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L'UOMO SENZA VOLTO, IL PRIMO FILM (DEL 1993) CON LA REGIA DI MEL GIBSON
Un ragazzo senza padre rinuncia ai suoi sogni... finché un uomo crede in lui e li trasforma in realtà
da Sentieri del cinema
 

Un maestro ed il suo allievo, questi i personaggi protagonisti del racconto. Due esistenze particolari ed in qualche modo ferite da fatti e condizioni diversi ma che alla fine trovano una somiglianza ed una comunanza. Il ragazzo ha un desiderio: diventare pilota dell'esercito come suo padre prematuramente scomparso di cui egli ricorda poco e ne fa quindi un personale eroe, un mito. Per accedere all'accademia militare bisogna superare degli esami molto difficili e nella sua famiglia nessuno crede alle sue possibilità e reputano il suo desiderio un sogno irrealizzabile.
Il contesto dove vive il ragazzo è assai fragile: una sorellastra più grande con la quale condivide un rapporto di reciproco odio, una sorellina troppo intelligente che gli ricorda continuamente la sua superiorità intellettiva ed infine una madre che fatica a tenere le briglia della sua famiglia ed è alla costante ricerca di un marito. Per una serie di circostanze il ragazzo arriva a conoscere l'altro protagonista della storia, quello che diventerà il suo Maestro: un personaggio presentato all'inizio come un essere misterioso pieno di loschi segreti. Una serie di dicerie che nascono dal suo aspetto fisico: un volto deturpato a metà per via di un incidente. Inoltre conduce una vita ritirata e solitaria e perciò, sapendo poco di lui, gli abitanti del piccolo centro imbastiscono strane storie a suo riguardo, tutte dettate da una immaginazione malata.
Il ragazzo, scoprendo nella vita del misterioso personaggio un passato da insegnante, gli chiede di fargli da tutore. La cosa avviene, ma in modo tutt'altro che facile: le lezioni all'inizio saranno dure e severe attraverso un rapporto quasi di sfida da parte dell'insegnante; ma nel tempo per l'allievo tutto diventerà prezioso, sarà per lui lo spalancarsi di nuove porte e l'avverarsi di molte promesse sopite. Egli studia, impara e, soprattutto, gusta in un presente e scopre che le cose che apprende lo riguardano e cresce la stima in se stesso. Tutto grazie al maestro che sa condurlo con pretesa e fiducia. Parallelamente al rapporto importante che si instaura tra i due accadono altri avvenimenti che mettono a dura prova la bellezza del loro incontro.
Il film, nell'arco della sua durata, sa testimoniare con precisione le attese di un adolescente e la risposta libera dell'adulto quando è capace di credere nell'altro. Gli altri adulti presenti nel film evidenziano una inadeguatezza rispetto alle esigenze del mondo adolescente che tutt'al più rimanda allo psicologo (come si vede in alcune scene): ovvero, tutto ciò che nei ragazzi appare come naturale crisi e inquietudine da attraversare diventa un problema allarmante da esaminare ed analizzare. Non è invece quello che fa il tutore nel film: non analizza il suo discente, né lo esamina ma lo prende con se così com'è, perché sa che in quel volto pieno di domande c'è un destino e nell'istante della comunicazione di sé (attraverso l'insegnamento) esso si rivela, senza rimandi. Molto importante è notare che il film finisce come inizia: le prime immagini mostrano un sogno che si trasforma in un incubo, le scene finali sono le stesse ma si tratta del sogno avverato con la certezza di una presenza costante nell'avventura della vita.

Nota di BastaBugie: per vedere il trailer e una scena del film, visita il sito FilmGarantiti.it
http://www.filmgarantiti.it/it/edizioni.php?id=107

 
Fonte: Sentieri del cinema, 15 giugno 1999