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Il 1° gennaio di quest'anno è uscito nei cinema italiani, adesso disponibile anche in dvd, Matrix Resurrections il quarto film della serie con il ritorno di Keanu Reeves e Carrie-Anne Moss da protagonisti come nella trilogia originale. Questo nuovo capitolo della saga ci permette di ripercorrere i motivi che hanno portato al successo i primi tre film per comprendere come mai continuano ad esercitare un così grande fascino.
Era il 1999 quando uscì il primo film di Matrix che ebbe un notevole impatto sul grande pubblico. Il successo di questa pellicola non era dovuto soltanto agli effetti speciali, straordinari anche a distanza di oltre un ventennio, o al ritmo incalzante dato dalle numerose scene di azione, ma dal fatto che metteva di fronte al problema della realtà e al problema della scelta. Queste sono domande filosofiche a cui l'uomo si è sempre interessato e a cui si interesserà sempre: per questo Matrix piacque e continua a piacere così tanto da arrivare adesso a produrre un quarto capitolo sulla scia del successo della trilogia conclusa nel 2003.
Richiamiamo alla mente i passaggi principali e i dialoghi più importanti prima di addentrarci nei significati più profondi di questa straordinaria opera cinematografica.
Thomas Anderson vive una doppia vita: di giorno lavora per una grossa azienda di software, mentre di notte è un hacker esperto che ha commesso ogni sorta di crimine digitale. È conosciuto nell'ambiente con il nome di Neo. Questo personaggio, che è il protagonista del film, sente che c'è qualcosa che non quadra nel mondo che lo circonda. Lo percepisce come estraneo. È pieno di domande a cui non riesce a dare risposta. Un giorno viene contattato da Morpheus, considerato il più grande pirata virtuale vivente, che gli dice di avere la risposta a tutte le sue domande. Morpheus sostiene che Neo sia l'eletto, destinato a salvare l'umanità dal grave problema che la affligge. Ma di che problema si tratta? Sentiamolo direttamente dalla bocca di Morpheus in uno dei dialoghi più interessanti di tutto il film e che ce ne da la chiave di lettura.
Morpheus dice a Neo: "Immagino che in questo momento ti sentirai un po' come Alice che ruzzola nella tana del Bianconiglio. [...] Lo leggo nei tuoi occhi: hai lo sguardo di un uomo che accetta quello che vede solo perché aspetta di risvegliarsi. E curiosamente non sei lontano dalla verità. Tu credi nel destino, Neo?". Neo risponde di non crederci perché non gli piace l'idea di non poter gestire la sua vita. Allora Morpheus inizia a svelargli cos'è Matrix: "Capisco perfettamente ciò che intendi. Adesso ti dico perché sei qui. Sei qui perché intuisci qualcosa che non riesci a spiegarti. Senti solo che c'è. È tutta la vita che hai la sensazione che ci sia qualcosa che non quadra nel mondo. Non sai bene di che si tratta, ma l'avverti. È un chiodo fisso nel cervello, da diventarci matto. È questa sensazione che ti ha portato da me. Tu sai di cosa sto parlando... [...] Ti interessa sapere di che si tratta, che cos'è? Matrix è ovunque, è intorno a noi, anche adesso nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra o quando accendi il televisore. L'avverti quando vai al lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo dinanzi agli occhi, per nasconderti la verità. [...] E la verità è che tu sei uno schiavo. Come tutti gli altri sei nato in catene, sei nato in una prigione che non ha sbarre, che non ha mura, che non ha odore, una prigione per la tua mente. Nessuno di noi è in grado purtroppo di descrivere Matrix agli altri. Dovrai scoprire con i tuoi occhi che cos'è. È la tua ultima occasione: se rinunci, non ne avrai altre".
RASSICURANTE BUGIA O DURA VERITÀ?
Morpheus, invece di rivelargli direttamente la verità, lo pone dinanzi ad una scelta. Nella scena che personalmente considero la più significativa di tutto il film, il protagonista viene posto davanti ad un bivio. Dovrà scegliere tra una rassicurante bugia e la dura verità. Infatti Morpheus offrendo a Neo una pillola azzurra e una rossa dice: "Pillola azzurra: fine della storia. Domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa: resti nel paese delle meraviglie e vedrai quanto è profonda la tana del Bianconiglio. Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più". A questo punto Neo prende la pillola rossa e la manda giù.
