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La mossa è al tempo stesso politica ed economica. Perché dietro alla decisione della Banca nazionale ceca di sganciare la valuta nazionale, la corona, dall'euro c'è molto di più che il timore di farsi prosciugare le riserve dalla moneta unica.
La mossa dei cèchi è, infatti, l'ennesimo colpo a un'Unione europea già messa a dura prova dalla Brexit e dalle continue e inascoltate emergenze. Un colpo che arriva a pochi giorni dal deludente vertice in occasione della celebrazione del 60° anniversario dei Trattati di Roma.
Come riferisce Repubblica, la Banca nazionale ceca ha deciso di sganciare il tasso di riferimento di 27 corone ceche per euro. Il cambio era fisso da tre anni e questa mossa avrebbe spinto gli analisti economici a chiedersi se la Repubblica Ceca ha anche intenzione di rinunciare di entrare nella moneta unica. "Finora - spiega Andrea Tarquini sul quotidiano diretto da Mario Calabresi - il cambio minimo era stato adottato per impedire che rimesse e investimenti dei cittadini cèchi all'estero divenissero troppo cari e che il tasso d'inflazione, attualmente attestato al livello del 2,5 per cento annuo, cioè ben oltre il tetto attorno al 2 per cento fissato come obiettivo dall'istituto d'emissione di Praga, aumentasse ancora".
Lo sganciamento totale dalla moneta unica avrebbe sia motivazioni politiche (in autunno si vota e il premier socialdemocratico Bohuslav Sobotka vuole presentarsi in una posizione di forza) che economiche. Negli ultimi mesi, come evidenzia Repubblica, la corona ceca sarebbe finita nel mirino degli speculatori. "I fondi hedge, in genere di carattere speculativo, hanno scommesso 65 miliardi di dollari su una rivalutazione della divisa cèca, costringendo la Banca nazionale di Praga a interventi sui mercati - continua Tarquini -, turbolenze sul bilancio pubblico e sulle riserve in valuta cèche hanno spinto l'istituto alla misura estrema".
Nota di BastaBugie: Luca Romano nell'articolo sottostante dal titolo "E ora pure la Danimarca vuole sganciarsi dall'euro" parla del terremoto economico in Europa che dopo la scelta della Repubblica Ceca di sganciare la propria valuta dall'euro vede il turno della Danimarca.
Ecco dunque l'articolo completo pubblicato su Il Giornale il 13 aprile 2017:
Continua il piccolo terremoto economico in Europa. Dopo la scelta della Repubblica Ceca di sganciare la propria valuta dall'euro adesso è il turno della Danimarca.
Il dossier dell'abbandono del peg da parte della Danimarca è già pronto per essere discusso dalla banca centrale danese. Come spiega il Sole24ore il governo danese non ha fiducia nell'eurozona. Va detto che è uno dei Paesi più solidi d'Europa con tripla A.
A quanto pare la Danimarca vorrebbe una via d'uscita in caso di deflagrazione dell'euro soprattutto con le incognite del voto in Francia e in Germania. Da qui il piano per sganciare la propria valuta da Bruxelles. Il passo non è esattamente alle porte ma gli eventi politico-economici in divenire dell'Europa potrebbero invece accelerare un processo in questo senso. Il precedente della Repubblica Ceca allarma e non poco Bruxelles e Francoforte. Praga ha infatti scelto di non mantenere il cambio fisso della corona con l'euro (27 corone per un euro) perché rischiava di prosciugare le proprie riserve. Ma dietro queste scelte ci sono anche motivi politici in vista delle elezioni politiche...
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