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Maria Goretti (1890-1902) nasce il 16 ottobre 1890 a Corinaldo (Ancona) dai contadini Luigi Goretti e Assunta Carlini. Nel 1896 il padre sposta la famiglia nell’Agro Pontino, ma nel 1900 muore e la famiglia per sopravvivere si associa ai Serenelli, padre e figlio, che coltivano un’altra porzione della stessa cascina. Il 5 luglio 1902 la dodicenne Maria è pugnalata dal ventenne Alessandro Serenelli (1882-1970) mentre resiste al suo tentativo di violentarla. Muore il 6 luglio. Pio XII la canonizza nel 1950, dopo che per sua intercessione il suo assassino si era convertito (dopo il carcere, si era ritirato in un convento francescano come semplice collaboratore laico, e lì rimase fino alla morte).
Potremmo dire molte cose sulla festa di Santa Maria Goretti (1890-1902), ma il sublime esempio che ci ha lasciato riguardo alla purezza è in un contrasto così evidente con le abitudini dei nostri giorni da richiedere un commento.
Mentre la Chiesa commemora la purezza di questa santa, la vittima di una brutale aggressione che quando è poco più di una bambina sacrifica la sua vita per amore della castità, noi ai nostri giorni assistiamo al dilagare di mode scandalose come quella del topless, di cui davvero preferirei non parlare.
Ma anche il topless è parte di un processo, come sempre avviene per la Rivoluzione. Dal costume da bagno a un pezzo degli anni 1940 si è passati al bikini degli anni 1950, poi al topless. Il passo successivo sulle spiagge è il nudo integrale. La Rivoluzione vuole la completa degradazione dei costumi e della morale cattolica. La società odierna è in marcia verso il nudismo, spinta insieme da forze segrete e dalla passiva accettazione della gente.
L’accettazione del nudismo equivale in campo morale all’instaurazione dell’anarchia. L’anarchia ha il nudismo come corollario. Infatti l’anarchia si batte per eliminare non solo ogni forma di autorità, ma anche ogni differenza e ogni forma di decoro nell’abbigliamento. L’attacco su un fronte aiuta quello sull’altro, nella direzione di una distruzione completa della civiltà cristiana. Di recente un buon numero di anarchici inglesi si è riunito per un convegno – sia detto en passant, in un castello di proprietà di un duca – dove sia gli uomini sia le donne si sono presentati completamente nudi. L’anarchia e il nudismo marciano insieme.
Cito spesso il principio psicologico secondo cui “bisogna vivere come si pensa altrimenti si finisce con il pensare come si vive”. Applicandolo al tema di oggi, possiamo dire che non tutti i fautori del nudo integrale sono anarchici ma che accettando il nudismo si scivola verso l’anarchia.
In questo giorno di festa di Santa Maria Goretti è triste considerare l’indifferenza di tanti cattolici che continuano a ripeterci che “i veri problemi sono altri” e che accettano con indifferenza la degradazione morale dei costumi, il processo che dal bikini è andato al topless e marcia verso il nudo integrale. Viaggiando a maggiore o minore velocità, questi cattolici indifferenti marciano nella stessa direzione della Rivoluzione.
Santa Maria Goretti rappresenta un’adesione molto radicale all’insegnamento del Magistero della Chiesa sulla castità. Il suo esempio ci dice che per un cattolico è preferibile morire che perdere la purezza. Un insegnamento duro? Ma la Chiesa ha sempre parlato in questo modo. Il Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo nell’Eucarestia è sempre stato chiamato, e lo è tuttora, “il vino che genera i vergini”.
Come Santa Maria Goretti non avrebbe potuto resistere al suo aggressore senza una speciale grazia divina, così anche noi non siamo capaci di resistere all’onda lunga dell’impurità del mondo contemporaneo senza una grazia speciale. Per ottenere questo aiuto indispensabile dobbiamo avere fede, mantenerci pii, pregare e non dimenticare la penitenza e la riparazione.
C’è un altro punto che voglio sottolineare. Tra le soluzioni alla crisi contemporanea non si parla quasi mai della castità. Invece dovrebbe avere un ruolo preponderante. Non può esistere un vero ordine sociale senza la famiglia bene ordinata, e non può esistere un vero ordine familiare se ciascun membro della famiglia non pratica la castità secondo il proprio stato.
C’è la perfetta castità del religioso o della religiosa ma c’è anche la castità matrimoniale delle coppie sposate. Sono due forme sante della virtù: entrambe devono essere praticate e difese. Senza la purezza qualunque ordine sociale o politico inevitabilmente cade in rovina. Non può esistere un serio combattimento contro i nemici della civiltà cristiana, né una seria battaglia per la sua restaurazione, se la purezza non è posta a fondamento.
Dobbiamo chiedere a Santa Maria Goretti di essere la nostra patrona nella difesa della purezza e di aiutarci a conservare la purezza. E quando, per qualche sventurata circostanza, deviamo da questa linea diritta, dobbiamo chiedere alla Santa d’ispirarci una vera contrizione e pentimento, come fece con il suo stesso assassino. Se saremo puri, saremo le pietre vive con cui sarà costruito il regno del Cuore Immacolato di Maria il cui trionfo è stato predetto a Fatima. (Traduzione di Massimo Introvigne)
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