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Sempre peggio. In Gran Bretagna è sempre peggio... L'islamizzazione del Regno avanza rapida ed aggressiva, senza peraltro incontrar resistenze, bensì porte aperte, anzi spalancate. L'ultima trovata è quella di adeguare al Ramadan il calendario scolastico di verifiche ed esami, allo scopo di «non penalizzare gli adolescenti, che osservino tale periodo di digiuno». Lo ha deciso l'organismo responsabile dell'organizzazione didattica. Che mai peraltro s'era sognato, in passato, di riservare trattamenti di favore agli alunni cattolici in periodo di Quaresima. E che non risulta abbia assunto provvedimenti analoghi per i giovani ebrei, buddhisti, taoisti, sikh o quant'altro.
MA PER L'ISLAM, SÌ!
Quest'anno il Ramadan dovrebbe iniziare attorno alla seconda settimana di giugno, in pieno periodo d'esami, per cui, «laddove sia possibile, si raccomanda di programmare prima» di tale data «le materie più importanti, facendo in ogni caso attenzione ad organizzarle preferibilmente al mattino o nel primo pomeriggio», ha premurosamente suggerito il JCQ, Joint Council for Qualifications.
Una linea, questa, sposata in pieno anche dal sindacato dei docenti: «Come educatori – ha affermato Mary Bosted, segretaria generale dell'organizzazione di categoria – vogliamo che tutti i ragazzi possano dare il meglio di sé nel corso di esami tanto cruciali per il loro avvenire». Anche Malcolm Trobe, vice-segretario generale dell'associazione dei responsabili di scuole e collegi, ha auspicato che l'osservanza del Ramadan non comporti per loro «conseguenze tali da pregiudicare» l'esito delle prove.
C'è un piccolo particolare, che pare esser sfuggito ai solerti docenti: siamo in Occidente, non in Siria. Un Occidente purtroppo sottomessosi spontaneamente ed in modo incondizionato all'islam, sino al parossismo, sino cioè a istituzionalizzare per tutti le "prove tecniche" già tentate in passato da qualcuno.
LA BOTTIGLIETTA SEQUESTRATA
Cinque anni fa, ad esempio, il consiglio municipale di Stoke-on-Trent decise per lo stesso motivo di aderire all'invito giunto dal Consiglio dei musulmani del Regno Unito e di cancellare quindi, oltre alle verifiche, anche le riunioni coi genitori, di sospendere i corsi di nuoto (per evitare che i ragazzi rischiassero d'ingurgitare acqua, anche senza volerlo), nonché di sospendere i corsi di educazione sessuale, per evitare loro i «cattivi pensieri». Tristemente esemplare anche il caso citato dal Daily Mail, avvenuto presso la scuola elementare «Charles Dickens» di Portsmouth, dove un'insegnante, lo scorso luglio, proibì ad un alunno di 10 anni di bere in orario scolastico, nonostante vi fossero circa 30°, per rispetto dei suoi compagni di classe islamici, praticanti il Ramadan. Per questo gli sequestrò la bottiglietta dell'acqua, che normalmente gli alunni sono autorizzati a tenere sul banco. Sconcertante. Furibonda la madre del piccolo, la direttrice della scuola parlò di un malinteso, il Comune ammutolì di fronte a questa straordinaria prova di stupidità didattica. Eppure, oggi in Europa c'è chi ritiene normale lasciare un minore per un giorno intero senza assumere liquidi e questo per ragioni religiose, di una religione che oltre tutto non è nemmeno la sua!
Follia pura. Una follia, di fronte alla quale sentir poi in televisione il premier Cameron o qualsiasi altro leader occidentale augurare buon Ramadan assume il sapore acido di una presa in giro...
Nota di BastaBugie: come si può cadere così in basso come è accaduto in Gran Bretagna? Molto semplice, ce lo spiega Anna Bono con l'articolo con il quale commenta i fatti di Colonia dal titolo "Siamo arrivati impreparati ai fatti di Colonia" pubblicato su La nuova Bussola Quotidiana del 08-01-2016.
Eccolo in versione integrale:
I fatti di Colonia dei giorni scorsi dimostrano la serietà dell'emergenza in atto. Dimostrano anche la nostra impreparazione, che molto si deve alle ideologie antioccidentali, al relativismo intellettuale e morale che in tutta l'Europa hanno prevalso e ormai da decenni influenzano governi e istituzioni, rafforzati dalla dignità scientifica conferita loro dall'accademia.
