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In questi tempi, dopo il successo della I Marcia per la Vita di Desenzano del maggio scorso, il Movimento Europeo Difesa vita (Mevd) e l'associazione Famiglia Domani, insieme a molte altre realtà sono già all'opera per organizzare la prossima marcia, che si terrà a Roma il 13 maggio (www.marciaperlavita.it).
L'intento è quello di manifestare pubblicamente l'importanza della difesa della vita nascente e dei principi non negoziabili in generale.
Ma intorno alla marcia, ed in preparazione ad essa, si stanno realizzando, in varie parti dell'Italia, altre attività: volantinaggi, incontri e, soprattutto, un progetto di solidarietà ai bambini della Terra Santa.
L'attenzione della Chiesa, nei secoli, alla famiglia e alla vita dei bambini, infatti, ha portato in tempi recenti alla costituzione dei Centri Aiuto alla Vita (Cav), del Progetto Gemma, e delle culle per la vita; in passato, invece, alla creazione di ruote degli esposti, orfanotrofi ed ospedali pediatrici.
Proprio in Terra Santa esiste ancora oggi un bellissimo esempio di questa storia gloriosa di carità. Questo paese è ricco di religione e di umanità ma, nel contempo, è anche un luogo intriso di tensioni e di conflitti.
La quotidianità in questi territori è infatti profondamente diversa da quella a cui siamo abituati noi occidentali: la paura, i disagi economici, la disuguaglianza sociale molto marcati e, soprattutto, ogni attimo della giornata è caratterizzato dall'incertezza.
Ma nei luoghi dove Nostro Signore è nato, vissuto e morto per la salvezza dell'umanità, fioriscono però anche moltissimi germogli positivi, incarnazione concreta e palpabile delle tre virtù teologali di fede, speranza e carità.
Una testimonianza in tal senso è rappresentata dal Caritas Baby Hospital di Betlemme, che è l'unico ospedale pediatrico presente nei territori palestinesi.
Fondato nel 1952, questa struttura di assistenza ha una genesi che merita di essere menzionata.
In una notte di Natale lo svizzero padre Ernst Schnydrig, pellegrino in Terra Santa, stava percorrendo a piedi il tratto di strada che lo separava dalla grotta della Natività, dove avrebbe celebrato la Santa Messa, quando si imbatté in un padre che stava seppellendo il proprio bambino. Sinceramente commosso, padre Schnydrig chiese all'uomo di cosa fosse morto suo figlio e si sentì rispondere: "Di fame e di stenti". Appena udì questa risposta, il prelato svizzero pensò: "Non è possibile che nei luoghi dove Cristo si è fatto Bambino, non vi sia una struttura in grado di accogliere e curare queste piccole creature".
La contraddizione era troppo grande e, una volta tornato in patria, padre Scnydrig si attivò e cercò chi si unisse a lui nel suo progetto che infine vide la luce.
Dalla fondazione del Caritas Baby Hospital sono passati ormai quasi sessant'anni.
Oggi questa struttura ospedaliera è conosciuta da tutti gli abitanti della West Bank, i quali sanno che se si rivolgeranno ad essa troveranno ascolto, accoglienza, amore e professionalità; all'interno delle mura dell'ospedale di Betlemme, infatti, non vengono fatte differenze su base religiosa ed economica e le tensioni rimangono confinate all'esterno.
Inoltre, fattore non certo di secondaria importanza, il Caritas Baby Hospital è in grado di fornire ai propri assistiti un intervento medico efficiente, garantito in ogni sua componente dall'operato congiunto dei ben 216 dipendenti della struttura.
Il primo approccio, fondamentale e assicurato a tutti, consiste in una visita ambulatoriale.
A seguito di questa, spetta al personale medico valutare se il bambino necessiti di una semplice ricetta e delle indicazioni di cura, oppure se, nell'eventualità di patologie più complesse che necessitano di terapie specifiche ed ulteriori esami, sia il caso di ricoverarlo in day hospital, o per un lasso temporale più lungo.
La struttura ospedaliera di Betlemme non si limita però alla semplice cura dei propri piccoli pazienti, bensì ha come componente integrante della propria mission anche quella di educare le madri palestinesi riguardo ad alcune elementari nozioni di igiene, alimentazione e malattie infantili, nonché quella di appurare, grazie ad una rete di assistenti sociali, quali siano le condizioni in cui versano le famiglie.
Queste attenzioni fanno sì che l'intervento del Caritas Baby Hospital non si limitati esclusivamente alle ore in cui il bambino è in ospedale, ma che i suoi frutti si estendano anche al di fuori dello stretto perimetro delle sue mura.
Un ultimo aspetto sul quale preme soffermarsi è che tutto quanto l'ospedale di Betlemme fa per gli abitanti palestinesi è reso possibile esclusivamente grazie ad una fitta rete di solidarietà.
Sorella Donatella, una suora italiana dell'ordine delle francescane elisabettine che da sette anni presta il proprio servizio come infermiera al Caritas Baby Hospital, riguardo la carità internazionale che è all'origine di tutto afferma: "Noi viviamo solo di Provvidenza e questa siete voi. Così Dio entra nel cuore delle persone e le spinge a donare piccole gocce di amore e solidarietà, che andranno a formare un grande oceano di comunione che nessun muro, per quanto granitico e alto sia, potrà mai bloccare".
Relativamente a questo aspetto della carità, Benedetto XVI nell'enciclica Deus Caritas Est scrive: "L'amore del prossimo radicato nell'amore di Dio è anzitutto un compito per ogni singolo fedele, ma è anche un compito per l'intera comunità ecclesiale, e questo a tutti i suoi livelli: dalla comunità locale alla Chiesa particolare fino alla Chiesa universale nella sua globalità. […] L'intima natura della Chiesa si esprime in un triplice compito: annuncio della Parola di Dio (kerygma-martyria), celebrazione dei Sacramenti (leiturgia), servizio della carità (diakonia). Sono compiti che si presuppongono a vicenda e non possono essere separati l'uno dall'altro. La carità non è per la Chiesa una specie di attività di assistenza sociale che si potrebbe anche lasciare ad altri, ma appartiene alla sua natura, è espressione irrinunciabile della sua stessa essenza. Inoltre, la Chiesa è la famiglia di Dio nel mondo" (op. cit., 20-25).
Ecco dunque che anche il Mevd ha deciso di dedicare questi mesi che ci separano dalla marcia del 13 maggio a Roma, sia a promuovere la conoscenza del Caritas Baby Hospital, sia per raccogliere offerte in suo favore (per chi volesse: Movimento Europeo Difesa Vita (Mevd), Unicredit, Agenzia di Verona, Iban: IT 31 R 02008 11796 000101130378, specificando come causale: Caritas Baby Hospital).
Non c'è modo più concreto, infatti, per difendere la vita, che propagandare la sacralità di ogni creatura sin dal concepimento, per prevenire il terribile dramma dell'aborto, e, nello stesso tempo, assistere concretamente quei bambini già nati che in varie parti del mondo necessitano di un aiuto.
Il Mevd ha già donato al Caritas Baby Hospital:
- 400 euro di offerte
- 600 euro acquistando gadget, cartoline pro ospedale etc.
- 1110 euro per promuovere la conoscenza di questa realtà e realizzare un DVD registrato direttamente a Betlemme
… ma con l'aiuto di tutti possiamo fare ancora molto per tanti bambini!
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