pandemia, ma il modo di affrontarla. C'è un modo che mentre risolve il problema rispetta la dignità della persona: si mette in sicurezza il personale medico e paramedico; si rafforzano le strutture sanitarie e la medicina territoriale; si studia il virus; si cercano e sperimentano le cure, che vanno valorizzate e messe a disposizione di tutti; si prendono tutte le precauzioni del caso, incluse misure restrittive (si isolano i focolai, si mettono in protezione le persone più vulnerabili, ecc.) ma limitate nel tempo e nello spazio, perché non si può bloccare una nazione intera a tempo indefinito per un virus che da febbraio a oggi ha interessato il 3% della popolazione (e di questo 3% la stragrande maggioranza è stata asintomatica).
E c'è invece un modo che - per incapacità o per ideologia - approfitta del Coronavirus per estendere il potere dello Stato e degradare i cittadini a sudditi, totalmente dipendenti dal potere centrale. È la strada scelta dall'Italia e quello a cui stiamo assistendo in questi giorni - se non è un caso grave di schizofrenia da TSO immediato - è proprio un esercizio di dispotismo: chiudi; apri; richiudi; apri appena un po'; non si viaggia; sì si viaggia solo per pochi km; solo sei persone in casa; no, forse anche dieci se siamo tutti consanguinei; e così via in un susseguirsi di ordini e contrordini da perderci la testa.
Ma pian piano, in questa confusione e continua attesa di nuovi provvedimenti, la resistenza si affievolisce e sempre più persone si accontentano del becchime lanciato dai padroni, quelle concessioni temporanee per andare a fare spesa o per fare una passeggiata, e magari qualche spicciolo da spendere.
Il risultato è che c'è tutto un paese prigioniero, con i semplici cittadini che si accusano l'un l'altro per il virus che avanza (colpa di chi è andato in vacanza, di chi è uscito per lo shopping, di chi vuole andare a messa, di chi ha abbassato la mascherina, di chi non sa rinunciare alla propria libertà) proprio come i polli di allevamento che si beccano tra loro non potendo uscire dalle gabbie. E il potere si rafforza, mentre noi aspettiamo ansiosi la prossima distribuzione di becchime.
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