Qual è quindi questa verità che Morpheus mostra a Neo? Molto tempo prima le macchine che l'uomo aveva costruito erano diventate così intelligenti da ribellarsi. C'era quindi stata una guerra fra uomini e macchine nella quale gli uomini avevano oscurato il sole con una coltre di nubi artificiali visto che le macchine funzionavano ad energia solare. Queste ultime avevano fatto una cosa inaspettata: siccome ogni uomo produce con il suo corpo l'energia elettrica di una batteria da 120 volt le macchine avevano iniziato ad usarli come batterie. Avevano poi creato questa realtà virtuale, Matrix appunto, a cui collegare le menti di tutti gli uomini per fargli credere che quella fosse la realtà, mentre i loro corpi erano attaccati alle macchine che li usavano come batterie e avevano bisogno della loro attività cerebrale per fargli produrre energia elettrica. Gli uomini quindi vivevano in un mondo virtuale, convinti che fosse la realtà perché non avevano visto nient'altro che questo. Morpheus libera Neo da Matrix e lo fa rientrare nel mondo reale nell'ultima comunità di uomini liberi, sopravvissuti rifugiandosi sotto terra, vicini al nucleo terrestre.
È a questo punto che Morpheus, descrivendo il modo in cui le macchine usano gli esseri umani per produrre elettricità, afferma riguardo al mondo vero nel quale adesso si trovano: "Dinanzi a quello spettacolo, potendo constatare la loro limpida raccapricciante precisione, mi è balzata agli occhi l'evidenza della verità. Che cosa è Matrix? È controllo. Matrix è un mondo creato al computer per tenerci sotto controllo al fine di convertire l'essere umano in una pila". Al che Neo replica con sdegno: "No! non è possibile! Io non ci credo!". C'è da notare come chi viene messo di fronte ad una dura verità, non potendola controbattere con degli argomenti, dica "Ma non è possibile!". È importante superare questo iniziale momento di rigetto e adeguare le nostre idee alla realtà e non il contrario, come fanno le ideologie. Queste infatti vorrebbero piegare la realtà alle loro idee. Questa è la via facile ed infatti Morpheus dice a Neo: "Non ho detto che sarebbe stato facile: ho detto che ti offrivo la verità."
LA VERITÀ E L'APPARENZA
Neo quindi accetta di combattere al fianco di Morpheus, insieme agli altri uomini, per la liberazione del genere umano. Sarà un'avventura emozionante, ma piena di difficoltà: infatti, per compiere tale missione dovrà rientrare in Matrix, nel programma di realtà virtuale che gli uomini credono essere il mondo vero. Per loro Matrix sarà un posto ostile, pieno di nemici, cioè di intelligenze artificiali sotto le spoglie di esseri umani.
Oltre alla storia veramente appassionante, la bellezza di questo film sta nelle concezioni filosofiche che vi si possono leggere al suo interno. Il tema principale è l'opposizione fra un mondo vero e un mondo falso, tra la verità e l'apparenza. In altre parole è quello che viene chiamato in filosofia il problema gnoseologico, ovvero: quello che vediamo e sentiamo è davvero la realtà oppure è il prodotto della nostra immaginazione? I nostri sensi ci ingannano oppure ci permettono di percepire la realtà?
Da questo punto di vista Matrix non è altro che la riproposizione, in chiave fantascientifica, del mito della caverna scritto da Platone, uno dei testi universalmente riconosciuti come fondamentali per la storia del pensiero e della cultura occidentale.
Come lo schiavo del mito della caverna, Neo è vissuto in un mondo finto che aveva creduto essere quello vero. Anche lui, ad un certo punto si è liberato e ha potuto osservare la vera realtà venendo abbagliato dal mondo vero. Infatti dirà a Morpheus "mi fanno male gli occhi" e si sentirà rispondere:" Perché non li hai mai usati". Infine anche Neo ritornerà in Matrix per salvare gli altri uomini, tenuti schiavi dalle macchine.
La filosofia soggiacente al film Matrix può essere interpretata a sostegno di entrambe le risposte al problema della verità. Da un lato gli scettici diranno che Matrix è la dimostrazione che i nostri sensi ci possono ingannare e che quindi non siamo sicuri che quello che vediamo sia effettivamente la realtà. Dall’altro lato ci sono i realisti, i quali sostengono che i sensi ci mostrano la verità e che il mondo finto di Matrix, così come la caverna di Platone, è un’allegoria per parlare della ricerca della verità da parte dell'uomo.
