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A forza di bussare dalla porta di servizio alla fine la gender revolution è entrata di diritto dalla porta principale. Si chiama Storie per bambine e bambini ed è uno degli ennesimi libri ispirati all'ideologia del gender. Stavolta però non si tratta di una qualche casa editrice più o meno lobbistica che fa capolino nelle librerie o nelle biblioteche civiche per istruire i giovani virgulti alla fluidità di genere. No, il libro porta il timbro delle edizioni San Paolo. Un colosso dell'editoria cattolica. Anzi, per migliaia di catechisti, sacerdoti e famiglie, l'editrice cattolica per eccellenza.
UNA RACCOLTA DI STORIE LIBERE DA STEREOTIPI E PREGIUDIZI
Non precipitatevi in libreria a comprarlo. Il testo infatti uscirà a marzo, ma una descrizione dell'opera è presente nelle librerie on line. Leggiamo la scheda del libro:
"Una raccolta di storie pensate per offrire alle piccole lettrici e ai piccoli lettori un insieme variegato di personaggi e situazioni in grado di offrire un immaginario sul femminile e sul maschile libero da stereotipi e pregiudizi. C'è la sirena Ornella, protagonista de "La sirena e il bambino", che non ama cantare, non cura molto il suo aspetto fisico e ha una grande passione - studiare le stelle - che insegue con forza e tenacia. Ci sono poi Viola e Margherita, "Due gemelle per la pelle", che rappresentano due modi completamente differenti di essere bambine, e poi ancora, la piccola Alice che grazie all'aiuto di una simpatica babysitter riesce a vedere con occhi diversi i suoi genitori: non solo come "il suo papà e la sua mamma" ma come una bellissima coppia. E poi c'è Andrea che da grande sogna di guidare il taxi, proprio come la sua mamma. Età di lettura: da 4 anni".
Forse è bene partire dalla fine, cioè dall'età di lettura consigliata. Che se un maschietto di 4 anni in quel momento sta giocando con i soldatini è bene che sappia che può giocare tranquillamente con le bambole perché in fondo certe ideologie entrano meglio ad una tenera età. Ovviamente che il libro sia gender oriented lo si deduce da alcune parole talismano che giustificano le storie: stereotipi, pregiudizi, ma lo si comprende bene anche dalla spiegazione offerta dall'ufficio marketing della San Paolo per le librerie: "Le storie – ricche di illustrazioni colorate e divertenti affrontano i temi del rispetto e delle pari opportunità tra maschi e femmine". Ora, che un bambino di 4 anni sia costretto a bersi la cicuta del mito delle pari opportunità, già questo è alquanto rischioso.
UNA CULTURA DELL'EGUAGLIANZA?
Ma è con il riferimento all'autrice, la pedagogista di genere Irene Biemmi, che si capisce come finalmente certe operazioni lobbistiche a forza di spingere l'acceleratore siano riuscite a entrare anche nel mondo dell'editoria cattolica. L'autrice è presidente di Rosaceleste, associazione dedicata alla promozione della parità tra i generi e alla lotta agli stereotipi e alla violenza. Ecco sciorinate in poche parole i concetti fondamentali che hanno costituito l'architettura fondante dei cosiddetti gender studies: il genere uomo/donna come costruzione sociale provocato da stereotipi e foriero di violenza.
Rosaceleste infatti ha svolto anche convegni e spettacoli "destrutturare gli stereotipi di genere: per una cultura dell'eguaglianza tra i sessi nell'educazione e nel lavoro".
Recentemente infatti in tribunale a Firenze è andato in scena uno spettacolo sull'educazione di genere curato proprio da Biemmi, che viene presentata come una accesa nemica dell'educazione sessista: "Nei libri di lettura viene rappresentato un mondo popolato da valorosi cavalieri, dotti scienziati, padri severi, madri dolci e affettuose, casalinghe felici, streghe e principesse che nutre l'immaginario di bambine e bambini, che strutturano le rispettive identità di genere sulla base dei modelli proposti. Scopo della conferenza spettacolo Rosaceleste, che da questa ricerca prende spunto, è decostruire, disarticolare, smontare l'assunto di una "naturalità" delle differenze tra maschi e femmine, svelando alcuni dei meccanismi culturali che stanno a fondamento di un preciso addestramento sociale ai ruoli di genere, attivato sia a scuola che in famiglia".
Basterebbe fermarsi qui, alla necessità di smontare "l'assunto di una naturalità delle differenze tra maschi e femmine", per capire il tranello, che porta a promuovere un'antropologia che nega la natura umana e che in fondo non è altro che l'applicazione pedagogica del rifiuto del progetto creatore di Dio sull'uomo e dello svilupparsi della sua progettualità. Un progetto creativo - giova sempre ricordarlo - che ha permesso alla Chiesa di diffondere il concetto di persona nella differenza tra i sessi e che nessuno pretendeva venisse imposto nelle librerie laiche e generaliste italiane, ma che, almeno, si sperava fosse ancora valido in quelle che tutti riconoscono come cattoliche. Si vede che anche alla San Paolo hanno cambiato idea e che il tarlo catto-gay ha attecchito anche tra gli scaffali.
