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« Torna agli articoli di Peppino Zola
Summum ius summa iniuria: questo antico detto latino mi è tornato in mente quando, con immenso dolore, mi è giunta la notizia che la Corte di cassazione ha confermato, con una incredibile sentenza, la condanna di Roberto Formigoni per corruzione. Sentenza incredibile perché lontana dalla realtà, sia in relazione al merito sia in relazione alla forte e onesta personalità di Formigoni, di cui certamente non si può dire che sia un corruttore. Su questo metto la mano sul fuoco.
In realtà, Formigoni è stato - senza ombra di dubbio - il miglior "governatore" della Lombardia e, molto probabilmente, il miglior governatore di tutto il Paese. Egli ha applicato, con grande sagacia, il fondamentale principio della sussidiarietà e con essa ha creato il miglior sistema sanitario d'Italia, ha favorito la libertà di educazione della famiglia, ha difeso la vita in tutti i suoi aspetti, ha costruito infrastrutture più di chiunque altro.
ACCANIMENTO GIUDIZIARIO
E allora mi chiedo: a che cosa è dovuto questo singolare accanimento giudiziario nei confronti di Formigoni? Non era mai successo ad altri di subire una quindicina di processi dai quali, prima di questo, è sempre uscito assolto. Non era quasi mai accaduto che un processo di appello aggravasse la pena rispetto al primo grado, come è accaduto a lui; non era mai accaduto che a un imputato venisse pignorata l'intera pensione, quando anche i bambini sanno che essa può essere pignorata solo fino al quinto, e ciò è accaduto solo a Formigoni. Eppoi, ci si è messo anche questo governo di giustizialisti alla Di Maio (ma Salvini dov'era?) ad aggravare la situazione, abolendo, per il reato di corruzione, tutte le pene alternative al carcere.
Perché, dunque, questo accanimento senza precedenti? Perché si è voluta fermare la politica nuova che aveva in Formigoni il rappresentante più autorevole. Perché, in un mondo dominato da una cultura "statalista" dava evidentemente fastidio la politica a favore della sussidiarietà, che tende ad aiutare chi, nella società, è già riuscito a trovare le soluzioni più adatte ad affrontare i problemi delle persone. Perché era chiara ed evidente l'invidia per i grandi successi elettorali e popolari di Formigoni, che riusciva a interpretare le esigenze vere della gente. Perché dava fastidio un convinto cattolico che aveva dimostrato di essere anche bravo ed efficiente e che poteva contrastare i poteri acquisiti. E poi, come indica il detto latino iniziale, quando la giustizia vuole strafare finisce con il non essere più giusta, perché diventa ideologica.
LA PRESENZA CRISTIANA IN OGNI AMBIENTE DELLA SOCIETÀ
A fronte di questo accanimento e di questa condanna, molti si chiedono "che fare?" E molti vorrebbero esprimere anche pubblicamente il proprio sdegno per una sentenza ritenuta ingiusta, perché sostanzialmente "politica". Penso che, innanzitutto, deve continuare l'amicizia, come è già stato notato, verso la persona di Formigoni: moltissimi si stanno esprimendo in questo senso, a conferma che, a parte le solite iene, tanti hanno capito il valore personale di Formigoni e il valore politico e amministrativo di tutta la sua attività pubblica. Ma noi sappiamo che una vera amicizia è sempre anche operativa e, in questo senso, abbiamo il dovere di continuare la nostra presenza cristiana in ogni ambiente della società, per cercare di rendere vera la nostra vocazione e aiutare i nostri fratelli uomini a vivere positivamente la famiglia, il lavoro, lo studio, la fede. Questa ingiusta sentenza ci deve spronare a rendere ancora più incisiva e costante la nostra presenza operosa, com'è stato operoso Formigoni.
Caro Roberto, sappi che ti siamo sempre molto vicini e che l'antica amicizia non viene incrinata dalle ingiustizie del mondo. Sappi, dunque, che rimaniamo insieme, perché il nostro legame "ontologico" supera anche le mura di un carcere. Con tanti amici, e questo è di conforto, so anche che la lunga educazione ricevuta ti aiuterà a dare un senso a una vicenda che sembra non avere senso, perché sappiamo che la memoria di Cristo sosterrà la tua terribile prova e la nostra tristezza di non averti tra di noi. So che tale "memoria" ti aiuterà anche a perdonare i tuoi persecutori e tutti gli immemori del grande bene che tu hai fatto, con la tua attività, non solo alla Lombardia. Un forte abbraccio anche da parte di tutti gli amici che in queste ore hanno vissuto con sgomento le decisioni giudiziarie.