La seconda risposta è quella che soddisfa di più e che spiega più pienamente il senso del film. Perché? Innanzitutto perché sono gli stessi dialoghi fra Neo e Morpheus che ci fanno capire come la ricerca di questi due personaggi non sia volta al dubbio sistematico, bensì alla ricerca della verità, che esiste ed è oggettiva. Ripetutamente Morpheus parla di una verità che è stata occultata e che lui gli sta rivelando. Con le sue parole non conduce Neo allo scetticismo, ma alla certezza di aver finalmente trovato la verità che stava cercando e allo scioglimento di quell'inquietudine che lo accompagnava. Se questo film volesse appoggiare la visione del dubbio sistematico, non si capisce perché Neo non dubiti costantemente anche di Morpheus e del nuovo mondo in cui lo ha portato, ma lo prenda per vero. Il punto è che Morpheus non lo ha ammaliato con vuoti discorsi, ma gli ha aperto gli occhi e rivelato quella verità che già percepiva dentro di sé, quando viveva in Matrix, cioè quello che gli sembrava il mondo reale che però non reale non era. Una volta conosciuta la verità, questa è così forte che ogni dubbio crolla. È la stessa forza che ha la luce nei confronti del buio: quando arriva la luce le tenebre spariscono. Questo perché le tenebre non hanno una forza propria come la luce, ma sono semplicemente assenza di luce. Più buio dell'assenza completa di luce non ci può essere, mentre può sempre esistere una luce più potente di un'altra. Più freddo dello zero assoluto (-273,15 gradi) non si può andare, mentre il calore può andare fino all'infinito.
ALLEGORIA DELL'INDOTTRINAMENTO
Matrix è l'allegoria dell'indottrinamento, che chiude le menti in una bolla, impedendogli di conoscere qualcosa che sia fuori dal programma. È quello che sempre più spesso vediamo oggi nella scuola dove i programmi standardizzati non permettono ai bambini di conoscere una realtà che sia al di fuori di ciò che impone la cultura dominante. Per questo ogni totalitarismo ha ritenuto essenziale esercitare il proprio controllo sui programmi scolastici. Oggi a scuola viene spesso insegnata più che la storia, una vera e propria rilettura di essa in chiave anticattolica, piena di falsità (vedi la leggenda nera sul Medioevo a cui nessuno storico serio, anche ateo, crede più), manipolazioni (vedi il caso Galilei, condannato a recitare i sette salmi penitenziali una volta a settimana, ma che lo studente medio crede essere stato torturato, se non arso vivo), terminologia ingannatrice (p.es. Illuminismo, Risorgimento, Rinascimento non sono dei termini rigorosi per fare storia, ma danno un giudizio) ecc. Ogni errore, vero o presunto, degli uomini di Chiesa viene amplificato a dismisura, mentre i bagni di sangue dei rivoluzionari vengono minimizzati e trattati come se fossero le "ragazzate" di una democrazia non ancora adulta (vedi le stragi dei contadini istigate da Lutero, il genocidio della rivoluzione francese in Vandea, gli orrori del comunismo, ecc.). Il risultato è che la verità è stata occultata e nessuno è in grado di pensare diversamente, perché gli hanno tolto anche le categorie mentali per farlo. Ma quando qualcuno inizia a sentire che c'è qualcosa che non va in questa narrazione e si mette alla ricerca della verità con onestà intellettuale, ecco che la verità lo trova e dissipa ogni dubbio, come Morpheus ha trovato Neo. Gli altri potranno dirgli quello che vorranno, ma lui non ricadrà nel loro inganno perché la verità è più forte della menzogna. Questo sembra contraddire quello che vediamo nel mondo di oggi dove la falsità sembra prevalere. Ma è un'illusione. La verità è che la verità è davvero più forte, infatti chi l'ha scoperta non potrà più essere ingannato dalla propaganda. Se anche fosse insultato, escluso o minacciato di morte, anche se cedesse per debolezza, non per questo crederebbe all’errore. Saprebbe che è sbagliato, tuttavia cederebbe ma solo per mancanza di forza. La verità lo avrà reso libero.
O come non vedere in Matrix una similitudine con la realtà virtuale in cui vivono sempre più le persone di oggi. Pensiamo ai giovani che passano diverse ore al giorno davanti ad uno smartphone disconnettendosi completamente dalla realtà. Attraverso questi strumenti sappiamo magari a perfezione quello che succede a migliaia di chilometri di distanza, ma siamo disconnessi con quello che succede ai nostri famigliari e amici.
Innestato al tema della verità c'è poi quello della sua ricerca da parte dell'uomo, rappresentato magnificamente dalla scena della pillola rossa contrapposta a quella azzurra. La scoperta della verità è frutto di una scelta: sei disposto ad ascoltarla oppure no? Chi cerca sinceramente la verità prima o poi la trova, ma a chi non la vuole sentire non c'è modo di fargliela capire. Quanti uomini preferiscono una rassicurante bugia alla dura verità! Eppure le bugie non ci appagano e ci lasciano tristi ed insoddisfatti. E infatti quale può essere la soddisfazione di chi si illude? È come il bambino superbo che crede di essere il migliore in qualche cosa, ma evita il confronto con gli altri per paura di essere smentito. È come la ragazzina brutta e vanitosa che crede di essere la più bella di tutte e si illude anche di esserlo. Ma dentro di sé sa che si sta ingannando e la sua falsità non l’appaga. Tutto il contrario accade con la verità: una piccola soddisfazione, ma reale e meritata, è molto più gratificante di una soddisfazione grande, ma falsa. Diciamola tutta: chi non ricerca la verità, costi quel che costi, è un fallito. Infatti non sarà in grado di prendere su di sé il peso della vita e quindi non combinerà mai niente. Neo al contrario non ha dubbi. La sua mano si tende subito verso la pillola rossa, accettando coraggiosamente tutte le conseguenze che questa porterà.
