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Cari giudici, che dire? Ce l'avete fatta.
Vi siete costruiti, passo passo, sentenza dopo sentenza, la strada per poter dire che è legittimo poter selezionare gli embrioni. Avete demolita una legge votata dal Parlamento e che è scampata ad un referendum con tutti contro, a parte la ragione. Adesso avete stabilito che, in nome del desiderio, degli embrioni siano condannati all'oblio perpetuo nel freddo. Avete sancito, messo nero su bianco, che ci sono degli uomini di serie A, degli uomini di serie B. Che chi ha certe malattie non ha diritto di nascere ma può essere scartato. Messo da parte. Per il suo stesso bene, è chiaro. Per l'esigenza di tutelare la sua dignità. Ipocriti.
La disuguaglianza, che si credeva bandita. L'eugenetica, incubo di ere passate. La pretesa vestita da diritto, vista troppe volte. Chi vi sostiene forse crede siano novità, ma hanno l'odore di antiche rupi, di remote caverne.
Ce l'avete fatta. A portare alla logica conseguenza il fatto che sia lecito uccidere un figlio, seppure non nato; conseguenza dell'amare il proprio desiderio più della vita. Altrui.
Non avete ancora finito, è chiaro. Volete tutto: volete che sia legale creare un bambino (non chiamatelo figlio!) come volete, decidendo cosa mettervi dentro, giocando ad esser dio. Magari pretendendo che sia per il suo stesso bene. Non manca molto. Alcune sentenze, e poco più. Già vi muovete.
Vi do una notizia: non siete Dio. Non sapete che cosa state contribuendo a creare. Non ne avete idea, probabilmente. Certamente.
Giocate ad esser Dio, ma in fondo è roba vecchia, che altri hanno giocato molto prima di voi. Ma era un inganno, non ve l'hanno detto? Non avete la stoffa di Dio. Siete ominicchi.
Verrete selezionati. I vostri figli, i vostri nipoti, e trovati mancanti. Scartati. Inadatti. Imperfetti.
Sognate di esser Dio, ma non vi accorgete che siete tra gli uomini. Dall'altra parte della sbarra. Anche voi.
Sarete trovati indegni. Lasciati fuori, tra gli inutili. Non sentite già un po' di freddo?
Nota di BastaBugie: la nuova sentenza della Corte Costituzionale sulla legge 40 del 2004 ritiene lecita la selezione degli embrioni per evitare la trasmissione di malattie genetiche. Viene così riconosciuta lecita l'eugenetica in Italia. Giacomo Rocchi descrive cosa è successo nell'articolo pubblicato su La nuova Bussola Quotidiana il 12-11-2015 dal titolo "Se la Consulta riconosce il diritto all'eugenetica".
Eccone un estratto significativo:
Il Tribunale penale di Napoli, che stava giudicando due professionisti della fecondazione in vitro, accusati di avere selezionato, tra gli embrioni prodotti in soprannumero, quelli affetti da malattie genetiche e di averli soppressi, ha sospettato che la legge sia incostituzionale nel porre due divieti assoluti: di selezione a scopo eugenetico degli embrioni e di soppressione degli embrioni prodotti. Secondo il Tribunale, entrambe le condotte dovrebbero essere permesse ai danni degli embrioni malati, alla luce del diritto della donna a rifiutarne il trasferimento nel proprio corpo, avendo ella in ogni caso il diritto di abortirli.
Come si vede, si tratta della concretizzazione giuridica della "cultura dello scarto" di cui ha spesso parlato Papa Francesco: se gli embrioni sono malati possiamo rifiutarli e, siccome non servono a niente, è meglio ucciderli.
I criteri indicati per sollevare il dubbio di costituzionalità sono ben conosciuti: il diritto alla salute della donna - che è ormai una parola vuota, che corrisponde al riconoscimento della sua totale autodeterminazione - e l'Europa: viene così richiamata la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo che aveva, appunto, affermato il diritto delle coppie di procedere alla diagnosi genetica preimpianto sugli embrioni prodotti e di rifiutare quelli malati.
La Corte Costituzionale ha risposto in maniera affermativa alla questione della selezione, dichiarando l'illegittimità costituzionale della legge «nella parte in cui contempla come ipotesi di reato la condotta di selezione degli embrioni anche nei casi in cui questa sia esclusivamente finalizzata ad evitare l'impianto nell'utero della donna di embrioni affetti da malattie genetiche trasmissibili».
La decisione viene presentata come inevitabile conseguenza di quella di pochi mesi fa che aveva eliminato il divieto di accesso alle tecniche di fecondazione artificiale per le coppie fertili portatrici di malattie genetiche trasmissibili: la Corte osserva, infatti, che l'accesso di queste coppie alle tecniche presuppone l'esecuzione della diagnosi genetica e la selezione, perché esse non servono più a superare la sterilità, ma a conseguire gravidanze di bambini non malati. Quindi, dice la Corte, ciò che è diventato lecito per effetto di quella pronuncia «non può dunque - per il principio di non contraddizione - essere più attratto nella sfera del penalmente rilevante».
In realtà quella piccola breccia aperta per gli aspiranti genitori consapevoli di essere portatori di malattie genetiche si è rapidamente trasformata nel crollo dell'intera diga: ora -in forza della nuova pronuncia della Corte Costituzionale - la diagnosi genetica preimpianto e la selezione degli embrioni è espressamente consentita per tutte le coppie. La Corte finge di credere che ciò avverrà al solo scopo di evitare il trasferimento degli embrioni malati, ma, di fatto, viene espressamente autorizzata la prassi usata dagli "specialisti" della fecondazione in vitro: produzione di quanti più embrioni possibili, diagnosi genetica su tutti gli embrioni prodotti, selezione discrezionale di alcuni di essi dipendente dalle finalità che la coppia o i tecnici si prefiggevano.
Si deve sottolineare che questa pronuncia contiene un elemento davvero sorprendente - ma anche terribile - di chiarezza: la Corte, infatti, ha autorizzato (sia pure in qualche caso) la selezione eugenetica degli embrioni! Sì: questa parola terribile - eugenetica - che richiama pratiche orribili contro la vita e la dignità dell'uomo e tempi oscuri è stata "sdoganata"; sì, la Corte Suprema di una nazione civile ha statuito che, in certi casi, la selezione a scopo eugenetico è permessa.
Nonostante l'enormità di questo evento giuridico, non possiamo stupirci: sappiamo benissimo, infatti, che la produzione artificiale dell'uomo è inevitabilmente eugenetica, perché l'embrione è un "prodotto" (la legge 40 parla di "produzione degli embrioni") realizzato su richiesta da clienti paganti, che lo vogliono perfetto.
Possiamo consolarci osservando che ora, almeno, ogni velo sulla natura di queste pratiche è caduto; nessuno può dire di non sapere; nessuno - soprattutto se afferma di far parte di un mondo che difende la vita e respinge la cultura dello scarto - può continuare a sporcarsi le mani (e a guadagnare denaro) con pratiche così abiette.
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