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Veramente nell'Eucaristia Gesù ci ha dato tutto. Avendoci amato, ci amò fino alla fine, donandosi completamente a noi, restando presente sotto le specie del pane e del vino, per unirsi a noi nella santa Comunione.
Tutte le più alte e più profonde espressioni dell'Amore di Dio sono racchiuse nell' Eucaristia. Essendo Amore infinito, Gesù Cristo non ci ha privati della Sua presenza, restando fra noi con umiltà nel Tabernacolo, nascosto sotto i veli eucaristici come vittima innocente in olocausto di adorazione al Padre, intercedendo incessantemente per noi.
Ciò comporta anche una grande responsabilità da parte dell'uomo, in quanto Gesù si è reso "piccolo e indifeso" per arrivare a tutti, sottoponendosi al rischio di tante profanazioni e insulti da parte degli empi, che Egli sopporta per il Suo sconfinato Amore, piuttosto che privarci della Sua presenza sui nostri altari.
Ma come ci ricorda Gesù stesso, "A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto". A noi è stato dato il grande e infinito dono dell'Eucaristia, dove il Figlio di Dio, vero Dio e vero Uomo, aspetta notte e giorno che gli uomini si avvicinino a Lui, vera fonte di Vita.
Per questo siamo chiamati anche ad essere difensori dell'Eucaristia, perché è grave mancanza, ma soprattutto grave peccato, commettere abusi verso di essa o permettere che vengano perpetrati.
LA PIÙ GRANDE DI TUTTE LE MERAVIGLIE
Se noi crediamo che nell'Eucaristia sia realmente presente Dio, e così è, quale non dovrebbe essere il nostro rispetto e la nostra adorazione verso tale Sacramento!
Oggi infatti, ad essersi perso è il senso del valore dell'Eucaristia, e a dimostrarlo sono i continui abusi, profanazioni, mancanze e irriverenze che vengono fatte a questo Sacramento.
È dunque necessario ritornare a Dio, e a Lui per mezzo del Suo amato Figlio Gesù Cristo, mediante il Sacramento eucaristico e l'Adorazione.
Dove possiamo trovare Dio? Certamente possiamo avvicinarci a Lui mediante l'Eucaristia, in cui Gesù è realmente presente in Corpo, Sangue, Anima e Divinità; lo stesso "Gesù passato, presente e futuro", come affermava san Pier Giuliano Eymard.
L'Eucaristia, infatti, che è ciò che di più prezioso abbiamo, e il faro che le nostre pupille non devono mai perdere.
Una sublime descrizione di questo mirabile Sacramento la fornisce san Tommaso D'Aquino, che nella sua vita si adoperò instancabilmente per far conoscere e lodare Gesù Eucaristico.
Insegna infatti, che "L'Eucaristia è il memoriale della passione, il compimento delle figure dell'antica alleanza, la più grande di tutte le meraviglie operate dal Cristo, il mirabile documento del suo amore immenso per gli uomini".
SAN TARCISIO (DA CUI IL NOME DEL VESTITO DEI CHIERICHETTI: LA TARCISIANA)
Una figura molto importante per il suo amore verso Gesù Eucaristico e che ci può aiutare a riflettere sul ruolo a cui siamo chiamati, è san Tarcisio martire.
Tarcisio, accolito della Chiesa di Roma, fu martirizzato giovanissimo, mentre portava la santa Eucaristia ai cristiani carcerati a causa della persecuzione.
Profondamente legato a Gesù Eucaristico, egli si occupava del prossimo con grande carità, rischiando la vita per portare il vero Nutrimento ai fratelli perseguitati.
Un giorno lungo il tragitto venne scoperto da alcuni soldati, i quali non riuscendogli a strappare l'Eucaristia dalle mani, lo uccisero brutalmente.
San Tarcisio non cedette di fronte a coloro che volevano portargli via Gesù e per non farlo cadere in mani profane, lo strinse al petto proteggendolo con il suo corpo, guadagnando così la gloria del Paradiso.
Il martirio di Tarcisio è riportato nell'epigrafe posta da papa Damaso sul suo sepolcro. La data della sua morte venne fissata il 15 agosto del 257 d.C.
Nonostante le notizie della sua vita siano poche, in san Tarcisio abbiamo un esempio di grande virtù e coraggio. Egli ha speso tutta la sua esistenza per il Tesoro più grande e prezioso, offrendo la sua stessa vita piuttosto che permettere una grave profanazione.
Nel giorno in cui il Signore gli chiese prova del suo amore, san Tarcisio si dimostrò un "servo buono e fedele" ricevendo in dono il premio eterno.
Sul suo esempio, impariamo anche noi ad amare con tutto il cuore la santa Eucaristia, mettendola al centro della nostra vita, e portandole tutto il rispetto e l'adorazione che le deve essere dato.
Nota di BastaBugie: nell'articolo seguente dal titolo "Quando si ama l'Eucaristia... la frusta passa, ma Gesù resta!" parla di una storia realmente accaduta a tre bambine africane che per amore di Gesù hanno preferito le frustate al rimanere senza fare la comunione.
Ecco l'articolo completo pubblicato su I Tre Sentieri il 2 giugno 2021:
Siamo in Gabon, all'inizio del XX secolo. Tre bambine hanno fatto la Prima Comunione e vanno a salutare il missionario, il quale le invita a ritornare qualche settimana più tardi per fare la Comunione. Esse promettono e se ne vanno.
Impiegarono cinque giorni di cammino per ritornare a casa. Passate alcune settimane, le bimbe dissero al padre: "Papà, lasciaci andare alla Missione per fare la Comunione." Ma il padre, ancora idolatra, rifiutò. Poiché esse insistevano, intervenne il capo del villaggio: "Bambine, se partirete riceverete ciascuna cinquanta colpi di frusta sulla schiena".
Senza dire nulla la bambine aspettarono la notte. Era molto buio e, pensando che nessuno le avrebbe viste, partirono. Ma le bloccarono, le condussero al centro del villaggio e ciascuna ricevette cinquanta colpi di frusta.
L'indomani le bimbe si dissero: "Ci hanno talmente pestate ieri che oggi non penseranno più a noi." Partirono.
Dopo cinque giorni arrivarono alla Missione. Erano sfinite, coperte di ferite e di lividi. Il missionario esclamò: "Bimbe, da dove venite? Che cos'è tutto questo sangue?" "Padre, ci hanno picchiato."
"Ma chi è stato?" "Tu ci avevi detto di ritornare a fare la Comunione. Papà non ha voluto, e noi siamo partite lo stesso, ci hanno prese e tutte abbiamo ricevuto cinquanta colpi di frusta perdendo molto sangue."
"Ma è orribile!" "Padre, Gesù non ha forse sofferto più di noi per salvarci?"
"Sì, ma..." "Guarda la Croce che hai sul petto. Lui è stato flagellato molto più di noi!"
Qualche giorno dopo, le bambine, dopo aver curato le loro piaghe e nutrito le loro anime con il Pane dei forti, si prepararono a partire.
"Partite, bimbe?" Domandò il missionario. "Sì, padre."
"Ma sarete ancora picchiate..." "Oh, sì, padre!"
"Altri cinquanta colpi di frusta?" "Sì, padre."
"E non avete paura?" La più grande rispose: "Ascolti, padre: la frusta passa, ma Gesù resta!"
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