SIAMO LIBERI OPPURE DOMINATI DAI CONDIZIONAMENTI ESTERNI?
Un altro quesito filosofico importantissimo posto dal film è il problema della volontà contro il determinismo. Siamo veramente liberi di fare quello che facciamo oppure le nostre scelte non sono altro che la conseguenza inevitabile di condizionamenti esterni? Su questo punto la posizione dei primi tre film è molto chiara: sono i cattivi a sostenere il determinismo e a dire ai buoni che con le loro azioni non possono cambiare la realtà. Rhinheart, un cattivo di Matrix, rimanda tutto alla causalità, negando la possibilità di effettuare una scelta libera. Invece il personaggio dell’oracolo, a cui i buoni si rivolgono, conosce il futuro, ma non fino a prevedere le scelte che verranno fatte. Se tutto fosse un semplice causa-effetto, lei potrebbe vedere interamente il futuro, ma non è così. Il determinismo vale per tutta la natura tranne che per l'uomo: i pianeti ruotano perché le forze della natura gli fanno compiere necessariamente quel moto, le piante non possono decidere se produrre frutti o no, gli animali sono guidati in tutto dal loro istinto di sopravvivenza e di riproduzione e non possono fare altro che seguirlo. L'uomo ha sì questi istinti, ed è una verità che non va mai dimenticata, ma ha anche la ragione e la volontà per guidare l'istinto e, talvolta può anche andarci contro. Come quando Trinity, nel secondo film della serie, per salvare Neo, il suo amato, va contro l'istinto più forte, quello di sopravvivenza. Il sacrificio per qualcun altro infatti è una esclusiva del genere umano.
L'ultimo punto da affrontare è quello della presenza di Dio nei film di Matrix. Potrebbe sembrare che l'elemento religioso sia assente: nessuno si rivolge ad una divinità o accenna a qualche forma di religiosità. Intanto nel film è presente una certa simbologia cristiana. Per esempio Trinity è un chiaro riferimento alla Trinità, e se questo non bastasse i creatori di Matrix hanno voluto rendere ancora più evidente questa allusione al Dio dei cristiani. Infatti Neo è l'anagramma di "One", ossia uno. Essendo Neo e Trinity uniti in un legame amoroso formano insieme l'idea del Dio cristiano uno e trino. L'intenzione di dare questo significato ai nomi dei due personaggi è confermato dal fatto che, nella scena iniziale del film, Trinity si trovi nella stanza 303, mentre quella di Neo è la 101. Inoltre, e qui il riferimento religioso mi sembra ancora più profondo, Morpheus nel terzo film parla della Provvidenza come di colei che tira davvero le fila della loro missione, che altrimenti, se affidata alle sole forze umane è destinata a fallire. Lui, anche se verrà disprezzato per questo da altri comandanti delle navi degli uomini, ascolta le profezie dell'oracolo e le segue. È lui che riconosce in Neo l'eletto di cui parlavano queste profezie. In definitiva, come dice lui stesso, crede nel destino. E qui si potrebbe pensare che, in fondo in fondo, non solo per Rhinhearth, ma anche per Morpheus le nostre scelte non sono libere. Nel primo caso perché condotte da un mero principio di causalità (date certe premesse gli uomini non potranno che seguire il loro destino predeterminato), nel secondo perché guidati da una volontà soprannaturale. Ma non è così. Il destino di cui parla Morpheus è l'esatto opposto del determinismo di Rhinhearth. Secondo Rhinhearth date certe premesse gli uomini non potranno che seguire il loro destino predeterminato. Per Morpheus invece il destino è la Provvidenza che agisce nella storia, ma lo fa attraverso le libere scelte delle persone. E questo vale più di mille discorsi sulla fede che avrebbero potuto mettergli in bocca.
Nota di BastaBugie: per vedere il trailer del primo film, guarda il video qui sotto.
Per vedere quattro clip del film, clicca qui!
Per richiedere il cofanetto con i dvd dei 4 film di Matrix, clicca qui!
https://www.youtube.com/watch?v=VdZwkM_HWzw
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