Nota di BastaBugie: Riccardo Cascioli nell'articolo seguente dal titolo "La condanna di Formigoni è un avvertimento" parla della conferma da parte della Cassazione della condanna per l'ex governatore della Lombardia: 5 anni e 10 mesi di reclusione. È un chiaro avvertimento a un certo mondo cattolico.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 22 febbraio 2019:
Se davvero la gestione della Sanità lombarda merita la condanna al massimo della pena per corruzione, verrebbe da dire "viva la corruzione". Perché grazie anche al presidente Roberto Formigoni, che della Lombardia è stato governatore dal 1995 al 2013, questa regione è diventata un centro d'eccellenza per la sanità, «punto di riferimento per tutta l'Italia», aveva detto nel settembre scorso perfino il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Eppure Formigoni è stato condannato in via definitiva, con la sentenza di ieri della Corte di Cassazione, a 5 anni e 10 mesi di reclusione. Un piccolo sconto rispetto ai 7 anni e sei mesi decisi dalla Corte d'Appello, ma dovuto alla prescrizione di uno dei capi d'imputazione, in ogni caso insufficiente per evitargli il carcere.
C'è dunque qualcosa che non quadra in questa ricostruzione della realtà. Secondo l'accusa la corruzione di cui è stato responsabile Formigoni, insieme all'ex assessore Antonio Simone e al faccendiere Pierangelo Daccò, è gravissima. Il Pg della Cassazione Luigi Birritteri ha parlato di «imponente baratto corruttivo», tale da «ritenere difficile ipotizzare una vicenda di pari gravità». Ebbene da tutto questo mare di corruzione sarebbe stata generata una Sanità-modello, sia per le prestazioni offerte sia per un bilancio in pareggio (unica regione in Italia). Tanta corruzione=tanta efficienza: fosse vero sarebbe un caso unico al mondo.
Più facile pensare allora che da qualche parte ci sia un errore, che la realtà stabilità dai tribunali sia molto lontana dalla verità. Il fatto è che mentre la qualità delle prestazioni sanitarie è certificata e facilmente verificabile, la condanna per corruzione lascia più che perplessi. Ne abbiamo già parlato sulla Nuova BQ e rimando quindi agli articoli precedenti, ma la sostanza è che non ci sono mazzette passate da una mano all'altra, non ci sono conti bancari improvvisamente fioriti: ci sono invece vacanze nei mari tropicali a bordo di uno yacht, ospite di Daccò. Come ha detto il suo avvocato Franco Coppi: «Formigoni va in barca, è invitato in vacanza ma nessuno è riuscito a dimostrare la riconducibilità di un singolo atto di ufficio a queste 'utilità'. Nessuno sa che cosa è stato chiesto a Formigoni, e nessuno sa per quale cosa è stata corrisposta quella utilità». Ed è stata applicata la pena massima.
Davvero difficile non pensare a un processo politico, a una ostinata determinazione a vedere Formigoni dietro le sbarre per tutto quello che rappresenta. Nessuno vuole sostenere che non abbia mai sbagliato o che sia il politico più bravo al mondo; né che non siano opinabili alcune scelte fatte dalla Regione Lombardia sotto il suo governo. Ma Formigoni è stato espressione di un mondo cattolico fortemente presente nella società, capace di costruire opere sociali e caritative, di creare imprese e quindi posti di lavoro; un mondo cattolico che aveva la pretesa di far discendere la presenza nella società dalla propria fede. Si trattava di una rete di iniziative e realtà da cui infine sono nati anche uomini politici come Formigoni e altri, portando una ventata di novità nello stantìo panorama politico italiano.
Con Formigoni si vuole "punire" questa realtà cattolica che non ha paura di sporcarsi le mani. Si vuole ristabilire una vecchia distinzione dei ruoli: i cattolici "integralisti" si occupino di spiritualità e di carità, a governare la politica e l'economia ci pensano già altri. Destino beffardo: la condanna di Formigoni arriva fuori tempo, perché nel frattempo anche quel movimentismo che costituisce la radice politica dell'ex governatore si è appannato, in gran parte è tornato già nei ranghi.
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