Negli atenei italiani capita ancora che si spieghi agli studenti a proposito delle mutilazioni genitali femminili: che, per quanto spaventose ai nostri occhi, non abbiamo il diritto di giudicarle poiché si tratta di istituzioni praticate tradizionalmente da millenni nell'ambito di culture diverse dalla nostra, ma altrettanto valide; e, soprattutto nel caso dell'infibulazione, che la preoccupazione di tutelare bambine e ragazze dal rischio di subire violenza sessuale è uno dei comprensibili motivi per cui si eseguono.
Del velo islamico si racconta che Maometto lo volle non per mortificare le donne, ma per proteggerle affinché non venissero importunate per strada. Per la stessa ragione, e non per privarle della libertà, è conveniente che escano il meno possibile, preferibilmente accompagnate da un uomo di famiglia.
Si insegna anche che il significato del prezzo della sposa non deve essere frainteso. Non vuol dire che le mogli si comprano, come potrebbe apparire per il fatto che gli uomini devono pagare le famiglie delle donne che intendono sposare. Questa istituzione molto diffusa in Africa - spiegano tanti docenti - è una manifestazione di rispetto nei confronti delle donne, un riconoscimento del loro valore; e la poligamia nasce dalla preoccupazione di garantire a un maggior numero di donne la tutela di un marito e l'onorabilità dello status di moglie e madre, evitando a molte la disgrazia di restare nubili.
Invece i matrimoni precoci - in Iran ad esempio l'età minima per le donne è nove anni - derivano dalla preoccupazione di ridurre il rischio che bambine e adolescenti cadano in tentazione e siano vittime di inopportune attenzioni sessuali.
È lungo l'elenco delle istituzioni nate nelle società non occidentali che violano la persona umana nella carne e nello spirito e di cui a ogni costo si danno spiegazioni in termini se non altro di buone intenzioni: proteggere, tutelare, difendere.
I danni che provocano si imputano non di rado a una recente contaminazione da parte dell'Occidente che le avrebbe snaturate: il prezzo della sposa, ad esempio, da quando viene pagato in denaro e non più come un tempo in beni e bestiame. Oppure si presentano certi comportamenti come devianti o comunque non si dice con chiarezza che sono invece compiuti nel rispetto di una istituzione, obbedendo a una norma: è il caso dell'omicidio d'onore che molte società tribali non solo ammettono, ma prescrivono.
Quello che non si dice è che, oltre i confini dell'Occidente cristiano, genti e paesi restano in gran parte fedeli a un arcaico modello di società, patriarcale, gerontocratico e autoritario che ignora l'esistenza di diritti inerenti alla persona, quindi inalienabili e universali. I diritti vi dipendono al contrario dallo status sociale di ciascuno che a sua volta si determina in base a fattori principalmente ascritti come il sesso. Donne e bambini nelle società arcaiche non sono soggetti, ma piuttosto beni, risorse, proprietà di cui gli uomini, i capifamiglia hanno il diritto e il dovere di disporre. Né si attribuisce valore assoluto e supremo alla vita umana: gli uomini valgono più delle donne, gli anziani più dei giovani, i membri dei lignaggi e delle caste superiori più di quelli nati in lignaggi e caste inferiori; gli estranei al proprio lignaggio e clan valgono meno dei suoi componenti, gli estranei alla propria tribù non valgono niente e non hanno diritto a nulla. Per capirne le conseguenze: lo stupro di una donna è un affronto non a lei, bensì all'uomo che la possiede; una donna che mostra il proprio corpo, che va in giro da sola e senza un motivo che non sia lavorare e provvedere alle incombenze famigliari, è una donna di nessuno oppure di un uomo debole, privo di autorità, di lei si può abusare.
Le società tribali ritenevano questo modello perfetto e immutabile perché realizzato dagli antenati fondatori. L'Islam, che lo ha sostanzialmente recepito, lo ha rafforzato attribuendone principi e istituzioni al volere divino: e vi ha aggiunto la superiorità dei fedeli sugli infedeli.
Tutto ciò non si ammette volentieri. Da decenni si descrivono anzi le popolazioni di Africa, Asia e America Latina come esemplari depositarie di valori umani perduti in Occidente, garanti della dignità e del rispetto dell'uomo, saldi nel resistere alla tentazione di sacrificare uomini e natura al denaro, al profitto e perciò infinitamente più capaci di donare, tollerare, accogliere... e tutto questo grazie a un prezioso lascito di tradizioni tribali.
È così che si arriva impreparati ai fatti di Colonia: imprevisti, a quanto sembra. Eppure, proprio in Germania, da mesi delle organizzazioni non governative denunciano nei centri di accoglienza per emigranti e profughi una vera e propria "epidemia" di molestie e violenze sessuali inflitte dai maschi ospitati nelle strutture alle donne, adulte e adolescenti.
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