Nota di BastaBugie: ecco altre notizie dal gaio mondo gay (sempre meno gaio).
TRUMP CONFERMA L'ORDINE DI OBAMA SULLA TUTELA DEI GAY
L'ex presidente Obama aveva varato un ordine esecutivo che imponeva alle aziende che avevano rapporti commerciali con il governo particolari vincoli in ordine alla tutela delle rivendicazioni di omosessuali e transessuali. In buona sostanza si doveva dimostrare di essere gay friendly.
Ora Donald Trump ha confermato questo ordine esecutivo anche per il futuro. Ciò non deve sorprendere. Per Trump il voto dei gay era fondamentale per vincere ed infatti al tempo della corsa alla Casa Bianca c'erano gruppi pro Trump dichiaratamente omosessuali che vendevano le proprie magliette anche sul sito ufficiale dell'attuale presidente.
(Gender Watch News, 01/02/2017)
IN SPAGNA ISTITUITA LGTBIPOL, LA POLIZIA CHE PUNISCE I "CRIMINI" DI OMOTRANSFOBIA
In Spagna, paese in prima linea nella lotta all'omofobia e alla promozione di ogni genere di tendenza sessuale, è ora la volta della polizia specializzata in "crimini" di omotransfobia.
LGBTIpol, questo il nome della neonata associazione, composta da agenti della Guardia Civil e del Cuerpo Nacional de Policía, si avvarrà nel suo operato del supporto dell'Asociación de abogados contra los delitos de odio, presieduta da Manuel Ródenas.
Il nuovo corpo di polizia arcobaleno è stato presentato lo scorso 12 gennaio presso l'ambasciata italiana di Madrid, ricevendo l'applauso entusiasta del nostro ambasciatore Stefano Sannino, dichiaratamente gay e sposato con un catalano di Barcellona, che ha così salutato l'iniziativa:
«L'obiettivo è che tutti possiamo vivere in pace con il nostro modo di essere e che non dobbiamo più lottare quotidianamente per far valere i nostri diritti».
La costituzione di Lgtbipol ha sollevato prevedibili polemiche tra cui quella di Rocío Monasterio, responsabile per gli Affari sociali del partito Vox, che sui social ha così criticato l'istituzione di un ente "fortemente ideologizzato": «Abbiamo bisogno di un corpo di polizia specifico per ogni tipo di reato e movimento? Ci sarà una polizia religiosa? Un'altra per i crimini contro le persone eterosessuali?».
Si sente spesso parlare di Gaystapo, neologismo che contrae le parole Gay e Gestapo, per sottolineare eufemisticamente il carattere poliziesco di una certa modalità di agire del movimento gay, volta ad identificare e colpire con ogni mezzo i dissidenti del regime LGBT+.
Ora, con la creazione della Lgtbipol dalla fantasticheria si è passati alla drammatica realtà. Compito del corpo di polizia appena istituito sarà infatti andare a caccia degli psicoreati per far dormire sonni tranquilli ai tiranni dell'odierno totalitarismo gender.
(Rodolfo de Mattei, Osservatorio Gender, 6 febbraio 2017)
MEDIASET PORTA IN TAVOLA LA "GENITORIALITÀ" GAY
E' andata in onda per la prima volta ieri sera, su Canale 5, la prima puntata della serie "Amore pensaci tu".
Seguiranno altre nove puntate di questo debutto prime time, che racconta la quotidianità di alcune famiglie assolutamente diverse dal modello tradizionale. Fra le varie coppie di divorziati, accompagnati e via di scorrendo, non poteva mancare quella composta da due uomini omosessuali, Francesco e Tommaso - interpretati da Fabio Troiano e Giulio Forges Davanzati - alle prese con la crescita di una nipotina che è stata a loro affidata, e con una suocera molto caratteriale.
La scelta di aver affidato a questo "modello" di coppia gay una nipote potrebbe non essere casuale: sdoganate le unioni fra persone dello stesso sesso ora manca la possibilità di far avere loro dei figli, comprati o fabbricati su misura che siano, e questa mancanza in Francesco e Tommaso potrebbe proprio essere volta a questo, cercando di impietosire e nel medesimo tempo sensibilizzare il pubblico ad una tematica ancora (forse per poco) così osteggiata.
Un vero e proprio progetto avente lo scopo di portare sulla rete Mediaset le cosiddette "famiglie di fatto", addomesticando le menti a vedere come normale la "paternità" composta da una coppia di uomini alle prese con la società odierna.
Insomma, si tratta di un palese lavaggio del cervello studiato con quella minuziosità tipica di chi, attraverso il potere mediatico, infrange i limiti della normalità e del buon senso comune.
(Cristiano Lugli, Osservatorio Gender, 18 febbraio 2017)
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